venerdì 30 maggio 2014

FUORI DALL'ARMADIO



Articolo tratto dal sito Avert (Gran Bretagna), del 15 aprile 2014, liberamente tradotto da una volontaria di Progetto Gionata.

Identificarsi come lesbica, gay, bisessuale o transgender (LGBT) e rivelarlo ad altre persone si definisce spesso “coming out”. Molte persone trovano che il coming out sia un’esperienza positiva.
Comunque, provare confusione circa la propria identità può avere effetti sia positivi che negativi in molti aspetti della vita di una persona, relazioni sociali, scuola o lavoro, autostima compresi. Fare coming out può essere difficile: molte persone LGBT hanno paura di reazioni negative e di rifiuti, e di turbare le persone che sono loro vicine.
In molte parti del mondo, forti retaggi culturali e leggi discriminatorie rendono il coming out più difficile. Nonostante gli ostacoli che le persone LGBT devono fronteggiare, ogni giorno molti di loro, in tutto il mondo, potrebbero prendere la decisione di fare coming out, e molte organizzazioni si adoperano per dare aiuto e promuovere i diritti di chi potrebbe essere così incoraggiato a farlo e vivere apertamente come persone gay lesbiche, bisex e transgender.
Com’è il coming out?
Molte persone fanno coming out durante l’adolescenza, perché è il periodo in cui si inizia a imparare di più circa la nostra sessualità e la nostra identità sessuale. Comunque il coming out è qualcosa che può avvenire in qualunque momento della vita.
Arrivare ad avere confidenza con i propri impulsi sessuali può richiedere molto tempo e molte persone non escono allo scoperto se non abbastanza tardi. Per alcuni può capitare che diventino vecchi prima di rendersi conto di essere omosessuali, bisessuali o transessuali. Uscire allo scoperto non è qualcosa che si fa una volta per tutte, è un processo di accettazione dell’essere LGBT e di apertura agli altri.

Sensazioni
‘Mi sentivo come se non avessi nulla in comune con le altre persone. Non c'era conversazione. Non mi piace lo sport. Non mi piace nulla del genere.’ Tom
Ho vissuto come tutti gli altri: ho visto film, letto libri, ascoltato storie d’amore. La solita storia – il ragazzo incontra la ragazza, si innamorano al primo sguardo, crescono insieme, si sposano, hanno figli e poi muoiono insieme – aveva senso per tutti gli altri. Ma non per me.’ Storia personale ricevuta da AVERT.
Nella prima fase del coming out la persona inizia a sentirsi “diversa” dalle altre del suo stesso sesso. A volte ci si rende conto che non si è molto interessati alle persone del sesso opposto, ma più spesso si sente di non essere molto interessati a cose che sono considerate appropriate al proprio sesso. Molte persone raccontano di sentirsi strani quando si paragonano ad altre persone del proprio sesso. Di solito questo succede presto o durante la prima adolescenza, quando l’amicizia e le relazioni tra i sessi iniziano a cambiare.

Confusione sull’identità
'Non sapevo cosa fosse una lesbica. Era una sorta di tradizione che le ragazze che avevano appena iniziato la scuola si prendessero delle cotte per quelle più vecchie. Erano tutto ciò che volevamo essere ed erano popolari.' 
In questo momento del coming out i sentimenti diventano più concreti. Si potrebbero avere partner di entrambi i sessi e rendersi conto che i loro sentimenti e le loro sensazioni si trasferiscono su di loro a seconda della certezza o meno della loro identità sessuale. Uscire allo scoperto come LGBT comporta anche confrontarsi con sentimenti e relazioni in continuo cambiamento. Come una persona che percepisce gli altri come profondamente diversi da sé, sembra che si sentano confusi sulla loro identità.
Quando si sperimentano sentimenti omosessuali, può essere molto difficile venire a patti in particolare con persone che non la conoscono o essere consci dello stigma associato all’essere lesbica o gay. In molti luoghi la comprensione dell’identità transessuale è anche più limitata, rendendo molto difficile per la gente la comprensione che i ruoli di genere non sempre si accordano con il sesso biologico.

Persone diverse affrontano lo sconvolgimento emotivo della confusione di identità in modi diversi. Alcuni che pensano di essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali proveranno a negarlo a se stessi e cercheranno anche di sradicare le loro sensazioni. Qualcuno potrebbe cercare di evitare pensieri e sentimenti che potrebbero confermarne l’omosessualità, o ignorare le inclinazioni che ritengono inaccettabili per il loro sesso biologico.
Per questo può essere difficile, per le persone LGTB, cercare e trovare aiuto. Affrontare relazioni con i compagni e i famigliari può essere molto difficile per una persona che ha difficoltà a rapportarsi con la propria identità. È abbastanza normale per qualcuno rapportarsi con i propri sentimenti omosessuali, proprio per evitare situazioni in cui potrebbero esserci occasione per una relazione omosessuale.
Questo per non avere a che fare con la loro mancanza di interesse per il sesso opposto. Altri perseverano con relazioni omosessuali per cercare di “ripararsi”e/o nascondere agli altri il proprio essere gay.
'Potresti stare con lei per un po’, giusto per compiacere gli amici. E dopo un po’ mollarla, dicendo, “Ah, non mi piaceva sul serio, abbiamo rotto”. In questo modo si può far finta di essere eterosessuali finché si è forti abbastanza per fare coming out’ Rod
Non è strano che qualcuno, a questo punto del processo di coming out, ridefinire i sentimenti e i comportamenti omosessuali in modo tale da convincersi di non essere gay. Può essere un’esperienza di “una volta” o una “fase” o attribuirla a delle circostanze particolari, quali la rottura di una relazione o l’ubriachezza ad una festa.
La bisessualità, in particolare, è spesso respinta come una fase, dal momento che si fa fatica a capire un orientamento sessuale che non si attagli alla definizione di “gay” o “etero”. In casi estremi si potrebbe cercare il confronto con i propri sentimenti esprimendo una forte omofobia o iniziando a bere e ad assumere droghe per trovare sollievo temporaneo da essi.


Assumere una identità lesbica o gay
'Uscire allo scoperto con i miei amici è stata probabilmente una delle migliori esperienze della mia vita. Avrei potuto essere me stesso, e loro avrebbero capito perché.' Mark
Vivere in maniera confusa la propria identità sessuale è emotivamente sfiancante e potenzialmente distruttivo. Per alcuni, questo periodo di tempo è seguito abbastanza velocemente da uno stadio nel quale si arriva ad accettare la propria identità e si è capaci di esprimerla in maniera positiva.
Lo stare insieme ad altre persone LGBT – in varie situazioni sociali o in gruppi di auto-aiuto – può aiutare a sentirsi in grado di accettarsi. Ad alcuni, soprattutto nelle grandi città, i gruppi di aiuto LGBT forniscono l’ambiente “sicuro” in cui fare coming out. Altrove, linee telefoniche di aiuto LGBT danno ascolto a coloro che cercano aiuto.


Impegni
'Quando mi sono innamorato, è diventato tutto così concreto per me. Sono stato improvvisamente sicuro di ciò che volevo e perché. Mi sono cioè trovato a pensare ogni tanto: “Perché sono gay?”, ma più spesso “Sono gay perché amo un altro uomo”. e ne sono orgoglioso. Sono orgoglioso di lui e di me stesso e non mi interessa che lo si sappia in giro.’ Martin
L’ultimo step del processo del coming out comprende diventare apertamente lesbica, gay, bisessuale o transessuale e riconoscere in ciò un aspetto importante di “ciò che sono” e di “come voglio vivere la mia vita”. Le persone arrivano a dichiararsi serenamente LGBT e a vederlo come una modalità di vita valida. L’esperienza di vivere una relazione o di innamorarsi aiuta le persone ad essere più sicure, soddisfatte e in grado di combattere gli stigmi sociali cui potrebbero andare incontro.
Alcune persone transgender scelgono di intraprendere un trattamento medico per far sì che i loro corpi riflettano la loro identità. Comunque, parecchi decidono di non affidarsi alla chirurgia ma di esprimere la loro identità sessuale attraverso il proprio modo di vestirsi e di porsi e di come chiedono agli altri di chiamarli.
"Personalmente ho deciso di non ricorrere alla chirurgia per un riassegnamento del sesso. La sola persona che può decidere cos’è giusto per te sei tu”.
In quest’ultimo gradino del coming out parecchie persone iniziano a sentirsi orgogliose della propria sessualità o della propria identità di genere. L’espressione di questo orgoglio di essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali è una spinta potente nello sfidare lo stigma sociale e i pregiudizi e nell’offrire ad altri, molto meno sicuri sul coming out, dei modelli.
I giovani e il coming out. La gioventù LGBT sta facendo coming out in anticipo rispetto agli anni passati. Alcuni studi mostrano che l’età media in cui i giovani omosessuali iniziano il processo di coming out è di 16 anni, rispetto agli anni ottanta quando era tra i 19 e i 23. Questo significa che molti tra i più giovani fanno coming out quando sono ancora a scuola e questo ha un impatto molto forte sulla vita scolastica e il lavoro.

Uno studio ha rilevato che metà degli alunni che hanno subito bullismo omofobico hanno lasciato la scuola proprio per questo motivo. Le scuole che ammettono apertamente studenti LGBT e altrettanto apertamente si battono contro il bullismo omofobico creano un ambiente positivo in cui tutti gli studenti si sentono al sicuro e possono imparare meglio. Dichiararsi LGBT per molti giovani può significare anche rischiare il rifiuto e la perdita del sostegno da parte della famiglia. Dal momento che si suppone che i giovani abbiano meno risorse per aiutare se stessi, essere isolati dalla famiglia può portate a situazioni difficili, per esempio possono diventare senzatetto, avere problemi psichici e abusare di sostanze.

Negli Stati Uniti la gioventù LGBT rappresenta un numero spropositato di senzatetto fra i giovani: tra il 20 e il 40 per cento. I giovani LGBT hanno bisogno di più di un aiuto pratico quando fanno coming out; comprensione e accettazione sono cruciali. Molti di loro si sentono in condizioni di inferiorità quando cercano di parlare della loro sessualità e della loro identità di genere ai genitori e agli insegnanti, e anche i medici liquidano i loro sentimenti come una “fase”.
Molti giovani fanno esperienza mentre imparano la loro sessualità. Comunque, per i giovani LGBT, il coming out non è una fase ma una parte importante della loro vita. Quando questo aspetto non è riconosciuto dai loro amici più intimi e dai loro famigliari, i giovani LGBT spesso trovano il coming out molto più difficile.


Come posso fare coming out con la mia famiglia e gli amici?

Sii sicuro di essere pronto
Decidere di dire agli altri di essere lesbica, gay, bisessuale o transessuale può eliminare una dose di stress non indifferente e di infelicità e aiutare la costruzione della propria autostima, come anche aiutare a migliorare le proprie relazioni. Comunque, ci sono anche dei rischi associati al coming out ed è molto importante pensare molto bene come fronteggiare le possibili conseguenze prima di svelarsi agli altri. Famiglia e amici possono reagire in una maniera non molto positiva e le relazioni possono cambiare significativamente.
Avere tempo di venire a patti e accettare completamente di essere LGBT prima di fare coming out può significare essere più preparati ad affrontare le incomprensioni e i pregiudizi che si possono incontrare. Per molte persone LGBT in tutto il mondo uscire allo scoperto può significare mettere a rischio la propria sicurezza. La perdita del lavoro o del supporto famigliare può comportare gravi ristrettezze finanziarie ed è importante essere preparati ad aiutarsi da soli se questo accadesse.
In molti paesi le persone LGBT devono anche affrontare leggi discriminatorie che fanno delle relazioni tra adulti consenzienti dello stesso sesso un crimine. Queste leggi e l’atteggiamento generale verso gay, lesbiche, bisessuali e transessuali influenza la decisione se è meglio o meno fare coming out e a chi.


Scegliere il momento giusto
Non c’è un modo giusto per fare coming out con la famiglia e gli amici. Approcci diversi vanno bene per persone diverse, a seconda della situazione e del tipo di relazione con la persona a cui lo si vuole dire. Alcuni, per esempio, trovano più semplice scrivere tutto in una lettera, così possono esprimere tutto quello che desiderano dire.
Questo può dare anche agli altri il tempo e l’opportunità per reagire e venire a patti con lo shock iniziale. Comunque, una conversazione aperta e franca è una parte vitale del coming out e aiuta la relazione a riassestarsi fino alla comprensione e all'accettazione reciproca. Queste conversazioni hanno bisogno di tempo e di impegno, così è meglio scegliere un momento quando nessuno di voi può essere distratto e affrettato.

Essere stanchi o eccessivamente emotivi può rendere la cosa ancora più difficile e portare le persone coinvolte a dire cose che altrimenti non avrebbero mai detto. Fare coming out non significa dirlo a tutti. Molte persone LGBT si rivelano per prima cosa alle persone che, così pensano, reagiranno più positivamente. Questo non li aiuta soli a farsi un’idea di come la gente potrebbe reagire, ma spesso significa avere un aiuto per quando faranno coming out con gli altri.
"L’ho detto alla persona a cui ero più vicino, è rimasta un po’ sorpresa, ma l’ha presa bene e mi sostiene. La vita è troppo corta per nascondersi e comportarsi in modo che gli altri ti accettino. Posso prendere coraggio, fortunatamente, e trovare modi migliori per esprimere i miei sentimenti verso chi amo.” John, storia personale ricevuta da AVERT.


Come reagirà la gente?
Le persone LGBT spesso affermano di essere state sorprese dalle reazioni positive ricevute quando hanno fatto coming out. È normale che le persone si sentano lusingate di essere considerate tanto vicine da essere messe a parte di un qualcosa di tanto importante.
Questa approvazione può essere una fonte di forza non indifferente e aiutare le persone LGBT a sentirsi a proprio agio nell’esprimere la propria sessualità o la propria identità di genere in maniera più aperta.

Comunque, molte persone LGBT devono anche affrontare reazioni negative quando fanno coming out, il che può essere molto spiacevole, particolarmente quando si tratta di qualcuno che sta loro a cuore. Per qualcuno è importante essere preparati a essere sorpresi; potrebbero altrimenti sentirsi in imbarazzo e non sapere come reagire. Questo non significa che, col tempo, quelle persone non accetteranno la cosa.
Cercate di incoraggiarli a fare domande: questo potrà aiutarli a capire. Alcuni potrebbero non essere mai in grado di accettare la vostra sessualità o la vostra identità di genere. Questa è una cosa che non si può cambiare e può essere molto duro sentirsi abbandonati da qualcuno cui si è vicino.
È importante non permettere alle reazioni negative di fermare il coming out, dal momento che ognuno reagisce in maniera diversa. Ricordarsi del perché abbiamo deciso di fare coming out può aiutare a rimanere fermi in questa decisione.
"Ci sarà gente che ti odierà perché hai scoperto chi sei veramente ma saprai di avere la sicurezza necessaria per smettere di fingere. Altri ti ameranno per quello che sei. Queste persone hanno consapevolezza di sé. Sanno quello che sono, esattamente come te”. Storia personale raccolta da AVERT


Testo originale: Coming Out

giovedì 29 maggio 2014

GNOCCHI DEI PUFFI

La signora Cristina D'Avena, un po' di tempo fa, ci deliziava le orecchie con la canzoncina dei Puffi. Il vostro zio Eagle invece vi delizia con gli gnocchi in salsa blu. Qualcosa mi dice che preferite il regalo dello zio... o mi sbaglio?

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mercoledì 28 maggio 2014

IL NUMERO JOLLY



“Voglio andare in vacanza” gli urlò dalla cucina.

Ruggero alzò gli occhi al cielo: “Non ci sono soldi, quest’anno” gli ripeté paziente.

“Vorrà dire che faremo un mutuo, chiederemo un prestito, facciamo una colletta o li chiediamo a mia sorella!” sbuffò l’altro sbattendo una padella sul fornello. “Io però in vacanza ci voglio andare, anche a costo di andarci in tenda.

L’uomo seduto al tavolo della sala, sbuffò nuovamente alzando la testa dal foglio elettronico che stava compilando al computer: “Abbiamo dovuto pagare le tasse dell’anno scorso e non abbiamo ancora finito di pagare il mutuo, Gabriele!”

“Potevamo evitare di pagare le tasse, allora. Ma le vacanze no”.

“O magari evitare di comprare la macchina nuova, che ne dici?” gli urlò Ruggero sarcastico, cominciava a spazientirsi. Gabriele stava facendo un mucchio di capricci. Lo sapeva benissimo che le finanze familiari erano disastrose quell’anno. D’accordo, la macchina avevano dovuto comprarla per forza, senza di quella il suo compagno non avrebbe potuto lavorare: era tassista. E comunque con il leasing della banca sarebbero riusciti ad attutire la spesa. Riguardò i conti nuovamente e sbuffò: “Non ci siamo proprio, Gabriele. Non potremmo togliere qualche spesa extra?” chiese.

“Su cosa tagliamo? Possiamo evitare di mangiare, Ruggero?” gli gridò l’altro, “Possiamo mangiare pane e patate, pane e cipolle oppure pane e rape. Che ne pensi?”

“Potremmo, in effetti. Oppure potremmo disdire l’abbonamento al digitale, possiamo evitare di comprare i giornali e ridurre le riviste mensili. Evitare di uscire al ristorante una volta alla settimana. Se tu ti portassi qualcosa da casa per pranzo, potresti evitare la spesa del bar”.

Gabriele fece capolino dalla porta della cucina: “Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando. Devo tagliare io su tutte le spese?” la sua voce salì di un’ottava e comincò un elenco sulle dita della mano: “Dobbiamo disdire il digitale, perché IO guardo le partite di calcio? Dobbiamo evitare di prendere quotidiani e riviste, perché IO durante le pause tra una corsa e l’altra li leggo? Dobbiamo rinunciare ad uscire una volta la settimana, perché sono IO quello che fa da mangiare in casa e ogni tanto voglio essere servito? Devo portarmi la schiscetta da casa, perché IO lavoro tutto il giorno e non torno a casa a pranzo? E no, eh! Per favore, dimmi che stai scherzando!”

“Amore, ma cerca di ragionare…”

“E devo anche ragionare! Oltre a non fare le vacanze e a rinunciare alle mie cose, devo anche essere quello consenziente” Gabriele si tolse il grembiule e lo gettò indignato a Ruggero. “Bene, sai che c’è bello mio? Preparala tu la cena! Vado a portare Jolly a fare la passeggiata.” Il cane appena si era sentito nominare e vedendolo prendere il guinzaglio gli corse dietro e, insieme al suo padrone, infilarono l’uscio di casa. La porta si chiuse sbattendo alle loro spalle.

Gabriele non era veramente arrabbiato, era più che altro dispiaciuto. Era vero, Ruggero aveva ragione. C’erano state delle spese impreviste ultimamente. Oltre al periodo di crisi del mercato, alle ristrettezze per le finanze italiane, alle tasse, anche il condominio ci aveva dato dentro con una botta di spese di manutenzione, peraltro necessarie. E in più c’era stata la spesa del taxi nuovo, ma il motore ormai aveva macinato troppi chilometri, andava cambiata. La sua rabbia era che una persona, due nel loro caso, doveva lavorare e spaccarsi le reni per poi non riuscire a farsi neanche una settimana di ferie al mare o in montagna. Non era giusto. Con la scarpa calciò via un ciottolo dalla strada. Jolly lo guardò male, poi continuò ad annusare in giro.

Aveva bisogno di rilassarsi con una sigaretta ma le aveva lasciate nel giubbotto a casa. Poco male, all’angolo c’era la tabaccheria. Entrò e prese un pacchetto da dieci, accanto alla cassa c’erano i gratta e vinci. “E se…” si domandò.

Proviamo con la fortuna. Magari sarebbe girata dalla parte giusta una volta tanto. Acquistò un biglietto da 5 euro. Vinci fino a 5 milioni di euro, c’era scritto sopra. Una bella vacanza alle Maldive! Prese una monetina e cominciò a grattare, e grattare, e grattare.

Tre simboli uguali, 10 euro. Sembra buttare bene, si disse. Jolly si accucciò a terra come se avesse compreso che sarebbe passato molto tempo.

“Me ne dai altri due, per favore?” chiese alla ragazza dall’altra parte del bancone. Annoiata lei gli allungò un paio di schedine.

Gabriele, alzò gli occhi al cielo in una tiepida preghiera non voleva 5 milioni di euro, ma almeno una sommetta che avrebbe finanziato le loro vacanze. Una crociera nel Mediterraneo! Poi cominciò a grattare. Il primo biglietto gli procurò altri 10 euro. Il secondo gli rispose con una sonora pernacchia.

“Altri dieci euro”, disse alla ragazza sempre più annoiata.

“Ne vuoi altri due?” chiese lei, masticando la cicca con un’aria da giovenca al pascolo ma già pronta a staccarli dalla strisciata.

“Sì, per favore” le sorrise. “Voglio quello in alto e il secondo, se non ti dispiace”.

“Guarda che non funziona, sai? Il biglietto che vince può essere uno qualunque di quelli tra il primo e l’ultimo”.

“Se non ti dispiace…” tentò di chiedere lui.

“Come vuoi” disse rassegnata, sembrava sul punto di addormentarsi di botto.

Un viaggio organizzato last minute! Sperò tra sé e sé. Il primo biglietto aveva cinque segni diversi ma mancava da grattare il numero jolly: “Jolly, Jolly, vieni fuori” cantilenò “il mio dolce cagnone si chiama Jolly”. Il cane lo guardò con aria di sufficienza. Gabriele grattò anche l’ultimo numero e (fanculo) anche quello era totalmente diverso.

Decise che con il secondo biglietto sarebbe partito dal numero Jolly, giusto per scaramanzia. Effettivamente sembrò portargli fortuna, il tagliando gli regalò tre segni uguali e ne mancavano due da grattare. Una vacanza in Sardegna… ti prego, ti prego. Grattò il penultimo. Niente. E anche l’ultimo era diverso, ma aveva comunque vinto venti euro.

“Questi sono venti euro” disse eccitato alla cassiera.

“Minchia, che fortuna.” rispose lei con la voce monotona, entusiasta come poteva essere una vacca davanti ad una catasta di letame fumante.

Troia, pensò Gabriele. “Me ne dai quattro?” disse invece. Il ‘per favore’ se lo poteva ficcare su per le trombe di Eustachio.

Due settimane in campeggio sulla riviera romagnola...

Gratta.

Gratta.

Gratta.

Gratta.
I quattro tagliandi gli fruttarono un buono da cinque e uno da cinquanta. Era sul punto di prendere tutta la vincita in biglietti, ma decise che ne avrebbe preso solo uno.

“Qui c’è un cinquanta e lo incasso, qui un cinque e me ne dai un altro” disse alla mucca Carolina. La ragazza allungò la banconota e poi il gratta e vinci. Gabriele mise tutto in tasca e chiamò il cane che, scodinzolando, si alzò e lo seguì obbediente sulla strada di casa. Non era pentito di aver osato la fortuna, in fin dei conti con cinque euro ne aveva vinti cinquanta. Salì le scale ed entrò in casa.

Ruggero gli corse incontro con l’aria mortificata: “Amore, ti sei calmato?”

Gabriele lo guardò negli occhi, quei due profondi pezzi di carbone che lo avevano fatto innamorare da subito e che lo guardavano ora con venerazione e tanta speranza. Lo baciò sulle labbra.

“Si, mi sono calmato tesoro” gli sorrise. “E ho vinto cinquanta euro. Mettili in cassa” gli disse allungando il denaro e il gratta e vinci.

Ruggero stava per urlargli contro che non si buttano via i soldi in quella maniera, ma Gabriele aveva l’aria ancora abbattuta e decise di star zitto. E poi in fin della fiera avevano guadagnato, quindi perché discutere nuovamente?

Gabriele si rimise ai fornelli. Accese la fiamma. Aspettò che il soffritto sfrigolasse e buttò il riso.

“Cinquantamilaaaaaaaaaaa” sentì Ruggero urlare dal salotto.

martedì 27 maggio 2014

TALKER 1, 2 E 3




Libro 1 "Talker"

Trama:
Tate "Talker" Walker, il Chiacchierone, ha passato la sua vita cercando di nascondere le sue cicatrici dietro ad una luminosa facciata punk. E finché non si è seduto di fianco a Brian Cooper su un autobus, la cosa aveva funzionato. Ma Brian ha passato la sua intera vita ad essere l'uomo invisibile ed è abituato a guardare oltre le apparenze. Quello che vede in Talker è un essere umano fragile e degno di essere amato.
Brian è apparentemente etero, ma Talker ha un disperato bisogno di essere amato e quando il suo comportamento porta a delle conseguenze dolorose, Brian è costretto a rivelarsi in modo drammatico. Ma lui farebbe qualsiasi cosa per far sì che Talker veda che è il Principe Azzurro che lui ha sempre desiderato.

Voto:


Libro 2 "La guarigione di Taker"

Trama:
Per Tate Walker dimenticare il passato è semplicemente troppo doloroso, anche se il ragazzo dei suoi sogni, Brian Cooper, è lì a tenerlo per mano. Brian fa del suo meglio, ma Talker – che è sempre stato bravo a evitare i problemi – non riesce ad affrontare la verità su quello che è realmente accaduto quando si è fidato dell’uomo sbagliato nel momento sbagliato.
Quando la verità torna a galla e fa finire Brian all’ospedale, Talker è costretto a fare una scelta. Può affrontare i demoni che risiedono nel suo cuore fragile e sanguinante o lasciare che Brian affronti da solo la situazione, come ha sempre fatto. Ma perfino Talker sa che questa volta non può lasciare il ragazzo dei suoi sogni da solo e senza difese, non quando lui gli ha appena salvato la vita. Dovrà quindi trovare la forza per prendersi cura di Brian, perché ora Brian ha bisogno di lui.

Voto:



Libro 3 "La laurea di Taker"

Trama:
Sei riuscito a sopravvivere... ma cosa fai dopo? Brian Cooper si è ripreso dall’assalto che l’ha quasi ucciso e Tate Walker ha affrontato i suoi demoni. Quello che rimane... sono loro due. Crescere insieme e far crescere il loro amore è tutto fuorché semplice.
L’eterno ottimismo di Talker e la fede silenziosa di Brian potrebbero essere sufficienti per affrontare ogni ostacolo, grande e piccolo, sulla loro strada, ma anche per affrontare le conseguenze dei loro sogni che diventano realtà.

Voto:

Perchè dividere la storia in tre libri, quando poteva essere tranquillamente conclusa in un unico volume? La storia non è per niente originale nè coinvolgente. Lo sfregiato Tate Walker si nasconde dietro l'aria da punk con tanto di cresta, piercing e tatuaggi. Un antieroe dei nostri giorni che vuole sembrare un duro ma che invece ha un cuore d'oro. I due protagonisti sfigatelli si scontrano con l'omofobia. Entrambi ne porteranno le cicatrici. Ma l'amore trionfa e li porterà alla loro casa sull'oceano. Già visto. Narrazione poco convinta per questa serie inconcludente. Il terzo libro poteva risparmiarcelo. Questa prolifica scrittrice che abbiamo ammirato in libri come "Promesse fatte" e "Promesse mantenute" in questa serie non ha dato il meglio di sè.

NB Il voto è del tutto soggettivo e viene strutturato ad un massimo di cinque stelle: scarso, sufficiente, discreto, ottimo, eccellente.