venerdì 31 maggio 2013

CIAO DON ANDREA!


Trascrizione delle parole pronunciate da don Luigi Ciotti al Funerale di don Andrea Gallo, Genova, 25 maggio 2013

«Cari amici, vorrei dire con voi “Ciao” ad Andrea (Gallo), e dire a voi che Andrea è stato un Sacerdote, un Prete, che ha dato un nome a chi non lo aveva, o se lo era visto negare da qualcuno.
Dare un nome con un tenace e quotidiano impegno, che voi avete conosciuto, per riconoscere la dignità, la libertà della persona, una libertà su cui bisognava e bisogna continuare sempre a scommettere e alla quale non bisogna mai stancarsi di dare opportunità a tutte le persone.

Ci siamo incontrati sulla strada oltre 40 anni fa … e lasciatemi portare un saluto particolare che so che sta nel cuore profondo di Don Andrea a Don Federico che lo ha accolto, e non dimenticherò mai quando andando a San Benedetto tanti anni fa ho scoperto che Don Federico aveva anche lasciato la sua camera ai ragazzi della comunità e si era chiuso in ufficio a dormire: grazie Federico!

Ci siamo incontrati sulla strada, quella strada che ci ha insegnato a guardarci dentro, a non avere paura delle nostre contraddizioni, delle nostre ambiguità, dei nostri limiti - vi prego amici, dei nostri limiti -, e se trovate qualcuno che ha capito tutto, a nome di Don Gallo e mio salutatelo e cambiate strada per piacere! Cambiate strada!
È la strada che ci ha educato a mettere al centro la persona, la sua originalità. È la strada che ci ha insegnato che ogni persona è vita, è storia, e che la diversità è il sale della vita e che la diversità mai deve diventare avversità, mai! E voi sapete, e qui nella preghiera è stato sottolineato, nella preghiera dei fedeli, che sono storie, che sono nomi, che sono volti, non derive irreversibili, ma ogni storia è possibile!

Non ha temuto di sporcarsi le mani, non ha mai giudicato le persone dalle etichette, amava citare Don Tonino Bello che parlando di Bartolo, che dormiva in una scatola di cartone, Don Tonino scriveva (e più volte l’ho sentito ri-sottolineare da Don Andrea) che quell’uomo che dormiva a Roma in quella scatola di cartone, in quell’uomo ci sono frammenti di santità, perché Dio si prende cura di Bartolo, e diceva Tonino Bello quei cartoni sono un ostensorio.

Andrea ha cercato Dio, e come lo ha cercato anche nei tanti Bartolo di San Benedetto! Sì, amici, sono i poveri, gli ultimi, quelli che fanno più fatica, che ci aiutano ad incontrare Dio, che ci mettono in discussione, che ci indicano la strada.
Grazie Andrea per i tratti di cammino percorsi insieme quando abbiamo dato vita al CNCA, poi alla Lila, e oggi Libera, grazie per le porte che hai aperto e che hai lasciato aperte!
In quel segno condiviso di una Chiesa che accoglie, una porta che si deve aprire a chiunque, una porta che chiunque può sospingere.
Grazie per aver testimoniato una Chiesa capace davvero di stare dalla parte della dignità inviolabile della persona umana. Andrea ha incarnato, amici, la Chiesa che non dimentica la dottrina – vi prego! -, vi prego di non dimenticare questo, perché lui era fedele alla dottrina della Chiesa, il nostro Andrea, vi prego, nessuno prenda le scorciatoie con Andrea, perché non gli faremmo onore.

Andrea ha incarnato quella Chiesa che non dimentica la dottrina, ma non va mai permesso che diventi più importante la dottrina dell’attenzione per gli indifesi, per i fragili, per gli ultimi, per i dimenticati. Eh, sì, vi devo dire, e il nostro Cardinale lo sa molto bene, perché un libro che uscirà con la sua ultima intervista nei prossimi giorni, la sua gioia alla notizia del Papa Francesco. Ma sai che sono contento che Papa Francesco - ed è contento anche lui (Don Andrea Gallo) -, ha detto no a quei cristiani da salotto: l’ha detto il Papa Francesco, eh …, e quindi: No ai cristiani da salotto!

Amici, non dimenticatelo mai che il suo dare un nome alle persone che si sbattono nelle strade, nelle carceri, nei luoghi dei bisogni e delle fatiche, questo suo dare nome è andato di pari passo con un chiamare per nome le cose. E in quel libro-intervista che sta uscendo io voglio citare le sue parole –le sue parole!-, che possono forse disturbare qualcuno, dove qualcuno subito dirà ehhh … lo so! Però, è il nostro Don Gallo, vi prego di credere: era innamorato di Dio ed era innamorato dei poveri, e saldava la terra con il cielo! Ecco, e nella sua ultima intervista, che è un po’ un suo testamento credo, lui pensando proprio al Conclave quando si dice extra omnes, “fuori tutti”, lui dice non extra omnes, ma dentro tutti, dentro i gay, dentro le lesbiche, dentro gli altri, dentro i divorziati, ma poi il nostro Don Andrea termina questo forte pensiero che ci ha consegnato, dicendo che la Chiesa è misericordia prima di tutto.
Andrea non è mai stato reticente, diplomatico, calcolatore, voi la sapete -anzi! -, non ha mai mancato di denunciare che la povertà e l’emarginazione non sono fatalità, ma il prodotto di ingiustizie, di precise scelte economiche e politiche.

Ma Andrea, e tutti voi vi prego di continuare a farlo nel modo giusto, sempre serio, sempre documentato, sapendo sempre distinguere per non confondere, non dimenticandoci di far emergere le cose positive che ci sono, Andrea ha sempre inteso saldare il cielo e la terra, la solidarietà con i diritti, la dimensione spirituale con l’impegno civile. Per lui erano chiari due riferimenti: il messaggio del Vangelo e le pagine della Costituzione.
E allora le sue parole pungenti, a volte sferzanti, nascevano - lasciatemelo dire- da un grande desiderio di giustizia, - lasciatemelo dire - da un grande amore per le persone, e nell’ultimo nostro incontro avevamo … ancora una volta ci siamo detti delle parole importanti. Ci eravamo detti che si continua ad uccidere la vita, e la speranza, il diritto, la giustizia, la dignità umana. Ci siamo detti che nelle periferie del mondo si muore un po’ per giorno di globalizzazione economica, di poteri e di falsità.

Ci eravamo detti che oggi nel nostro Paese, l’Italia, si respira malessere, un malessere che si costruisce sui detriti dell’illegalità diffusa, sulla pelle dei più poveri, di chi è ai margini, sui frammenti di una sottocultura dell’arroganza, di questo crescere di “io”, dell’individualismo e dell’egoismo sociale. Ci siamo detti c’è troppo perbenismo di facciata. Ci siamo detti c’è una rete sommersa di criminalità, una rete di economia inquinata, c’è l’irresponsabilità di tanti. Ci siamo detti che il problema della Mafia non sta dentro la Mafia, ma sta in quella zona grigia che l’alimenta!
Quante volte abbiamo condiviso quel grande desiderio di verità, che lui poi esprimeva con il suo linguaggio, con i suoi modi, che a volte possono avere lasciato anche perplessi (io ci ho litigato qualche volta, ma sempre con grande rispetto e con grande affetto, perché nell’amicizia ci si può dire anche concretamente delle cose, e mi sembra importante e fondamentale), ma abbiamo parlato tante volte e condiviso quel desiderio di verità, il G8, la morte di Carlo Giuliani, quella ferita interminabile, quella sana rabbia – sana! – di fronte alla base americana a Vicenza: ma che ce ne facciamo! Ma soprattutto il chiedersi il senso di grandi opere quando non ci sono i soldi per i servizi, per le politiche sociali, per i poveri.

C’eravamo tante volte trovati nelle carceri e gridiamo ancora una volta insieme a lui la vergogna delle carceri, e delle Cie, gabbie per emigranti, non è possibile! Non potrò mai dimenticare le lacrime che ho visto nei suoi occhi quando mi ha parlato dei suoi 50 anni di Messa, ma poi soprattutto di averli festeggiati con le amiche trans a Vico Untoria, e il loro coro … e il loro coro! Non possiamo dimenticare quelle mani blu contro chi voleva schedare i Rom, e soprattutto la sua grande preoccupazione per le politiche sulle dipendenze sempre più deboli e distanti, la battaglia perché l’acqua resti un bene di tutti, … di tutti! E allora le sue battaglie sono state e sono anche le nostre battaglie.
Ma penso anche alla sua vicinanza ai Camagli, alla Compagnia Unica che l’ha accompagnato fino a qui, agli operai che lottano per il lavoro - la sua vicinanza! -. E allora voi capite (e lasciatemi tornare a Don Gallo Sacerdote che mi sta qui a cuore), sapeva cercare nell’umanità del Vangelo la piattaforma comune per cercare tutto ciò che ci unisce.
E voi lo sapete che non ha mai distinto nel suo accogliere tra credenti e non credenti, persone con strade e percorsi diversi, ma non faceva sconti a nessuno, e soprattutto chi sceglieva l’indifferenza e la delega. E se oggi siamo in tanti qui davanti a lui, è perché lui ha vissuto il Battesimo – lui ha vissuto il Battesimo! – e non ha mai chiesto le credenziali di fede a nessuno! Era però esigente, e voleva che tutti e ciascuno imparassero a stare alla tavola dei poveri.
Dobbiamo stare alla tavola dei poveri, amici, tutti. In quell’intervista, che è il suo testamento, lui dice queste parole: “C’è il rischio nel commentare l’attualità di lanciare un bollettino di guerra. Io però mi colloco tra coloro che vogliono invece impegnarsi, che desiderano spendere energie, studio, capacità, relazioni. È vero che il male urla forte, ma la speranza urla ancora più forte!”. È Don Gallo!

E allora: Ciao! Glielo diciamo come siamo capaci, ognuno … “Ciao” al nostro Don Gallo, il Don. E chiediamo, non per lui (che già il Padreterno l’ha abbracciato … - l’ha abbracciato! -, è un vulcano di Dio lassù, eh, Don Gallo), ma attenzione chiediamo a Dio – e tu (rivolto al Cardinal Bagnasco) fa’ la benedizione così – che Dio ci dia una bella pedata a tutti, la pedata di tutti perché nessuno si senta mai a posto, mai arrivati, che il morso del più ci appartenga, che San Benedetto, con voi, tutti con voi, continui questa strada che il nostro Don Gallo ha costruito. Auguri, e Ciao Don Gallo!»

giovedì 30 maggio 2013

GNOCCHI USTIONANTI

Ragazzi, che piattone che vi ho preparato questa settimana! Sono gnocchi veramente stratosferici, occhio che sono bollenti!!! Buon appetito.

mercoledì 29 maggio 2013

UN PUGNO NELL'OCCHIO

Le luci erano basse nel bar dell'hotel, in netto contrasto alla notte prima, quando le luci stroboscopiche e il suono martellante della musica techno, avevano spinto Chris a bere troppo. Ancora una volta. Sebbene sapesse che c'erano altri modi più sicuri per affrontare la noia, Chris non aveva mai avuto una visione della vita da persona oculata. Preferiva rischiare. Sembrava cercasse di perdersi nella continuità della vita “on the road”. Quando il club aveva chiuso la sera prima, si era trovato nel parcheggio con un gruppo chiassoso di altri uomini e, prima di accorgersene, il gioco era diventato un combattimento reale. Risultato: qualche livido sul corpo e un vistoso occhio nero.

Per tutto il giorno aveva cercato di nascondere l'occhio nero: durante la giornata si era abbassato la lunga frangia e infilato un paio di occhiali scuri, riuscendo a sfuggire agli sguardi indiscreti dei clienti. Alla fine della giornata finalmente riuscì a nascondersi nel bar. Sapeva che non avrebbe dovuto bere alcool, ma La sua vita ormai era impostata sull’avanti tutta e doveva mantenere il ritmo.

Era difficile starsene seduto al bar ignorando il dolore lancinante del suo occhio. Cercò di controllarlo, stringendo le mani sulla barra del bancone, appoggiandoci ogni tanto il bicchiere gelato del suo drink, pieno di cubetti di ghiaccio. Chris non avrebbe mai accettato la sconfitta e non avrebbe mai permesso a nessuno di vedere che aveva qualche debolezza. Soprattutto questo. Se le cose erano fuori controllo, non si aspettava che nessuno intervenisse a risolverle al posto suo.

Un profumo caldo solleticò il suo naso e gli evocò un ricordo di forza e sicurezza. Chris chiuse gli occhi per lo spazio di un battito di cuore e, quando li riaprì, trovò Sean seduto accanto a lui. Chris si sentì stordito alla vista del suo ex amante vestito con un immacolato abito blu marina.

"Da dove vieni?" mormorò Chris prendendo il bicchiere vuoto tra le mani e posandolo poi immediatamente. Ora doveva montare sul ring che aveva lasciato e combattere nuovamente. Era così estenuante!

Sean appoggiò una mano sulla barra, vicino a Chris, ma senza toccarlo.

"Grey Goose, tonico" disse Chris al barista e, quando questi si voltò per preparare le loro bevande, mormorò: "Non hai risposto alla mia domanda."

"Non era necessaria una risposta" rispose Sean tranquillo. "Non ha importanza da dove sono venuto dato che ora sono qui". Poi girò lo sguardo verso Chris e aggiunse "quando hai più bisogno di me."

Il barista appoggiò i cocktails di fronte a loro, Chris chinò il capo.

"Fa male?" chiese Sean.

Chris cercò di riprendere il suo solito atteggiamento arrogante ma crollò e si limitò ad annuire.

Sean prese il suo drink, si prese un momento per annusare il liquido profumato, poi fece un piccolo sorso. Posò quindi il bicchiere sul bancone, infilò la mano nella tasca anteriore della sua giacca elegante e, prendendo la tesserina magnetizzata con la chiave della camera, la fece scivolare sul bancone, spingendola contro la mano di Chris.

Con un movimento altrettanto fluido, Chris prese la chiave e spinse la bevanda fresca da una parte.

Abbassando la voce in modo che solo Chris potesse sentirlo, Sean disse: "Quattro-zero-otto. Ho lasciato un guanto di spugna in un secchio di ghiaccio nella stanza da bagno."

“Grazie” mormorò Chris. Spinse indietro il suo sgabello e lasciò il bar.

Nella stanza trovò le coperte tirate indietro e un grande vaso di margherite accanto al letto. Chris si spogliò dei vestiti, trovò il panno ghiacciato dove Sean l’aveva lasciato e si distese sul letto. Appena il fresco calmante del tessuto cominciò ad avere un effetto magicamente lenitivo, l’uomo scivolò in un ricordo di Sean e di margherite.

Le loro strade si erano incrociate molte volte all’inizio. Entrambi erano piazzisti e non si stabilivano mai in un posto troppo a lungo, così gli incontri avevano sempre un’aria casuale. Una notte erano finalmente andati a letto insieme e fu un'esperienza inebriante. Cominciarono così ad organizzare piani di viaggio in modo da incontrarsi sempre più spesso.

Una notte Sean si era presentato con un mazzo di margherite. Sean era un uomo fiero e aveva un atteggiamento molto virile, più forte di quello di Chris, quindi la vista di lui con un grande mazzo di margherite era qualcosa di incongruo. Ma quando si era seduto a gambe incrociate sul letto e aveva cominciato il canto familiare “m’ama, non m’ama...”, Chris venne praticamente ipnotizzato. In qualche modo sapeva che l'ultimo petalo avrebbe profetizzato che Sean lo amava.

Poco dopo Sean lo raggiunse, Chris era scivolato in un dormiveglia di sonno. Con un sorriso dolce, Sean prese il panno ormai non più freddo e lo mise da parte, poi si spogliò e scivolò dietro a Chris nel letto. Premette le morbide labbra contro la nuca di Chris e fece scivolare la mano sul suo fianco fino a raggiungere il sesso di Chris.

Intontito dal dormiveglia, Chris allungò la sua mano su quella di Sean e mormorò sottovoce "Che bello..."

Accarezzandolo pigramente, Sean gli sussurrò: "E' sempre bello, Chris, quando siamo io e te." Si tirò indietro abbastanza per permettere a Chris di girarsi verso di lui.

Con le loro fronti premute una contro l’altra, Chris spostò la mano sull'erezione di Sean. Mentre premeva le sue labbra su quelle del suo amante cominciò il movimento di stimolazione.

Con un gemito, Sean si avvicinò ulteriormente e avvolse la sua grande mano intorno a entrambi i loro membri. La sua bocca si chiuse sopra quella di Chris per un bacio profondo.

Chris alzò la gamba e si sistemò sopra la schiena di Sean, tirandolo più vicino a sé. "Questo è solo l'inizio, amore mio" mormorò.

Con un bacio gentile, Sean lasciò la presa e intrecciò le gambe a quelle del suo compagno, sotto le coperte.

La notte era tutt'altro che finita.

martedì 28 maggio 2013

L'UCCELLO CON DUE TESTE



C’era una volta un uccello con due teste e un corpo: la testa di destra era vorace e abilissima nella ricerca del cibo, mentre quella di sinistra, altrettanto ghiotta, era maldestra.
La testa di destra riusciva sempre a nutrirsi a sazietà, mentre quella di sinistra era incessantemente tormentata dalla fame.
E così un giorno la testa sinistra disse alla destra: “Conosco, qui vicino, un’erba squisita di cui ti delizieresti: vieni, ti conduco dove cresce “.
In realtà sapeva che quel’erba era velenosa, ma voleva con questo stratagemma uccidere l’altra testa, per poter poi mangiare a piacimento.
E la testa di destra mangiò l’erba, e il veleno uccise l’uccello dalle due teste.

lunedì 27 maggio 2013

RIMANI DAVANTI AI MIEI OCCHI



Rimani davanti ai miei occhi, e lascia
che il tuo sguardo infiammi i miei canti.
Resta fra le tue stelle, e alla loro luce
lascia ch'io accenda la mia adorazione.
La terra rimane in attesa
sul ciglio della strada del mondo;
Rimani in piedi sul verde mantello
ch'essa ha steso sul tuo cammino;
e fa ch'io senta nei fiori di campo
il prolungamento del mio saluto.
Resta nella mia sera solitaria
dove il mio cuore veglia da solo;
e colma la coppa della sua solitudine,
che sente in me l'infinità del tuo amore.

(Rabindranath Tagore)

domenica 26 maggio 2013

SS. TRINITA'

SANTISSIMA TRINITA' (ANNO C)



In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv. 16, 12-15)




Il giorno di Pentecoste Gesù comunica se stesso ai discepoli per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo. La piena rivelazione di Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo si ha nel mistero della Pasqua, quando Gesù dona la vita per amore dei suoi discepoli. Bisognava che questi sperimentassero innanzitutto il supremo dono dell’amore compiuto da Gesù per comprendere la realtà di Dio Amore che dona tutto se stesso. Egli, oltre a perdonare i peccati e a riconciliare l’uomo con sé, lo chiama ad una comunione piena di vita (“In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me ed io in voi”: Gv 14,20); gli rivela la ricchezza dei suoi doni e della speranza della gloria futura (Ef 1,17-20); li chiama ad una vita di santità e di donazione nell’amore al prossimo (“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”: Gv 15,12). Anch’essi sull’esempio del loro maestro sono chiamati a dare la vita per i fratelli (“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”: Gv 15,13). Per ora essi sono incapaci di accogliere e accettare tali realtà. Lo Spirito Santo farà entrare nel cuore degli apostoli l’amore di Cristo crocifisso e risuscitato per loro, li consacrerà a lui in una vita di santità e d’amore, li voterà alla salvezza delle anime. Non saranno più essi a vivere, ma Gesù in loro (cf. Gal 2,20). Ogni cristiano nel corso del suo cammino è chiamato ad arrendersi all’amore e allo Spirito di Cristo crocifisso e risorto. Oggi è il giorno della decisione.

 

venerdì 24 maggio 2013

LA LEGGE DI DIO


Riflessioni bibliche di Candace* Chellew-Hodge tratto da whosoever.org, liberamente tradotto da una volontaria di "Progetto Gionata"

“Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (Geremia 31, 33). 

LEGGE. È sorprendente come quattro lettere in fila una dopo l’altra possano causare una così grande costernazione, e forse anche una repulsione totale, nei cuori e nelle menti di gay, lesbiche e transessuali.

LEGGE. È quello che la destra religiosa dice che violiamo ogni volta che ci innamoriamo di qualcuno del nostro stesso sesso.

LEGGE. È quello che la destra religiosa continua a cercare di metterci davanti per impedirci di sposarci legalmente con una persona del nostro stesso sesso.

LEGGE. È quello che la destra religiosa dice che ci tiene lontani non solo dalla parità di trattamento per quanto riguarda casa, matrimonio o servizi pubblici, è quel che trattiene noi, sporchi omosessuali, dall’insozzare il loro bel paradiso etero.

LEGGE. Abbiamo davvero buone ragioni per odiare queste quattro lettere messe in ordine così.

Ma, l’unica cosa giusta per le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) è la riabilitazione. Possiamo prendere vecchi edifici e ristrutturarli fino a farli essere come nuovi. Possiamo prendere le case del vicinato e riportarle al loro antico splendore. Possiamo riprenderci il matrimonio e riportarlo al suo primitivo significato di unione amorosa. Possiamo prendere brutte parole come “frocio”, “lesbicaccia" (dyke), “queer” e “camionista" (butch) e renderle stupende e possenti.

Io dico di applicare questo talento anche a questa odiosa parola: la LEGGE. Geremia ce ne mostra il modo in questo passaggio – ma prima abbiamo bisogno di contestualizzare un po’.
Questo passaggio è estrapolato dal cosiddetto “Libro della Consolazione” di Geremia – un profeta che non è certo noto per le sue parole di consolazione. Comunque, in questo passaggio, egli rassicura il popolo ebreo che Dio non li ha abbandonati. Infatti, Dio è pronto a perdonare tutte le trasgressioni passate e realizzare una nuova promessa con il popolo della quale la professoressa Amy Erickson – insegnante presso la Illiff School of Theology – scrive che “taglia fuori gli intermediari e le istituzioni. Egli concepisce una relazione tra divino e umano non corrotta da autorità e passioni. La nuova alleanza non sarà più affidata all’elite; piuttosto sarà inscritta nel cuore di ogni uomo. in questo futuro non ci sarà posto per le gerarchie. ‘Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti [lo] conosceranno (Geremia 31,34).”

Il che, quando ci si pensa, è una cattiva notizia per quelli che predicano che tutti gli altri sono condannati da Dio. Se pensiamo alla nostra situazione come cristiani LGBT, questo significa che non dobbiamo più prestare ascolto a quelli che dicono che non siamo degni dell’amore e dell’approvazione di Dio. Non dobbiamo più ascoltare l’“elite” anti-gay che predica che Dio ci odia perché siamo così. Non dobbiamo più ascoltarli blaterare a proposito della LEGGE – perché loro non detengono più la legge – ce l’abbiamo noi.

“Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo”. Geremia riporta ciò che Dio ha detto al suo popolo – e lo dice ancora oggi. La legge non è qualcosa di cui aver paura, non è qualcosa di alieno che vien giù dall’alto tramite preghiere, istituzioni, chiese o anche il governo. La LEGGE è inscritta in ognuno di noi, e aspetta di essere scoperta, vista per la forza vitale che essa è veramente, e vissuta quanto più pienamente possiamo.

Il che, forse, pone la domanda: “Cos’è la LEGGE?”.  Se si sentono i predicatori anti-gay, l’unica legge che ci riguarda a cui sono interessati è quella del Levitico, o la lettera ai Romani, o la prima ai Corinzi. Vogliono che ascoltiamo la LEGGE moderna che hanno letto in queste antiche parole contro la prostituzione, la promiscuità e l’adorazione degli idoli, mettendo la loro interpretazione moderna in questi testi il cui significato originale è quanto meno frainteso, nella peggior ipotesi completamente errato.

Ma questa non è la LEGGE di cui Geremia parla. Questa nuova alleanza non è come la precedente, che era basata soltanto sul seguire alla lettera la legge di Dio da parte del popolo ebraico. No, questa è un’alleanza di grazia, un’alleanza di perdono – un’alleanza che invita non solo queste popolazioni antiche, ma la gente dei giorni nostri, ad una relazione con Dio basata sulla legge dell’amore, della grazia e del perdono.

Vivere in questa LEGGE, allora, non è mantenere la purezza rituale o cercare di barcamenarsi tra divieti e proibizioni. Invece concerne il vivere una relazione giusta con gli altri – Dio, la famiglia e specialmente i nemici. Nessuno ha più bisogno di spiegare all’altro la LEGGE, perché è scritta nel nostro cuore – e quel che abita nei nostri cuori è la legge dell’amore, la legge della misericordia, la legge del perdono, la legge contro la durezza di cuore verso gli altri.

Questo significa, fratelli e sorelle LGBT, che siamo anche noi popolo di Dio – scelti, amati, fatti a Sua immagine.

Significa anche che coloro che induriscono il cuore contro di noi sono anche loro figli di Dio – scelti, amati, fatti ad immagine della sua santità.

Questo vuol dire che questo brano è una buona notizia per tutti noi, perché dà grazia e capacità di perdono a tutti quelli che inteneriscono il proprio cuore e cercano di vedere l’immagine di Dio che si riflette nell’altro – non importa quanto a fondo dobbiamo guardare per vederla.

Geremia porta buone notizie ai credenti LGBT – noi siamo popolo di Dio, con la legge dell’amore di Dio scritta in profondità nei nostri cuori.

Ma il profeta ha buone notizie anche per quelli che ci odiano e predicano contro di noi. La nuova alleanza è aperta anche a loro, e il loro odio vergognoso contro i loro fratelli e sorelle LGBT, può, e deve essere, perdonato. Sì!


* Candace Chellew-Hodge è una pastora battista fondatrice ed editore di Whosoever: An Online Magazine for GLBT Christians. Her first book, Bulletproof Faith: A Spiritual Survival Guide for Gay and Lesbian Christians, pubblicato da Jossey-Bass è disponibile su http://www.bulletproofbook.com.
Attualmente presta il suo servizio pastorale presso Jubilee! Circle, una comunità a Columbia, in South Carolina (USA). È anche una direttrice spirituale. Blogga regolarmente su Religion Dispatches. La sua e-mail è editor@whosoever.org Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .



Testo original: The Law and How to Love It

giovedì 23 maggio 2013

GNOCCHI GEMELLI

Tutti gli gnocchi del segno dei gemelli.


Gemelli 21 maggio – 21 giugno
Chris Evans
Anderson Cooper
Raymond Burr
Brando Giorgi
Eduardo Verastegui
Laurence Olivier
Daniele Pecci
Eric Close
Dash Mihok
Ian McKellen
Ray Stevenson
John Wayne
Richard Harrison
Eddie McClintok
Joseph Fiennes
Chris Colfer
Jessie Bradford
Helmut Berger
Rupert Everett
Adrian Paul
David Burtka
Clint Walker
Keir Dullea
Ted McGinley
Clint Eastwood
Gregory Harrison
Sebastian Koch
Colin Farrell
Bekim Fehmiu
Adam Garcia
Walter Nudo
Zachary Quinto
Dominic Cooper
Johnny Weissmuller
Christopher Bernau
Dennis Haysbert
Liam Cunningham
Tony Curtis
James Purefoy

Bruce Dern

Parker Stevenson

James Callis

Noah Wyle
Alessandro Roja
Tim Rozon
Christian Boeving
Mark Wahlberg
Chad Allen
Steve Hooper
François Sagat
Jason Isaacs
Tom Jones
Liam Neeson
Reg Park
Dan Futterman
Mark Feuerstein
David Sutcliffe
Eion Bailey
Josh Pence
Micheal J. Fox
Johnny Depp
Josh Hamilton
Sagamore Stèvenin
Brian Wade
Vincent Pèrez
Mark Dupoud
Costantino Vitagliano
Michele Lastella
Shane West
Ed Bishop
Chad Everett
Micheal Swan
Hugh Laurie
Bruce Boxleitner
Sergio Assisi
Flavio Montrucchio
Massimo Girotti
James Stewart
Matt McCoy