venerdì 31 gennaio 2014

ADOLESCENTI GAY



Riflessioni di Susan Cottrell pubblicate sul blog FreedHearts (USA) nel 10 Dicembre 2013, liberamente tradotte da un volontario di Progetto Gionata.

“Mia sorella ama le ragazze, e questo va bene! Dio ci ama tutti, donne e uomini, quindi è tutto a posto.” - una bambina di 6 anni. Quando un figlio omosessuale fa “coming out”, come deve comportarsi la famiglia nei confronti dei fratelli più piccoli? Può essere difficile.
La famiglia deve non solo confrontarsi con la situazione, ma anche vedere cosa è appropriato per l'età dei piccoli. Devono dirglielo? Evitare l'argomento? Capiranno? Vorranno più informazioni? Quanto è “troppo giovane”? E riguardo alla privacy?
Potete spiegargli che questa è una “faccenda privata della famiglia”, ma si sa che i bambini sono indiscreti riguardo alle cose di famiglia, private o meno, e il prezzo da pagare per una famiglia di cui viene rivelato questo segreto a scuola o in chiesa può essere molto alto.
La mia prima risposta è sempre di pregare perché Dio ci guidi, e di seguirlo. Una famiglia può avere una conversazione aperta riguardo all'argomento in generale, senza parlare del fratello gay in particolare.
“Alcuni ragazzi amano i ragazzi e alcune ragazze amano le ragazze” può avere un significato comprensibile per un bambino. Potrebbe richiedere qualche spiegazione in più, ma non molto. I bambini possono capire cose che spesso gli adulti non comprendono. E a volte loro sono già molto avanti.
La mia amica, che ha accettato la sua figlia omosessuale fin dall'inizio, era abbastanza preoccupata su come comportarsi coi suoi figli più piccoli, in particolare perché sapeva che avrebbero parlato apertamente, come fanno i bambini, e non sapeva cosa sarebbe successo se lo avessero detto ad esempio a scuola o in chiesa (è una città molto piccola con una chiesa legalista).
Poi ricevette un biglietto dall'insegnante delle gemelle. La mia amica me lo ha fatto vedere: “Tutta questa preoccupazione riguardo al fatto che le mie gemelle di sei anni scoprissero che loro sorella è omosessuale.
Stavano facendo lezione a scuola oggi riguardo alle diverse famiglie. Così tutti loro hanno disegnato delle immagini. Be', le mie bambine hanno disegnato noi tutto e anche il ragazzo di Kaitlin e la ragazza di Lauren!
La maestra ha chiesto loro di spiegare, e Brenna le ha risposto: “Mia sorella ama le ragazze, e questo va bene! Dio ci ama tutti, donne e uomini, quindi è tutto a posto”. E Jessie ha detto orgogliosa: “Mia mamma dice che la nostra famiglia è molto fortunata e speciale ad avere un dono come un figlio omosessuale”. Ha detto alla maestra: “Dio sta mostrando alla mia mamma vero amore e grazia, quindi la nostra famiglia è speciale. La tua lo è?”. La maestra ha detto che non poteva rispondere.

E' affascinante quanto loro riescano a sentire anche se noi pensiamo che non lo facciano. Potrebbe non essere una via semplice, ma potrebbe non essere difficile come vi aspettate. Lasciate che sia Dio a guidarvi e fidatevi dei vostri figli. Loro hanno una maniera magnifica di amare in maniera pura, come Cristo.


Tradotto dall'originale  Telling Younger Ones About Gay Siblings

giovedì 30 gennaio 2014

GNOCCHI IN BARBA

Che barba! Annoiati? Ci pensa il vostro amico Eaglehawk a divertirvi un poco, grazie alla ricetta settimanale degli gnocchi. Ai miei lettori dai gusti pretenziosi, questa settimana ho preparato un piattino di gnocchi con la barba. Deliziosi! 



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martedì 28 gennaio 2014

IL LUPO E I CANI RANDAGI



Era una regione fredda e ostile quella in cui viveva il grande branco del lupo più furbo e intelligente che si fosse mai visto. I suoi simili lo seguivano con rispetto e obbedivano ad ogni suo ordine, timorosi di con tradirlo ben conoscendo la portata della sua forza. Esso era soprannominato "Il Pirata" a causa di quella benda scura che gli copriva l'occhio sinistro perso in chissà quali battaglie.

Molte giovani lupe si erano innamorate di lui, colpite da quel suo fare sicuro e deciso e da quella sua aria sempre un poco malinconica. Ma il lupo non aveva voluto formare una famiglia perché quel suo spirito di avventuriero gli impediva di avere un focolare dove vivere. Ultimamente però, quel vecchio lupo aveva dei problemi. Si trattava del cibo. Purtroppo il gelo dell'inverno aveva fatto fuggire ogni preda e distrutto ogni raccolto facendo scarseggiare il mangiare. Inoltre un feroce branco di cani selvatici si aggirava da quelle parti, rubando e invadendo ogni cosa appartenente ai lupi. Per questo decise di affrontare il comandante dei cani in un'unica e decisiva battaglia al termine della quale il vincitore avrebbe preso pieno possesso di tutto il territorio scacciando il perdente. I cani, muniti di prepotenza e spavalderia, accettarono volentieri il confronto sicuri di sconfiggere gli avversari.

L'esito della battaglia fu invece favorevole per i lupi guidati dall'abilissimo lupo che ormai abituato alla lotta, sferrò un attacco compatto e decisivo. I cani, disordinati e divisi cercarono di difendersi in qualche modo ma persero comunque la guerra fuggendo via sconfitti.

"La migliore arma per vincere qualsiasi battaglia è l'unione!" Spiegò al suo felice branco di lupi. "I cani appartenevano a razze diverse ed era impossibile riuscire a coordinarli. Per questo abbiamo vinto!" Così, in un coro di grida gioiose i lupi riacquistarono la padronanza del loro territorio.

La concordia e la compattezza insieme con l'uniformità delle usanze fanno la forza di un esercito.

Esopo

lunedì 27 gennaio 2014

ASPETTAVO TE


Ho percorso abissi del tempo,
ho camminato nei gorghi di solitudini,
sono passato sopra voragini di disperazione,
di noia, con gli anni che sono venuti e andati.
Ho attraversato giorni uguali,
giorni solitari e gli oceani del tempo,
per trovarti, per aspettarti;
ti ho cercato, in giorni insipidi e tediosi,
tra panchine solitarie, piene di foglie,
in giorni bui, di pioggia, in giorni vuoti,
e adesso ci sei tu, ti ho trovato e non ti lascerò,
finché vorrai… finché ci sarò..


Anonimo

domenica 26 gennaio 2014

CONVERTITEVI!


III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)




Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. (Mt. 4, 12-23)

L’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce. Nella nostra vita, vediamo spesso tenebre, resistenze, difficoltà, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come un’enorme montagna, problemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito...
È tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la buona parola: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita. Egli ha mandato Gesù per condividere con voi le vostre pene. Voi potete contare su di lui che è al vostro fianco, luce nell’oscurità.
Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. È lui. Non è né il nostro lavoro, né il nostro sapere, né il nostro successo. È lui, e la luce che ci distribuisce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, né sulla considerazione o l’influenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perché Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, e qualsiasi sia il nostro merito. La sua luce penetra nelle nostre tenebre più profonde, anche là dove ci sentiamo radicalmente rimessi in causa, essa penetra nel nostro errore. Possiamo fidarci proprio quando sentiamo i limiti della nostra vita, quando questa ci pesa e il suo senso sembra sfuggirci. Il popolo immenso nelle tenebre ha visto una luce luminosa; una luce è apparsa a coloro che erano nel buio regno della morte!

venerdì 24 gennaio 2014

RACCONTO DI UNA MONACA



Articolo di Maria José Barco pubblicato sul sito cascaraamarga (Spagna) il 7 aprile 2012, liberamente tradotto da un volontario di Progetto Gionata

La fede a volte è in contraddizione con i dettami del nostro cuore. E' il caso di Maria José Rosillo Torralba, di Siviglia, psicologa, educatrice sociale e teologa femminista, alla quale è successo, come del resto a molte altre donne, che il suo orientamento sessuale fosse in contrasto con la sua fede cattolica.
Iscritta solo per tre anni in un collegio religioso, ebbe presto ben chiara un'idea: Santa Teresa sarebbe stata l'esempio da seguire. "Mi parlarono del potere di Teresa, che in nessun momento dubitò di seguire il suo cuore, nonostante le incomprensioni, le critiche o le minacce".
All'inizio degli anni '80, Maria Josè iniziò gli studi in un istituto misto, dove ebbe i suoi primi contatti con ragazzi, compresi i suoi primi "fidanzatini".
Ma queste relazioni suscitarono in lei molti dubbi, che la portarono a rompere con questo aspetto di "ragazza in cerca di marito" socialmente accettata.
In questi momenti difficili "mi sono sempre sentita protetta da Colui che mi ama, e che non ha mai smesso di indicarmi la direzione della mia strada" ricorda Maria José.
Alcune casualità del destino la portano a prendere nuovamente contatto con la congregazione religiosa delle Teresiane, per le quali Maria José nutre grande ammirazione.

L'anno e mezzo di formazione religiosa è ricordato dalla nostra protagonista con tanto affetto e nostalgia. Scoprire il valore della vita comunitaria, la guida delle maestre o la presenza spirituale di Colui che ella tanto amava, furono per lei esperienze vitali.
Ed è qui che si innamora per la prima volta di una donna. In questo momento riesce a dare un nome a quei sentimenti che in passato aveva provato per alcune compagne di classe o guide religiose, verso le quali nutriva una grande ammirazione.

Il suo desiderio di essere coerente con se stessa e con i propri valori la spingono a prendere una difficile decisione e così abbandona la congregazione delle Teresiane. Non può continuare con la vita che sta conducendo, ora che è innamorata di un'altra donna, sua compagna nell'attività religiosa.
Maria José lo ricorda, ancora con le lacrime agli occhi, come il suo grande conflitto, il dover cercare il suo nuovo percorso fuori dalla vita che tanto amava.
Gli anni seguenti, all'università, la portarono a conoscere persone, soprattutto donne, con cui poter parlare apertamente dei suoi sentimenti.
Ma la sua situazione non era compresa con facilità nemmeno dalle persone che le stavano accanto. Maria José si trovava ad affrontare domande come: "Come puoi essere lesbica e anche cattolica?".
Davanti a questa incomprensione la nostra sivigliana si sentì sola, emarginata, persa in un mondo caotico nel quale non riusciva ad inserirsi né in un posto né in un altro.

Arrabbiata con Lui, non era però capace di smettere di amarlo. Se aveva qualcosa di molto chiaro in questo mondo caotico che la ubriacava era il fatto che non avrebbe mai rinunciato alla sua fede.
E presto sarebbe tornata a vedere la luce, nello sguardo di una donna che le avrebbe rubato il cuore e con la quale avrebbe condiviso oltre 15 anni d'amore, comprensione e un felice legame matrimoniale.
E la sua fede continuò ad essere il suo veicolo, che la portò ad entrare in EFETA (Scuola Teologica Femminista di Andalusia), che punta a promuovere un'altra Chiesa, molto più avanzata rispetto alla percezione antropocentrica dell'uomo.

Nuova Magdala fu il suo nuovo destino. "Si tratta di un gruppo di donne omosessuali cristiane interessate all'integrazione della Donna e della donna lesbica, bisessuale e transessuale nella Chiesa cattolica e nelle altre Chiese cristiane".

Un paio di anni fa conobbe quella che oggi è la sua compagna, Mayte. Anni di lotta e di cooperazione in villaggi indigeni hanno fatto di Mayte una donna forte e combattiva e che poco a poco conquista il cuore di Maria Josè. Insieme dovettero affrontare un momento molto difficile.
A Mayte fu diagnosticato un cancro dell'endometrio in stadio 8. Ancora una volta la loro fede le rende forti e riescono a superare questa difficoltà che il destino mette loro davanti. La loro fede esce rinforzata di fronte a questo miracolo.

Oggi Maria José è una donna felice, il cui obiettivo principale è cercare di essere una guida, aprire le porte a donne che come lei si trovano ad affrontare una dicotomia personale. "Essere testimone della fede e contemporaneamente del proprio orientamento sessuale è complicato" riconosce Maria José, ma è cosciente della responsabilità che si è assunta.
"Chissà che io possa servire da testimonianza ad altre giovani cattoliche che si trovano in simili dilemmi e credono di essere diverse o malate, o di questo le convincono alcune posizioni politiche o istituzionali che sono contro il Vangelo".

Attraverso il suo blog o anche con social networks come Facebook, non sono poche le donne, giovani e meno giovani, che si sono messe in contatto con lei perché, proprio come la nostra protagonista, si sentono perse, intrappolate in un mondo dove fede e orientamento sessuale sembrano essere contrapposti.

"Sono certa che Gesù non pronuncerebbe nessuna di quelle barbarie di cui ogni giorno ci ricoprono i mezzi di comunicazione e i forum della famiglia" afferma con decisione, chiudendo l'intervista con una citazione biblica del Nuovo Testamento: "Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato suo Figlio, ma che lo ha dato per tutti noi, come non sarà disposto a darci tutto, insieme a suo Figlio?
Chi accuserà gli eletti di Dio? Se Dio stesso è colui che ci perdona, chi sarà che ci condanna? Forse Gesù Cristo, che è morto, è resuscitato e sta alla destra del Padre ad intercedere per noi? (Romani 8, 31-35)"


Testo originale: Rosillo, exmonja lesbiana: 'Es posible la integración de fe católica y homosexualidad'

giovedì 23 gennaio 2014

GNOCCHI CHEAP AND CHAT

Ecco una nuova ricetta di zio Eaglehawk. Oggi gli ingredienti sono variegati e si possono tutti tranquillamente trovare in rete, magari su una chat, oppure su un luogo di incontri. Elementi comuni, nessuno particolarmente famoso ma tutti estremamente gustosi. Sotto con i piatti, ce n'è per tutti. Buon appetito.