L’esibizione dei trapezisti ebbe termine, tutto era andato bene, anche il doppio salto mortale di Martino. C’era stata una leggera titubanza da parte della donna, ma il pubblico non se n’era accorto. I tre fratelli si lasciarono cadere sulla rete di protezione e ognuno si calò sulla pista facendo un’elegante piroetta.
“I mitici fratelli Bertini!!!” esclamò il presentatore al pubblico presentandoli nuovamente.
Gli applausi scrosciarono sotto il tendone. I due uomini e la donna salutarono il pubblico e uscirono dal sipario posteriore che chiudeva la scena. Pippo e Fanfulla, i due pagliacci intrattenitori, erano già entrati per il loro usuale siparietto comico tra un numero e l’altro. I tre indossarono i mantelli copricostume e s’incamminarono verso il caravan che era la loro abitazione.
“Domani dovremo studiare qualche altra figura” disse il capogruppo indiscusso del terzetto, aprendo la porta del camper. “Sto cominciando ad annoiarmi a fare continuamente gli stessi numeri”.
Romina, sua sorella, sbuffò irritata: “Se non cambi l’esibizione una volta al mese non sei contento, Italo”. Poi gli voltò la schiena e si raccolse i capelli con le mani, in una muta richiesta di collaborazione. Lui le aprì la cerniera lampo del costume senza bisogno che gli venisse chiesto: gesti consueti di ogni dopo spettacolo.
“Andiamo al cinema stasera?” chiese Martino speranzoso, “Voglio andare a vedere quel nuovo film con Fred Astaire”.
Romina si sfilò l’abito di scena: “Andate voi, io ho mal di testa”.
“Ecco spiegato il motivo del doppio passaggio del trapezio nella tripla volée” brontolò Italo “Quando hai le tue cose, non riesci a contare”.
“Cretino” sentenziò lei lapidaria.
“Ritorna a scuola a imparare i numeri” fu il suggerimento del fratello.
Martino alzò gli occhi al cielo: “Non ricominciate a litigare voi due. Vorrei che vostro padre fosse ancora qui, per potervi prendere a sculacciate!”
Italo si tolse la tuta aderente che fasciava il suo corpo muscoloso. Era lui che faceva il lavoro duro dei tre, sosteneva, tratteneva e rilasciava con destrezza e capacità il peso dei suoi due colleghi, quando essi disegnavano le loro acrobazie nell’aria mentre il pubblico li seguiva da dieci metri più sotto, tutti col naso all’insù.
Il silenzio scese tra di loro mentre si spogliavano degli abiti di scena. Martino li guardò compiaciuto: “Bravi i miei bambini”. Se Italo era il capo del gruppo, l’uomo più giovane era quello che li saldava come un collante. Senza di lui, Romina e suo fratello avrebbero già preso da tempo due strade diverse. Solo per il pubblico del circo erano i Mitici fratelli Bertini. “Allora Italo, mi porti al cine?” chiese nuovamente l’uomo avvicinandosi all’altro con aria seducente vestito solamente degli indumenti intimi.
Il gigante si alzò dallo sgabello e aprì le grandi braccia: “Se me lo chiedi così”, sospirò mentre i suoi pettorali si gonfiavano per il movimento “come faccio a dirti di noi, passerotto”.
Martino si rifugiò nel suo abbraccio: “Credo che lo diano al Capitol” disse accarezzando la folta peluria che ricopriva il torace del suo compagno.
“Non possiamo aspettare che lo diano all’Ariston che è più vicino?” si lamentò Italo stringendogli affettuosamente i glutei fra le sue grandi mani.
Il più giovane dei due mise il broncio: “Eddai, possiamo prendere la filovia” propose guardandolo dal basso.
“Passerottino, ma sono pur sempre duecento lire risparmiate se andiamo all’Ariston”.
“Quattrocento” lo corresse la sorella “Duecento di andata e duecento al ritorno”.
“Stai zitta tu! Stai lavorando per il nemico”, la sgridò Martino in tono burbero.
Romina rise con quella sua voce argentina. Sapeva che suo “cognato” le voleva un bene dell’anima. Qualche volta sembravano più loro due il fratello e la sorella effettivi, che non il vero consanguineo di lei.
“Idea, chiediamo il tandem a Pippo e Fanfulla!” esclamò Martino entusiasta dell’idea.
Italo lo guardò scandalizzato: “Ma sei matto, passerotto? Io non vado in giro per la città sul tandem di due pagliacci!”
“Anche se è un tandem tutto colorato non vuol dire che sia per forza di due clown!” ribatté l’altro strizzandogli un capezzolo giocosamente.
“Assolutamente no. E’ fuori discussione”
“Neanche se io vado davanti, bocconcino? Così puoi guardarmi il culo mentre andiamo…” e gli fece l’occhiolino.
Ridendo con la sua vociona profonda, Italo lo prese in braccio senza sforzo: “L’idea non mi dispiace però” e gli depose un bacio sulle labbra.
Romina fece finta di avere i conati di vomito: “Sto per avere un attacco di diabete con tutto questo zucchero. Ve le do io le quattrocento lire, così la facciamo finita”.
“Grazie amore mio!” scherzò Martino soffiandole un bacio sul palmo della mano. Lei gli fece un gesto per dirgli di smetterla, poi entrò nel vano dove c’era il suo letto e chiuse la porta.
“Allora finiamo di vestirci e andiamo al cinema” concluse Italo mettendo giù il suo compagno che era ancora avvinghiato con le gambe sui suoi fianchi.
“E chi vuole andare al cinema?” chiese Martino candidamente.
L’altro lo guardò confuso e aprì le mani come se non capisse. Il compagno gli sorrise e gli schiacciò l’occhio: “Non volevi avere la visione del mio sederino davanti ai tuoi occhi?” gli prese la mano e lo tirò verso la loro cameretta. “Fred Astaire può aspettare quando lo daranno all’Ariston. Ora portami a fare un giro in tandem” lo spinse sul letto e chiuse la porta.
Tu dici che tra Bud Lancaster e Tony Curtis ci fosse del tenero?
RispondiEliminaEh eh... che dire... alla fine mi sono fatta pure una bella risata.
Se non ricordo male, nelle varie tipologie da te affrontate, questa è la prima volta che capita.
La Spagna ti ha fatto tornare l'allegria!!! Bene...
Però la scena del tandem me la sarei goduta sicuramente :-)
Stai spaziando alla grande Eagle! Generi diversi, emozioni diverse. Un racconto "leggero" non per questo meno importante. Anzi, godibile, scorrevole uno scorcio di vita comune inscenato in altri tempi. Che a parte gli euro/lire non sono affatto diversi da oggi. Scrivi sempre meglio, a mio avviso, è nettamente superiore come qualità ed originalità, insieme a molti altri dei tuoi racconti, a certe storie brevi che vengono pubblicate.
RispondiEliminaGrazie ragazze per i complimenti, sempre graditi!!!
RispondiEliminaBello come sempre il tuo racconto Eagle...
RispondiEliminaIn più oggi ci hai trasportato in un'epoca che non esiste più, come le lire o i televisori in bianco e nero....che ricordo con nostalgia...
Grazie per le emozioni che ci regali ogni volta...
Grazie anche a te tesorino.
RispondiEliminaUno dei film dove c'è da shippare/slashare di più ;-) Tony Curtis mi sembra abbia fatto sentire la sua voce di dissenso quando Brokeback Mountain ha fatto incetta di nomination all'Oscar. Comunque, se leggete in inglese, consiglio sul tema dei trapezisti The Catch Trap di Marion Zimmer Bradley.
RispondiEliminaGrazie per il consiglio Emanuela.
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