venerdì 1 agosto 2014

IL PICCOLO FIORE VIOLA




Riflessioni di Yves Côté tratte dal sito dell'associazione Sentiers de foi (Canada), del 24 novembre 2010, liberamente tradotte da una volontaria di Progetto Gionata.

Quest'estate un mio amico mi ha offerto un giardino pensile sotto il pergolato, tutto guarnito di belle e piccole giovani piante. Appena arrivo a casa, lo mostro immediatamente al mio compagno. «Wow, faccio parte del tuo giardino!», mi dice.
Davanti al mio stupore, mostrandomi un piccolissimo fiore viola quasi nascosto dalle foglie, mi dice: «Io sono stato per tantissimo tempo il piccolo fiore viola in mezzo a tutti i fiori gialli.»
Una semplice frase anodina che racconta molto. Io l'avrei estirpato, ma tutto il mio essere me lo impediva. Mi sono rivisto bambino mentre cercavo di mimetizzarmi nella folla.
Mi sono rivisto mentre chiedevo la mano ad una ragazza, sperando così di nascondere la mia identità, ma sapendo benissimo che io non avrei mai potuto renderla felice.
Tutto questo solo per essere come gli altri. Per quasi tutta la mia vita sono stato come quel piccolo fiore viola in questo grande giardino che è il mondo. Anche io ho sperato di non essere scoperto, tutto per quieto vivere.
La settimana successiva, di nuovo come sempre, appena arrivato in campagna il mio primo pensiero è innaffiare i miei fiori, il mio giardino. Poi, tutto quello che ho seminato e che amo veder spuntare sul mio terreno. Quando arrivo davanti al giardino, che emozione!! Sono spuntati un centinaio di fiori viola!!!
Sono dovunque, dissimulati in mezzi ai gialli. Sì, adesso il giardino è ancora più bello. Mi rivedo con l'innaffiatoio, gli occhi pieni di ammirazione e la bocca spalancata. Accettando di lasciar vivere questo piccolo fiore viola, ho permesso a tutti gli altri di diventare più visibili.
Anzi è pure meglio, ho incrementato la bellezza che si offre ai miei occhi. Ho potuto constatare inoltre che la differenza è più bella della monotonia di un solo colore. È la vita con tutto quello che ci offre di più bello. Facendo questa riflessione, rivedendomi nella mia adolescenza mentre cercavo di confondermi tra la folla, mi sono sentito sporco. In effetti io non vivevo, mi accontentavo di sopravvivere.

Nel momento stesso in cui ho accettato che il piccolo fiore viola, che anche io sono stato, aveva il diritto di fiorire, ho immediatamente iniziato a vivere. Mi sono espanso. Poi mi sono guardato intorno. Così ho visto non solo fiori gialli e viola, ma fiori di tutti i colori.
Nessuno uguale a un altro, anche se della stessa specie. Ognuno una forma differente, ciascuno con un colore a lui proprio. Questo è Dio che, nella sua infinita bontà, l'ha voluto, come ha voluto che ognuno di noi abbia una sua e solo sua propria identità.
Che sia tanto o poco quello che mi resta da vivere, io rifiuterò per sempre di fondermi con la folla. E, a maggior ragione, cosi come faccio con i fiori che ornano il mio giardino, io coltiverò la mia interiorità affinché tutto ciò che chiede di vivere possa poi farlo. Farò del mio meglio per togliere le ortiche e le erbacce, al fine di lasciare spazio a tutto quello che potrebbe fiorire di buono e bello.
Ma per questo ci vuole più di una stagione, ci vuole tempo. Il mio giardino comincio a prepararlo in autunno, prelevando i semi dei miei fiori più belli, che metto a seccare durante l'inverno, preservandoli dal freddo e dall'umidità, così che quando ritorna la primavera sono pronto a metterli in terra.
Ovviamente ci sono i perenni, quelli che rifioriscono di anno in anno: i più belli. Essi sono, fra tutti, semplicemente magnifici. Questa è l'essenza stessa della mia vita. È questo che fa sì che il mio giardino non somiglia affatto a quello del vicino.
Cosi come il mio cortile è il mio lato interiore. Ma tutto questo è avvenuto perché ho ascoltato il mio compagno. Quando io mi apprestavo a "mettere ordine" nel "disordine" del mio terreno, lui mi ha chiesto perché ci tenessi così tanto a fare come tutti gli altri. «Guarda quanto è bello!» mi ha detto. E giustamente è proprio la varietà la vera bellezza. E in più ho dovuto arrendermi all'evidenza. Il mio passato è ancora presente.
C'è ancora qualcosa di camaleontico in me. Sono stato contento di sospendere delle lanterne tra gli alberi, affinché, anche nell'oscurità, la mia differenza sia ben visibile. Anche se dovunque ci sono dei bei lampadari elettrici, da noi ci sono semplici bugie sospese tra gli alberi. Sono un essere completo. Perché?

Perché ho finalmente accettato al mia diversità, esattamente come ognuno di voi. Ho capito anche che un giardino non è bello se non è pieno di una moltitudine di fiori differenti. Differenti, ma ciascuno col proprio nome. Solo le specie sono differenti.
Così anche noi. Tutti noi siamo umani, ma tutti abbiamo qualche piccola cosa che fa di noi un essere unico. Basta gettare un'occhiata intorno a noi per renderci conto che siamo proprio noi il più bel giardino fiorito che Dio ha creato.

Testo originale: La p’tite fleur mauve

3 commenti:

  1. Veramente bello...
    Sembra proprio una parabola :-)

    Mi sento anch'io un fiore... in giardino ho una pianta grassa, un fiore da terreno roccioso, veramente resistente, richiede pochissime cure.
    In inverno sembra seccare per riprendersi in primavera, rimpolpandosi.
    Per tutta l'estate fa una miriade di fiorellini viola ricoprendo i muretti con una cascata colorata e vivida.
    Mi somiglia proprio, non è nobile come la rosa, che però ha le spine, o molto profumato, ma va benissimo così!




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  2. Buongiorno a tutti voi!
    Bellissima storia quella di oggi che può valere per tutti quelli che si sentono diversi dagli altri, non solo per gli omosessuali...
    Credo che in tanti ci siamo sentiti o ci sentiamo piccoli fiori viola in mezzo ai fiori gialli, che sia stato durante l'adolescenza o anche dopo...
    Per quanto mi riguarda e' stato il mio carattere chiuso e la mia timidezza cronica che ancora oggi mi porto dietro a farmi sentire diversa dagli altri ...
    Oggi sono adulta e questo non mi fa più soffrire ma c'è stato un tempo in cui tutto era più difficile da sopportare...
    Per questo mi sento vicina a tutti coloro che per qualsiasi motivo si sentono fiori viola...e a tutti vorrei augurare di trovare il proprio equilibrio e di essere in pace con se' stessi e con gli altri, anche nella diversità qualsiasi sia....

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  3. Buongiorno a tutti voi. Hai ragione Gloria ho proprio pensato ad una Parabola quando ho letto il racconto che esprime già tutti i concetti importanti e condivisibili. Aggiungo di mio solo un piccolo semplicistico pensiero. Diversità è individuo. Diverso è umano. Evviva gli Arcobaleni.

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