venerdì 26 settembre 2014

RILEGGIAMO LA BIBBIA




Riflessioni di Thomas Römer* e Stéphane Lavignotte** pubblicate sulla rivista Le Pharisien Libéré (Francia) il 12 settembre 2001, liberamente tradotte da una volontaria di Progetto Gionata.

Tutte le questioni "Gay e Bibbia" sono ancora argomenti tabù. Questo dà l'impressione che la Bibbia sia una sorta di libro di riferimento: non c'è che da guardare ciò che c'è scritto nella Bibbia e si ottiene la risposta alle nostre domande.
In effetti è vero che certi fondamentalisti purtroppo hanno la tendenza, in special modo per quanto riguarda l'omosessualità, di utilizzare la Bibbia in questo senso.
Evidentemente, il problema di questo approccio è che i fondamentalisti sono convinti che la legge del capitolo 18 del Levitico sia in toto applicabile oggi, a 2500 anni dalla sua stesura. Allora dovrebbero applicare anche tutto il resto della legge. Una donna mestruata deve allontanarsi dalla sua casa per una settimana, si deve reintrodurre la schiavitù. etc.
D'altro canto, ci sono dei teologi gay e lesbiche o simpatizzanti che si sforzano di dimostrare che nessun testo biblico si oppone all'omosessualità. Bisogna capire bene il capitolo 18 del Levitico. Qui abbiamo un'impostazione apologetica e avulsa dal contesto storico.
Considerano la Bibbia come una fonte immediatamente risolutiva per tutti i dubbi che noi abbiamo in questo inizio del terzo millennio. Ci si dimentica però che l'Antico Testamento è stato scritto 2500 anni fa. Ciò che è importante è che in questa discettazione noi dobbiamo prendere seriamente in considerazione che la Bibbia non è stata scritta per noi direttamente.
Non siamo noi i primi destinatari del testo. L'Antico testamento (AT) fu scritto in un momento in cui non si concepiva nemmeno l'idea dei diritti delle donne, la schiavitù non era messa in discussione, la democrazia non esisteva etc...
Una società, quindi, fortemente diversa dalla nostra. Se si dimentica questo, se si pensa di poter travasare integralmente il testo biblico nella nostra epoca, si fa, a mio avviso, davvero un grande errore. La Bibbia è un libro che va interpretato.
Un altro appunto preliminare. Il tema stesso "Bibbia ed omosessualità" non ha senso. Non esiste nessuna parola nella Bibbia che si possa tradurre con omosessualità. Il termine fu inventato nel XIX secolo. La contrapposizione tra eterosessualità ed omosessualità è un'invenzione moderna, legata alla psicanalisi ma non solo.
L'orientamento sessuale è oggi determinante. Ma i confini sono fluttuanti e la contrapposizione non è così evidente. Se io parlo di omosessualità è per comodità, non perché il termine sia adeguato. Manca un termine esatto, non si è mai riflettuto sulla diversità.


Qualche nozione sull'antico Medio Oriente.
Per iniziare il percorso biblico, è utile precisare alcune cose sul Medio Oriente. L'Antico Testamento è da studiare in relazione al contesto dell'antico Medio Oriente, della Mesopotamia e dell'Egitto.
Alcuni degli autori biblici hanno conosciuto culture diverse e vi si sono ispirati, sia per i testi narrativi che per quelli legislativi.
Mesopotamia
L'omosessualità era sicuramente nota sia in Mesopotamia che in Egitto. Ne troviamo attestazione nell'arte. In Mesopotamia abbiamo addirittura dei testi legislativi dove compare un'interdizione all'omosessualità, compresa nel quadro dell'adulterio. Essa porta la data del XII secolo a. C. ma fu utilizzata fino al VII secolo, quindi gli autori biblici potevano esserne a conoscenza.
In più, in questo testo si stabilisce che: se qualcuno sostiene che la moglie del suo vicino giace con tutti, senza averne però le prove, egli riceverà 40 frustate, dovrà mettersi gratuitamente al servizio del Re per un mese, pagare una multa e gli si taglierà il suo... non si sa cosa: si pensa fossero i capelli. Stessa cosa per chi accusa il vicino di abitudini promiscue. E se un uomo si sarà unito con un altro uomo, il quale lo accusa e porta le prove, giacerà con lui e ne farà un eunuco.
Questo significa che è contemplato il caso di violenza omosessuale, non a caso la punizione è quella del "occhio per occhio, dente per dente": ha dormito con qualcuno, quindi ha violentato qualcuno, perciò sarà a sua volta violentato. Non è condannato in generale l'atto omosessuale.

Assiria
Al contrario abbiamo dei testi assiri astrologici che sono dell'idea che certe costellazioni siano favorevoli ad un certo genere di amori. Per l'amore di un uomo verso una donna il miglior segno è la Bilancia.
Per l'amore di una donna verso un uomo i Pesci, per l'amore di un uomo verso un uomo, Scorpione. In compenso non è contemplato l'amore di una donna verso una donna.
Questo significa forse che non viene considerato possibile? Nei libri e nelle discussioni generali sull'omosessualità si parla sempre di quella maschile. Anche nei testi legislativi del Medio Oriente non troviamo praticamente mai la minima allusione a quella femminile. Questo è evidentemente legato al fatto che la donna, nell'antichità, non era considerata.
In un libro di interpretazione dei sogni troviamo il presagio: se un uomo dorme con un altro uomo che è suo pari, cioè ha lo stesso status sociale, diventerà un grande tra i suoi fratelli. Se un uomo si unisce con una prostituta, sarà liberato da un brutto destino.
Se un uomo si unisce con una schiava della sua casa, un brutto destino si abbatterà su di lui. Si può quindi giacere con un proprio pari, ma mai con qualcuno di status inferiore Questi sono testi assiri del IX secolo, che non danno alcun giudizio particolare sul tema.
Con questo non bisogna credere che ci fosse una larga accettazione dell'omosessualità, non ne abbiamo conferme. Quello che è evidente, considerando il testo, è che è tollerata la penetrazione.
In altre parole, l'uomo che ha la parte attiva è considerato facente parte della normalità. Colui che è parte passiva è considerato non normale. Non si tratta quindi, di un'identità sessuale ma di un'identità di ruolo: l'uomo deve essere attivo, la donna passiva, tutto quello che vi si discosta crea un problema. È così anche in Persia, per esempio, dove la violenza omosessuale è un atto di umiliazione dei prigionieri.

Gilgamesh
L'epopea di Gilgamesh è un importante poema mesopotamico di cui, non a caso abbiamo varie edizioni. Fu copiato dal II millennio fino all'epoca di Qumran, dove ne è stato trovato un frammento. È un classico tra le epopee, che gli autori biblici sicuramente conoscevano.
Un re mitico, Gilgamesh, aveva un appetito sessuale smodato, senza fare distinzione tra uomo o donna. Era un re rispettato e temuto per le sue abitudini sessuali e gli dèi decisero di farlo calmare inviandogli un partner, una specie di selvaggio, una sorta di Tarzan senza alcun contatto con la civiltà: Enkidu. Il partner venne iniziato alla sessualità da una meretrice e dopo di ciò incontrò Gilgamesh.
Si innamorarono. Prima dell'arrivo di Enkidu il re aveva avuto dei sogni erotici che sua madre gli aveva interpretato spiegandogli che qualcuno stava per arrivare, che avrebbe non solo giaciuto con lui ma lo avrebbe amato più di una donna.
I due vivranno delle avventure insieme, tra cui spicca il combattimento con un gigante della foresta che ricorda molto Golia, e infine rifiuteranno le avances femminili e anche quelle di una dea. Alla morte di Enkidu Gilgamesh vuole e cerca di diventare immortale. Conosce una specie di Noè mesopotamico che gli racconta una storia del diluvio molto simile al testo biblico.
Alla fine scopre la pianta dell'immortalità, che molto ricorda l'albero del paradiso, che scompare a causa di un serpente. La storia è una riflessione sui grandi temi dell'umanità: vita, morte, amore, sesso. Per quanto concerne la Mesopotamia si può, senza dubbio, mettere in scena un amore tra due uomini.
La disperazione di Gilgamesh alla morte di Enkidu è molto simile a quella di David per la morte di Gionata. Curiosamente, sono pochissimi gli studi che comparano Gilgamesh con Davide e Gionata.

Egitto
In Egitto troviamo quasi la stessa situazione che in Mesopotamia: nei testi ufficiali e legislativi c'è molto poco, ad eccezione di un testo che condanna lo stupro omosessuale. Ci sono poi alcune storie, tra cui quella di un faraone follemente innamorato del suo generale, che forma con lui una coppia, anche se entrambi sono sposati.
L'omosessualità esiste anche nell'antichità. Se ne parla senza farne un casus belli, né nei testi né nelle narrazioni. È menzionata come un dato di fatto. Io credo che l'idea dominante fosse la caratterizzazione dei generi, cioè gli atti tipici del maschio e quelli tipici della donna: evidentemente, non è una cosa facile.

Percorso biblico
Per quanto riguarda la Bibbia ebraica, si può subito affermare che pochi sono i testi che parlano di omosessualità. Ci sono tre esempi: le interdizioni nel Levitico, la storia, tutt'oggi utilizzata per dire cosa ne pensa l'AT dell'omosessualità, cioè Sodoma e Gomorra (Gn 19), e infine un testo, tanto ambiguo da non poter essere utilizzato per tutti, la storia di Davide e Gionata. Vorrei presentarvi brevemente questi tre testi.

Levitico
Nel Levitico, nel codice di santità, troviamo un certo numero di requisiti soprattutto cultuali e rituali, più che altro preoccupati di distinguere tra il puro e impuro. È una raccolta di testi del VI o V secolo a. C . È stato scritto dopo l'esilio, probabilmente in epoca persiana, dalla comunità sacerdotale. (Lv 18/22 e 20/13). L'omosessualità esisteva ovviamente nell'antico Israele, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di vietarla. Questa è la prima cosa da precisare.
La lettura rabbinica afferma che l'unica cosa veramente vietato in questi versetti è la penetrazione: tutto il resto invece sarebbe lecito. Ma è un modo molto rabbinico di vedere le cose, e penso che il testo vieti in tutti i modi l'atto sessuale tra due uomini. È stato anche detto che questi testi interdicano soprattutto le pratiche cultuali cananee, dalle quali Israele esortava ad allontanarsi.
Ma, se si legge il testo, nulla ci fa dire che si tratti di riti pagani. Credo che bisogna accettare che gli autori vogliano veramente vietare gli atti omosessuali tra due uomini tanto da arrivare a chiedere la pena di morte.
Dovremmo cercare di capire da cosa proviene questo divieto. Probabilmente arriva da una trasformazione, dopo l'esilio, dell'immagine di Dio, che diventa un Dio trascendente, quindi la sessualità è vista solo in relazione al divino.
Prima di tale periodo, il Dio di Israele è stato considerato come un Dio sessuale come tutte le divinità del Medio Oriente. Noi sappiamo oggi che YHWH aveva una compagna, Ashera (Astarte n.d.t.) e che solo dal VI o V secolo fu messa da parte, facendo rimanere solo YHWH come unico Dio.
Il monoteismo ha comportato come conseguenza un'immagine più trascendente di Dio, legata ad un altro modo di gestire la sessualità.

Genesi
Nel primo capitolo della Genesi si insiste sul fatto che l'umanità è stata creata maschio e femmina al fine di procreare. Per il pensiero sacerdotale, il solo scopo del sesso è la procreazione; tutte le altre relazioni rendono invece impossibile la procreazione. Se il solo fine è la procreazione, non bisogna stupirsi che i rapporti sessuali tra due uomini siano interdetti e considerati come un'abominazione. Ci si potrebbe chiedere se non ci sia una certa influenza persiana.
Nell'Avestā ("Il Fondamentale" o "Il Comandamento" di Zarathuštra, n.d.t.), un testo molto simile al Levitico, troviamo scritto: "È un demonio l'uomo che sta con un uomo nello stesso modo di come giace con una donna". La formulazione è molto simile, potrebbe esserci stata un'influenza, visto che la Persia ha influito anche su altri passaggi dell'AT.
Non bisogna banalizzare il Levitico, è un testo che vuole vietare ciò che oggi si chiama omosessualità. Ma bisogna anche ricordare che è un insieme di testi che dovrebbero, oggi, essere approcciati tutti allo stesso livello.
Se ci si riferisce a Levitico 18 o 20 per dire che l'omosessualità è un abominio, bisogna allora anche applicare tutto ciò che è scritto dal versetto 17 al 26! Un certo numero di cose sono totalmente incompatibili con la nostra società odierna!
Sodoma e Gomorra
Il testo di Sodoma e Gomorra è stato il più utilizzato per condannare l'omosessualità (Genesi 19). È un tema molto diffuso nell'AT, soprattutto nei testi profetici. Apparentemente si tratta di distruzione, abbastanza paragonabile a quella del diluvio.
Ha tutta l'impressione di essere un'altra delle catastrofi primordiali, dato che la storia che segue Genesi 19 è una ricreazione della discendenza: Lot si unisce con le sue due figlie. Si ha l'impressione che lo facciano perché sono soli sulla terra (Genesi 19). Ciò potrebbe essere all'origine della distruzione della civiltà. 
La storia di Sodoma e Gomorra in dettaglio appare in Genesi 19, gli altri testi biblici vi fanno solo riferimento: non è noto il perché e il come del disastro. Nel testo Lot è l'immigrato, come Abramo, l'ospite per eccellenza, e accoglierà degli sconosciuti in casa sua.
Così viene conosciuto dagli abitanti di Sodoma e Gomorra. Loro si riuniscono, dal più giovane al più vecchio, davanti alla casa di Lot ordinandogli di far uscire i due uomini affinché loro li "conoscessero" . Il verbo “conoscere” può avere un significato sessuale nell'AT. Alcuni esegeti rifiutano questa traduzione in quel contesto. Lot comunque si oppone e propone le sue figlie, quindi ha ben chiaro che si tratta di una conoscenza che va ben oltre l'informazione. Alla fine viene salvato dai due angeli.
È una storia che descrive i sodomiti come dei satiri omosessuali che attaccano il primo che passa? Mi è difficile pensare che sia una "summa" sull'omosessualità. Il nocciolo della questione è di nuovo la violenza, lo stupro. C'è una storia parallela nel libro dei Giudici (Giudici 19).
Lo scenario è uguale e quello che c'è in gioco è lo stupro, e più in generale la trasgressione di uno dei tabù più importanti nel Medio Oriente dell'epoca, la garanzia dell'ospitalità. L'ospitalità è uno dei grandi pilastri dell'antichità. Senza di essa non c'è vita possibile. Chiunque viaggia, ha bisogno di essere ospitato da qualche parte, non c'è altro modo per dormire e rifocillarsi.
A Sodoma non c'è più un riparo, ma allo stesso tempo non è rispettata l'ospitalità. Le megalopoli facevano paura. Tutti i riferimenti che troviamo nel NT a Sodoma e Gomorra, sono sempre legati alla questione dell'ospitalità (Luca 10).
È anche l'interpretazione rabbinica più comune. L'interpretazione anti-omosessuale è venuta molto dopo nel cristianesimo. Quello che è biasimato in questo testo è lo stupro e il mancato rispetto dell'ospitalità.

Davide e Gionata
Vogliamo anche parlare della storia tra Davide e Gionata nella misura in cui, forse, è l'unico testo della Bibbia ebraica che parla di una storia d'amicizia o d'amore. A più riprese è usato il verbo "amare", e nelle frase che Davide pronuncia alla morte di Gionata: "Il tuo amore è stato più prezioso dell'amore delle donne", è usata di nuovo la parola amore.
Attenzione: non la parola “amicizia” come troviamo spesso scritto. Gli esegeti hanno spesso dichiarato che il testo non aveva nulla a che fare con l'omosessualità e che il loro rapporto non è altro che una forte amicizia, sostenendo che Davide era molto interessato alle donne.
Ma d'altra parte, Davide ha ispirato molti romanzieri, ed è sempre di amore che si parla riferendosi a Gionata. È piuttosto strano che da una parte ci siano gli esegeti e dall'altra quelli che leggono il testo e ne fanno dei romanzi. Il testo stesso non è sempre molto esplicito anche se, a mio parere, contiene una serie di informazioni che suggeriscono, quanto meno, che ci sia più che una storia di amicizia.
Ancora, il rapporto tra Davide e Saul è abbastanza complesso. Anche Saul è molto affascinato dal personaggio di Davide. Certo, questo si può inserire nel contesto della storia dell'ascesa di Davide, che mostra come tutto il suo entourage sia affascinato da lui.
Ma Saul lo fa andare a casa sua, con parole ed espressioni che ricordano l'introduzione della futura sposa nella casa del futuro marito: "Uscire dalla casa del padre". Ciò che è più interessante è il rapporto che si creerà con Gionata. In primo luogo bisogna ricordare che ci sono due figli di Saul molto amici di Davide: Gionata e Micol, figlia di Saul, che diventerà la moglie di Davide.
I due ragazzi sono coinvolti in un conflitto di lealtà. Trasgrediscono il pilastro della lealtà al padre. Essi prenderanno la parte di Davide contro Saul. Per Micol questo è comprensibile, nella misura in cui è la moglie di Davide. È importante anche la fedeltà al marito.

Per quanto riguarda Gionata, il tema della fedeltà è molto meno evidente che per Micol. Davide è piuttosto un concorrente per Gionata. "Jonathan conclude un'alleanza con David perché lo amava come la sua vita" che in ebraico è sia la persona, sia la vita, sia la gola, sia il desiderio. È la stessa espressione che si ritrova spesso nel Cantico dei Cantici per descrivere l'amore della donna verso il suo amato. Di nuovo un parallelo interessante. Davide e Gionata si ritrovano soli, nella campagna, " vanno nei campi" Sono coloro che desiderano appartarsi che vanno "nei campi".
Allo stesso modo, in Cantico 7:12 troviamo: “Vieni, mio diletto, andiamo nei campi”. Troviamo anche dei gesti abbastanza curiosi: Gionata si spoglia completamente di fronte a Davide. Potremmo dire, di nuovo, che si tratta di un gesto di sottomissione, ma per farlo Gionata avrebbe potuto, molto semplicemente, restituire la sua spada.
Possiamo quindi porci la domanda se questa è una relazione al di là della semplice amicizia. Così, contrariamente al divieto del Levitico e a ciò che è scritto di Sodoma e Gomorra, troviamo nei libri di Samuele un testo che non condanna questa relazione.
Ma non bisogna far dire ai testi quello che non dicono. La domanda se abbiano dormito assieme o meno, secondo me, ha poco senso: l'autore non se la pone, non c'è bisogno di speculare, si tratta di letteratura senza dubbio ispirata alla storia di Gilgamesh.

Conclusione
Anche se questa interpretazione è giusta, questo non significa, a mio avviso, che la Bibbia tutta intera dovrebbe essere considerata un menifesto pro-gay o pro-lesbo. Inoltre, la Bibbia è più complessa di quanto alcuni affermano e, a fianco delle interdizioni, ci sono testi che esaltano l'amore sia etero che omosessuale.
Il Cantico dei Cantici è addirittura sovversivo: vi si celebra l'amore e la sessualità fuori del vincolo matrimoniale e delle questioni relative alla procreazione. È, molto semplicemente, un poema che si rallegra del dono dell'amore, carnale e sessuale.

Molti commenti sono stati fatti, tra cui: 
Circa Adamo ed Eva, l'umanità creata maschio e femmina, Thomas Römer evidenzia la necessità di far riferimento ad un contesto storico ove c'era un rischio demografico per il popolo di Israele, ma soprattutto che il vero senso della discussione teologica non è quello di avere due sessi diversi quanto la questione del “faccia a faccia”: la razza umana ha bisogno di conoscere Dio e non può farlo senza un “faccia a faccia” perché non può vedere direttamente Dio.
Thomas Römer ha fatto un intervento che sottolineava, partendo dall'impressione di ritrovare la stessa polemica che c'era stata nel momento in cui la Chiesa Riformata di Francia discuteva del ministero femminile, quanto sarebbe stato dannoso partire dall'estrapolazione di alcuni testi quando si sarebbe dovuto, riferendosi a questa questione, leggere tutto l'insieme come un testo che parla principalmente di amore ed emarginazione

* Thomas Römer è docente alla facoltà di Teologia di Losanna (Svizzera) specializzato in Antico Testamento;

** Stéphane Lavignotte è giornalista per Réforme

Testo originale: Homosexualité et Ancien Testament

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