domenica 30 giugno 2013

TI SEGUIRO'



XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)


Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». (Lc. 9, 51-62)


C’è qualcosa di radicale nella vocazione a seguire Gesù (è una caratteristica di ogni cristiano autentico) che ci sconvolge. Si potrebbe essere tentati di invocare una particolarità di modo di pensare, perfino di linguaggio, per addolcire o stemperare gli argomenti del Vangelo. Eppure abbiamo ogni interesse a prendere il Vangelo per ciò che è, ed approfittare della sua freschezza, del suo vigore.
Seguire Cristo non è una cosa come un’altra, che si possa conciliare con esigenze parallele o contrarie. Chi intraprende questo cammino deve sapere fin dall’inizio che sarà il discepolo di un povero che non ha un luogo dove posare il capo, di un uomo che ha saputo non senza pericolo rompere certi legami, e che, una volta impegnatosi in una missione, non si è più guardato alle spalle.
Ci si abitua troppo facilmente a vedere i cristiani prendere e lasciare il messaggio evangelico; ora, questo disturba e deve disturbare il male che non cerca che di radicarsi in noi. Bisogna rinnovare il nostro impegno battesimale ricevendo per oggi le dure parole di Gesù, ed accettare coraggiosamente di essere dei discepoli che camminano sui suoi passi, sicuri di trovare, oltre il cammino pietroso, la felicità della vera vita.

venerdì 28 giugno 2013

COME RICONCILIARE OMOSESSUALITA' E RELIGIONE

Riflessioni del reverendo David Eck* tratte dal blog “Jesuslovesgays” (Stati Uniti) del 19 giugno 2013, liberamente tradotte da me

Ieri qualcuno in anonimo mi ha chiesto come faccio a conciliare l'essere omosessuale ed il mio rapporto con Gesù e la Bibbia. La domanda mi è stata posta in modo gentile, altre volte invece ho ricevuto dei messaggi sgradevoli dove le persone mi accusano di essere la progenie di Satana. Quindi, dal momento che questa persona lo ha chiesto con cortesia, qui di seguito c’è la mia breve risposta:

1. Io non penso che essere gay o lesbica ed essere un cristiano amante di Gesù si escludano a vicenda. La salvezza non si basa su quello che facciamo, bensì su ciò che Gesù ha fatto per noi sulla croce. Come luterano credo che “l'uomo è giustificato per fede mediante la grazia, indipendentemente dalle opere previste dalla legge.” [Rm 3, 28] Io amo Gesù con tutto il cuore e sono grato per il perdono e per la nuova vita che trovo in lui. Se avete dei dubbi che ciò sia vero, non prestante attenzione a ciò che scrivo nel mio blog.

2. Ho pregato Gesù incessantemente per circa dieci anni di cambiare il mio orientamento sessuale. Nessuno avrebbe potuto pregare con più fervore e onestà. Tutto quello che ho ricevuto è stato il silenzio da parte di Dio e un sacco di disgusto di me stesso. Quando ho finalmente raggiunto il punto della mia vita in cui ho potuto accettare il fatto che il mio essere gay era in realtà un dono di Dio, questo ha cambiato tutta la mia vita. Gesù ed io siamo una roccia solida. Il mio ministero è vivace e attivo. I frutti dello Spirito sono evidenti nella mia vita e confermati da coloro che io servo, come pastore dell’Eterno Salvatore e come cappellano all’Ospedale Missionario. Che ci crediate o no, ci sono milioni di cristiani LGBT là fuori che sono molto felici e ben regolati. Non crediate che le campagne pubblicitaria come quelle di Exodus International ci riguardino. Sono semplicemente false.

3. Io non sono un biblico letteralista. Prendo la Bibbia molto sul serio, ma non letteralmente. In effetti, devo ancora incontrare un vero letteralista biblico che tratti ogni parte della Scrittura nello stesso modo di un altro. Ognuno ha una metodologia di interpretazione, che sia essa consapevole o meno. In poche parole, ecco i principi base che applico al mio studio della Bibbia:

A. Legge e Vangelo – I luterani dicono che la Parola di Dio parla sia di legge che di vangelo e che entrambi devono essere tenuti insieme per poter soddisfare la Parola di Dio. Un modo per descrivere questi termini è il seguente: la legge è quella che ci giudica e ci accusa, il Vangelo è quello che ci consola e ci salva.

B. Che cosa manifesta Cristo - Lutero disse che la Bibbia è la mangiatoia su cui è posto il Cristo Bambino. In altre parole, l'intera Parola di Dio indica chi è Gesù. Pertanto, quando i luterani interpretano la Bibbia, si domandano costantemente "Come ci rimanda a Cristo questo testo?"

C. La Scrittura interpreta la Scrittura - Luterani credono che i passaggi difficili della Scrittura devono essere interpretati alla luce di quei passaggi che sono più facilmente comprensibili, e che tutta la Scrittura deve essere interpretata alla luce dei temi e dei motivi centrali della Bibbia. Cerchiamo di essere fedeli alla Bibbia intera e non solo raccogliendo alcune parti e tralasciandone altre. La domanda fondamentale che ci poniamo quando si tratta di passaggi difficili è questa: "Quali altri passi della Bibbia ci aiutano a capire il passaggio che stiamo leggendo"

D. Il semplice significato del testo – I luterani dicono che la Scrittura deve essere interpretata in linea con il suo "senso comune". Ciò significa che i passaggi devono essere intesi nel senso che sarebbe sembrato ovvio ai loro lettori originali. Essi non sono da prendere fuori contesto o rigirati in modo da esser letti in un senso che non sarebbe mai passato per la mente dei suoi lettori originali. La domanda fondamentale che ci poniamo è questa: "Come faceva il pubblico originario a comprendere il significato di questo testo?

E. Interpretazione pubblica – I luterani dicono che l'interpretazione della Scrittura è un atto pubblico, piuttosto che privato. Attraverso la Bibbia, Dio parla a Israele e alla Chiesa. Dio non parla direttamente o privatamente alle persone. Ciò che Dio dice a Israele e alla Chiesa può avere applicazioni specifiche per le singole vite, ma il senso della Scrittura per gli individui deve essere in armonia con il significato generale della comunità di fede. Le domande chiave che ci poniamo sono queste: "Questo testo viene inteso dagli altri come lo intendo io? Le persone di altre culture intendono questo brano nello stesso modo che facciamo noi?"

4. Come faro di guida, uso soprattutto il doppio comando del Nuovo Testamento di amare Dio e amare il prossimo come noi stessi. Mi pongo sempre la domanda: ”Le mie parole/azioni mi portano più vicino a Dio/al mio vicino di casa, o mi stanno allontanando. Credo con tutto il cuore che i cristiani LGBT possano essere fedeli discepoli di Cristo, che hanno l’amore per la Scrittura e la passione per servire il prossimo.
Questa è la risposta breve. Per una risposta più lunga, leggete il resto del mio blog. Spero che possa essere d’aiuto.

P.S. Per quanto riguarda determinati passi della Bibbia riguardanti l'omosessualità, ho disquisito sulla maggior parte di questi nel mio blog. In breve, credo che i testi della Bibbia si riferiscano a forme di sfruttamento della sessualità come la prostituzione di culto e la pederastia. La Bibbia non parla direttamente di relazione sessuale omoaffettiva come la intendiamo in senso moderno.

* Il reverendo David Eck, di Asheville nel North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog http://jesuslovesgays.blogspot.it


Titolo originale: “Interpreting Scripture: An Honest Question”

giovedì 27 giugno 2013

GNOCCHI ALLO SPECK - CHIO

La ricetta di questa settimana, come potete notare, è collegata allo speck-chio. Autoscatti dai vari telefonini per gli gnocchi settimanali. Alcuni di loro devo dire sono veramente notevoli. Complimenti a mamma e papà!

mercoledì 26 giugno 2013

CHE NE DICI DI UNA BIRRA?


Era una domenica pomeriggio di giugno e stavo passeggiando per le strade della città, che quell’anno ospitava il Gay Pride Nazionale. Il caldo era quasi insopportabile e la ressa della gente, aumentava ancor di più la sensazione di calore e di sudore sulla mia pelle.

Pur avendo passato da un po’ (un pochino…? Vabbe’… da un bel po’), la quarantina, era la prima volta che partecipavo a un Gay Pride. Non mi piace la folla e le urla concitate ed esasperate della gente non fanno altro che infastidirmi.
Ero stato spinto a venire dal mio amico Luca, che abitava in quella città e che avrebbe partecipato con il suo compagno Lorenzo.

“Dai vieni, Andrea…” mi aveva supplicato “ti divertirai e magari troverai finalmente un fidanzato!”
Seeeee, come no!

Ormai ci avevo rinunciato. Avevo avuto parecchie storie in passato ma, come spesso ripetono le donne, tutti gli uomini ragionano con le palle, non con il cervello.
Erano più di due anni che non frequentavo nessuno. La mia vita amorosa si era dissolta come il fumo di un camino in una giornata di vento. Ironia della sorte, le mie colleghe in ospedale, anche quelle sposate, continuavano a lanciarmi messaggi sessuali.

No, grazie. Non tratto questo genere di merce.

Devo ammettere che non sono poi da buttar via, 47 anni ma con un fisico giovanile, cerco di tenermi in allenamento e non ho un filo di pancia. I pettorali e i bicipiti sono tonici, anche se non eccezionali, e, grazie alla vena genetica materna, ho due profondi occhi celesti che conferiscono al mio volto un perenne sorriso gioviale.

Il caldo era quasi insopportabile.
Decisi di togliermi la T-shirt. Del resto, più della metà della gente girava a torso nudo e non si sarebbero certo accorti di me. Sfilai la maglia e la infilai nei pantaloni.

Ka-bum!
Un ragazzino che avrà avuto, sì e no, due giorni dopo la maggiore età mi schiacciò l’occhiolino: “Ehi bello! Niente male per la tua età”.
Arricciò le labbra in un bacio civettuolo e me lo lanciò, soffiando sul palmo della mano.
Fanculo, pensai, non sono poi così vecchio. Però gli sorrisi lo stesso, d’altra parte voleva essere un complimento. Il suo… ragazzo?… amico?... compagno di banco?... a fianco, sollevò un paio di volte le sopracciglia a gabbiano ed entrambi volarono via tra la folla vociante.

Cominciavo già a pensare di aver fatto una cazzata e di ritornare al parcheggio, per riprendere la macchina e tornarmene a casa, farmi una doccia e distendermi sul balcone in pantaloncini corti. Cercai Luca e Lorenzo tra la folla ma non li vedevo da nessuna parte; dove si erano ficcati quei due? Mi sarebbe scocciato tornare a casa senza salutarli. Presi il cellulare e chiamai il numero di Luca. Non rispose e partì la segreteria telefonica. Ripetei l’operazione con quello di Lorenzo, ma anche quello si comportò nello stesso modo di quello del suo compagno. Cominciai a innervosirmi. E’ vero, pensai, loro sono venuti con la loro auto, io potrei andarmene, ma che amico sarei?

Sete. Avevo sete. Avevo bisogno di una bottiglia di acqua frizzante o di una bibita fresca.

La gente sgomitava da tutte le parti. Passarono delle drag queen con i loro sgargianti costumi e i volti stravolti dal trucco pesante. I cosmetici chiassosi cominciavano a sbavare per il caldo e il sudore. La bionda platinata superandomi mi toccò il culo.

Eccheddiamine!

Una bandiera arcobaleno mi arrivò in faccia e quasi mi accecò un occhio. La spinsi via infastidito. Mentre mi fregavo l’occhio colpito, sbattei contro un gay-bear grande e grosso, aveva una canottiera gonfiata dai muscolosi pettorali coperti di un fitto pelo. Mi lanciò un’occhiata arrabbiata… poi sorpresa… poi decisamente interessata. Mi scusai e si allontanò sostenendo il mio sguardo, la sua pancia prominente fendeva la folla come la prua di una nave. Torreggiava sulle teste degli altri, di un buon paio di spanne.
Un gruppo di ragazzi poco lontano stava simulando uno strip tease, il più grande di tutti poteva avere trent’anni. Lo facevano a favore di una coppia di ragazzi travestiti: uno da prete, l’altro da suora. Probabilmente il gruppo delle sciampiste del quadrilatero della moda. Mi sentivo fuori posto.

Più avanti, una donna intervistava il gruppo delle famiglie arcobaleno. Una mamma orgogliosa, col figlio in carrozzina, stava parlando al microfono. Al suo braccio era aggrappata la sua compagna, che la guardava sorridente in adorazione, come se fosse la Vergine Maria. Gesù Bambino nella carrozzina dormiva beato. Rosso all’inverosimile e con i capelli umidi per il sudore. Come faceva a dormire in quella bolgia urlante, rimaneva un mistero. Forse era morto dal caldo. Ero quasi tentato di andare a controllare: “Sono un dottore, sono un dottore!” avrei urlato, cercando di sovrastare le grida della folla.
Risi di me stesso e cercai nuovamente Luca e Lorenzo.

Niente.
Decisamente ci eravamo persi.

Finalmente vidi l’insegna di un bar e cercai di avvicinarmi. All’esterno avevano allestito un bancone improvvisato fatto di assi. Sul muro dietro di esso campeggiava un’enorme bandiera arcobaleno. La ressa era indescrivibile. Tutti i baristi erano affaccendati. Stavo per avvicinarmi al bancone, quando la ragazza prima di me ricevette una sgridata dall’addetta alla distribuzione: “Ab-bella, prima fai lo scontrino!” le disse questa sgarbatamente, indicandogli un cartellone alle sue spalle. In lettere capitali c’era un avviso che invitava a pagare prima della consumazione e sotto, a grandi lettere, “CASSA”, con una freccia che indicava il punto dove potersi recare.

Spintonai verso il punto indicato. Mentre facevo la fila per il biglietto, incrociai lo sguardo con un barista. Fu un’occhiata fugace all’inizio, ma poi il suo sguardo ritornò immediatamente al mio volto e, dopo avermi messo a fuoco, mi sorrise. Era decisamente una persona molto interessante, circa la mia età, barba brizzolata, capelli corti, sorriso semplice ma magnetico. Era a torso nudo, i pettorali e l’addome erano un invito cui difficilmente qualcuno sarebbe riuscito a resistere. Una soffice e scura peluria copriva quel ben di dio e spariva sotto la cintura dei pantaloni indicando il cammino per il tesoro. I jeans neri evidenziavano il pacco e le rotondità dei glutei.
Mi leccai istintivamente le labbra. Diedi colpa al caldo.

Si appoggiò con un braccio alla torre di lattine delle bibite e sostenne il mio sguardo continuando a sorridermi. Credo di essere diventato rosso come un peperone perché lui rise divertito scuotendo la testa, ritornando subito agli avventori del bar che reclamavano la sua presenza. Pagai per una bottiglia di acqua frizzante e ritornai verso il bancone.

Mi avvicinai al barista figone, aspettai il mio turno. L’uomo era troppo indaffarato per notare la mia presenza mentre si agitava frenetico avanti e indietro, senza guardare in faccia la clientela. Quando finalmente fui di fronte a lui, dissi solamente un “ciao”.

Alzò gli occhi e riconoscendomi mi sorrise.

“Ciao a te”.

I suoi occhi entrarono letteralmente dentro di me, o forse fui io che affondai in essi.

Improvvisamente il rumore, la ressa, le risate, le urla, gli schiamazzi, cessarono. Eravamo solo noi due, sulla cima dell’Everest a ottomila metri di distanza da tutto il resto dell’umanità. Io e lui, il silenzio e ogni altra sensazione erano impalpabili. Non sentivo nulla.
Dei cinque sensi funzionava solo la vista.
L’udito, il tatto, l’olfatto e il sapore erano annullati, distrutti, svaniti nel nulla.

Non ho idea di quanto tempo passò, eravamo completamente immersi l’uno nell’altro, come se, dopo un cammino umano durato tutta la nostra vita, finalmente ci fossimo trovati.
Anime destinate a essere una cosa sola, fin dall’inizio della creazione.
Il Big Bang, in quell’istante primordiale di mille milioni di anni prima, aveva già stabilito che io e lui eravamo fatti l’uno per l’altro. Era già deciso che ci saremmo incontrati in quell’afoso pomeriggio al Gay Pride e che non ci saremmo lasciati per tutto il resto della nostra esistenza.

Non ho mai creduto nell’amore a prima vista.
Che cretino.

“Che ne dici di una birra?” mi chiese sorridendo.
Lo guardai e misi a fuoco la domanda.
“Che ne dici se ti bacio?” gli domandai.
Sentii la voce di mia madre che mi redarguiva nella testa: “A una domanda, non si risponde con un’altra domanda”. La accantonai come inutile.
Vidi il suo volto avvicinarsi al mio, le grandi braccia appoggiate al bancone del bar per sostenersi, mentre si allungava verso me. Posai le mie labbra sulle sue e sentii come una molla che scattava dentro di me, un meccanismo che si andava a incastrare in un altro combaciandovi perfettamente. Le nostre lingue si incontrarono e danzarono l’una con l’altra, nel primo incontro che veniva loro offerto.

Una ragazza accanto a noi applaudì entusiasta: “Che carini!!!”
Ci sorridemmo l’un l’altro, staccando le nostre labbra con difficoltà.
“Ti ho cercato così tanto!” dissi.
“Ti ho aspettato a lungo!” mi disse, quasi contemporaneamente.

Sentivo che in quel momento preciso, in quel minuto, in quell’ora, in quel giorno, in quel posto, si era decisa la nostra storia insieme e che sarebbe durata per sempre. Dentro di me avevo compreso che sarebbe stato così. Che sarebbe andata così. Che doveva per forza essere così. Non potevamo farci nulla. Il destino aveva già deciso per noi.

martedì 25 giugno 2013

LA ZANZARA E IL LEONE

C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno".
Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.
La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.
'Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura,proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolato in quell'infida ragnatela l'insetto scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo:
"Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.
Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi ma inciampano spesso nelle difficoltà più piccole.

(Esopo)

lunedì 24 giugno 2013

TACENDO TI AMAI



Il nostro amore è nato quando,
tacendo, ci siamo accorti di parlare
la stessa lingua.
Ci siamo guardati l'uno nell'altro,
come in uno specchio fedele.
E ciascuno ha visto sorgere, nell'altra anima,
l'immagine di se stesso.
E solo quel giorno in cui tu eri me e io ero te,
noi due eravamo una cosa sola,
fusa nei ricordi del nostro amore.
Come la fiamma nata dalla terra,
questa cosa nostra,
fatta della nostra carne
e più ancora del nostro spirito,
tendeva verso l'alto.


(Nino Salvaneschi)

domenica 23 giugno 2013

UN MESSIA SCOMODO



XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà». (Lc. 9, 18-24)



La confessione di Pietro, l’annuncio della passione di Gesù e l’invito a seguire il suo esempio costituiscono un’unità organica. Gesù è il Messia, ma non come quello di cui fantasticavano gli uomini. Egli segue il cammino tracciato da Dio, che è il cammino della croce. Chiunque vuole essere con lui, deve seguirlo in questo cammino. Rispetto agli altri evangelisti, Luca introduce alcuni cambiamenti ed accenti caratteristici. Non cita il luogo della conversazione di Gesù con i discepoli, lega questa conversazione alla preghiera di Gesù e, soprattutto, rivolge a tutti l’invito ad imitare Cristo. È un invito importante, che non è rivolto solo agli eletti, ai santi e agli uomini pronti all’eroismo. Tutti i credenti sono discepoli di Cristo. Egli non li tratta come mercenari, ma come amici, vuole che lo accompagnino nel suo cammino e prendano parte alle sue sofferenze. Il suo destino deve essere anche il loro. Che essi portino ogni giorno la loro croce. Gesù non parla del martirio, che può capitare una sola volta, ma delle sofferenze che ognuno incontra nell’adempimento serio del proprio dovere e delle difficoltà quotidiane che devono essere sopportate pazientemente grazie all’amore per lui.

venerdì 21 giugno 2013

IO, PRETE OMOSESSUALE


Intervista di Francis DeBernardo a Padre Gary Meier, pubblicata sul sito di “New Ways Ministry” (Stati Uniti) il 28 maggio 2013, liberamente tradotta da me.

Settimana scorsa, abbiamo raccontato la storia di Padre Gary Meier, un sacerdote cattolico dell’arcidiocesi di S. Louis (Stati Uniti) che si è dichiarato apertamente come omosessuale, grazie alla pubblicazione di un suo libro di memorie: “Hidden Voices: Reflections of a Gay, Catholic Priest” (Voci nascoste: riflessioni di un omosessuale, prete cattolico).
Successivamente a quell’articolo, P. Gary ha pubblicato una riflessione su HuffingtonPost.com, dove spiega la sua decisione di dichiararsi in questo momento.
Egli è apparso anche su “HuffPost Live”. (Il Blog) Bondings 2.0 ha chiesto a Padre Gary di rispondere a qualche domanda sulla sua esperienza, e egli ci ha risposto affermativamente. Qui vi riportiamo l’intervista.

Com’è cambiata la tua vita ora che sei conosciuto pubblicamente come prete gay?
Essere conosciuto come prete gay non è molto diverso rispetto a quando non ero conosciuto come tale. Quello che c’è di diverso è la risposta che sto ricevendo dalle altre persone. La mia storia è stata diffusa da Huffington Post e l’attenzione che questa storia ha fatto scaturire è sicuramente diversa.
Sono stato ascoltato da persone di tutto il mondo che soffrono in silenzio e che si sentono rifiutati. Si sentono traditi da una chiesa che hanno sostenuto per anni, una Chiesa che non li aiuta, è incredibilmente triste.

Come sei arrivato alla decisione di dichiararti? Come mai hai deciso di farlo in questo particolare momento della tua vita?
La decisione di dichiararmi è nata da anni di preghiera, di direzione spirituale e di riflessione. Non è stato un processo facile né breve. Perché ora? Come ho detto recentemente ad un giornalista: "Perché non ora?". Santa Caterina da Siena, una volta disse: "Dite la verità come se aveste mille voci. E' il silenzio che uccide il mondo". Dunque, perché non ora? Provo un po' di vergogna e d’imbarazzo che non averlo fatto prima.

Come hanno risposto i confratelli alla tua decisione? Come hanno risposto i laici?
Sia i laici che i sacerdoti sono stati incredibilmente solidali alle mie decisioni e azioni. E' incredibile. Nei primi giorni, ho ricevuto più di un centinaio di comunicazioni: tutti favorevoli ad eccezione di due, solo due! E' pazzesco! Mi rendo conto che è appena iniziato, ma non mi aspettavo una tale effusione di sostegno. Le e-mail e le comunicazioni che mi sono giunte direttamente sono state di sostegno schiacciante.

Qual è stata la sorpresa più grande o la cosa più inaspettata che ti è accaduta dopo aver fatto il tuo annuncio?
Il fatto che la storia sua stata diffusa da Huffington Post mi ha sorpreso. Per me, ciò conferma il fatto che, poiché la nostra chiesa non vuole parlare di questo argomento, quando qualcuno inizia una conversazione le persone vogliono essere ascoltate. L'altra sorpresa è stato quella di alcune e-mail che ho ricevuto.
Il clima di silenzio e di vergogna che la nostra Chiesa ha creato riguardo all'omosessualità, è più pesante di quello che credevo e il dolore che abbiamo causato è palpabile.
Che cosa si può fare per aiutare più sacerdoti gay ad uscire allo scoperto?
Fate loro sapere che sono amati e sostenuti. E’ veramente una benedizione avere avuto così tanti laici che ho incontrato negli ultimi 15 anni del mio ministero che sono così incredibilmente favorevoli. Non dobbiamo fare questo viaggio da soli. Ci sono un sacco di persone che ci sosterranno e che ci staranno vicino.
Ti aspetti una punizione dopo il tuo annuncio?
Continuano a chiedermi "che cosa ti aspetti?" E per essere onesto con voi, non ho alcuna aspettativa. So che non sono disposto a 'ritrattare' la mia posizione o le mie convinzioni. Suppongo che dobbiamo aspettare e vedere.
Se avessi la possibilità di parlare al papa sui preti gay, che cosa gli diresti?
Siamo qui! Siamo sempre stati qui ed è il momento per una nuova comprensione sull'omosessualità e su ciò che significa amare ed essere amati.
Come pensi che cambierebbe la nostra chiesa se numerosi preti gay si dichiarassero? Come pensi che cambierà il tuo ministero personale?
La chiesa cambierà radicalmente se ogni prete omosessuale si dichiarasse. Ma ho anche compreso che dichiararsi “gay” è una cosa, dichiararsi gay e favorevole ai gay è un’altra. Anche se non so dove il mio ministero personale mi sta portando, so che combattere per la comunità LGBT farà parte di esso.
Hai intenzione di essere più coinvolto con le tematiche cattoliche LGBT?
Assolutamente sì.

giovedì 20 giugno 2013

GNOCCHI CANCERINI

Ed eccoci al consueto appuntamento settimanale dei nostri amatissimi gnocchi. Questa settimana il sole entra nel segno del cancro e quindi gli ingredienti della ricetta sono tutti gnocchi nati sotto questo segno zodiacale. Buon appetito!


Cancro 22 giugno – 22 luglio

Harrison Ford
Kris Kristofferson
Randy Couture
Michael Trucco
Joel Edgerton
Joe Penny
Al Parker
Jason Lewis
Sean Hayes
Chris O'Donnell
Ken Marshall
Robert Newman
Derek Cameron
Gil Bellows
Brian Bloom
Farley Granger
Alessandro Pess
Jordi Mollà
Tom Cruise
Beppe Convertini
Matt Schulze
Corey Sevier
Alessio Boni
Billy Campbell
Lee Tergesen
Billy Cudrup
Micheal Weatherly
Vince Edwards
Yul Brinner
Tab Hunter
Jack Wrangler
Stephen Lang
Pino Quartullo
Cheyenne Jackson
Patrick Stewart
Robert Gant
Stanley Weber
Matthew Fox
Billy Herrington
Brian Austin Green
Taylor Kinney
James Brolin
Grant Bowler

Rafael Alencar

Roberto Farnesi
Bruno Cabrerizo
Jared Padalecki
Josh Holloway
Sebastiano Somma
Colin Ferguson
Marco Maccarini