mercoledì 16 luglio 2014

UN GIORNO ACCADRA'



Pietro si controllò per l’ennesima volta dentro lo specchio della camera da letto. L’abito grigio fatto su misura gli stava decisamente bene. Sotto lo sparato della camicia si vedeva un accenno di pancetta ma aveva messo una cintura elastica per eliminare la possibilità che si vedesse maggiormente.

Sua madre entrò nella stanza, tra le mani aveva un’orchidea, gli si avvicinò e gli rubò un bacio sulla guancia: “Che bello che sei!” gli mormorò mentre gli metteva il fiore all’occhiello. “Non avrei mai pensato di riuscire a vederti salire all’altare”.

Pietro le sorrise: “Già.” ammise “Anche io stento a crederci”.

“Vogliamo darci una mossa?” chiese burbero il padre dal corridoio “Sono già le dieci e tre quarti! I parenti sono già tutti in Chiesa”.

“Smettila Luigi e comincia ad accendere la macchina” tagliò corto sua madre. Sentì il padre sbuffare dal corridoio e poi la porta di casa che sbatteva rumorosamente.

“Laura e tuo fratello sono già andati. La bambina cominciava a dar segni di irrequietezza e continuava a sedersi per terra. Quel vestitino bianco stasera sarà grigio fumo” predisse la madre con una risatina divertita.

“Sono emozionato, mamma!” le confidò Pietro.

“Per cosa? Non sei certo il primo che si sposa a quarant’anni!”

“Ma il primo dopo vent’anni di convivenza con un uomo senz’altro!”

“Giacomo era già tuo marito, sciocchino. Lo abbiamo sempre considerato come se fosse il tuo sposo, lo sai bene. Ora siamo al punto di ufficializzarlo e non è un gran passo se ci pensi bene!”

“Siete sempre stati così buoni con noi. Ho i genitori migliori del mondo!” ammise entusiasta abbracciandola stretta.

“Dai, che mi rovini l’acconciatura” brontolò lei dandogli un buffetto scherzoso sul braccio. “Ora andiamo che a tuo padre gli prende un colpo se arriviamo in ritardo al tuo matrimonio”.

“Ma se tu sei arrivata con mezz’ora di ritardo al tuo!” scherzò lui.

“Erano solo venti minuti, ma non per colpa mia. La cerimonia precedente si era allungata e ho dovuto fare quattro volte il giro dell’isolato prima di poter entrare in Chiesa” ribatté lei prendendo la borsetta e infilandoci le chiavi di casa.

Pietro chiuse la porta di casa con le sue e chiamò l’ascensore: “Ho le mani sudate, che schifo”.

Lei gli passò un pacchetto di fazzoletti di carta: “Tieni ne ho tre pacchetti in borsa”.

“Qualcosa mi dice che prevedi di piangere a cascata” la prese in giro mentre salivano nella cabina.

“Sono per tuo padre. Lo sai che piange sempre ai matrimoni. Anche quando si è sposato tuo fratello. Mi prendevate in giro e poi, quello che ha pianto di più è stato proprio tuo padre”.

“I maschi di casa Torretta sono tutti dei teneroni. La vera roccia di famiglia sei tu” le disse abbracciandola nuovamente.

“Smettila, mi rovini i capelli. Vuoi che tua zia mi prenda in giro come al suo solito?”

“Sei radiosa, mamma. E tua cognata deve solo star zitta e morire dall’invidia”.

Scesero dall’ascensore e furono fermati dalla portinaia che era uscita dalla guardiola per andare a fare gli auguri: “Pietro, che bello che sei” si congratulò “sembri più giovane!”.

“Grazie signora Rosaria. Lo prenderò come un complimento!” le disse baciandola.

“No che hai capito? Mi sono espressa male!” si scusò lei “Lo sai che sono ignorante. Ho fatto fino alla quinta elementare”.

“Non si preoccupi, Rosaria, ho capito” le rispose ridendo.

“Vorrei tanto venire alla cerimonia, ma non posso chiudere la portineria”.

“Ci sposiamo ancora settimana prossima, così può venire alla replica”.

“Cheeee? Vi sposate due volte?” le chiese lei.

“Macchè” intervenne la madre “Sta scherzando come suo solito”.

“Ah, pareva a me! Scapestrato, neanche il giorno del tuo matrimonio stai serio. Andate, andate che è quasi l’ora”. Dall’esterno si sentivano le campane della chiesa che suonavano a battente.

Salirono in macchina e si diressero alla parrocchia che era a pochi metri di distanza. Pietro tirò un sospirone forte e scese dalla vettura. Dall’interno proveniva la musica dell’organo settecentesco. Salì i pochi gradini e si fermò all’entrata della chiesa. Un giovane adolescente in abito blu gli si avvicinò sorridendo: “Sei pronto babbo?” chi chiese.

“Ho il cuore che mi batte forte ma sono pronto” ammise.

“Sei bellissimo” gli disse il giovane. Poi si rivolse all’altro uomo che era lì vicino e che stava parlando con una coppia anziana “Papà, dai che entriamo”.

“Ah, non ti ho visto arrivare…” disse Giacomo a Pietro. I suoi occhi azzurri erano radiosi e risaltavano nel volto abbronzato sotto una zazzera brizzolata. Il ragazzo prese sottobraccio i suoi due papà e insieme fecero il loro ingresso in chiesa.

8 commenti:

  1. Buongiorno, splende il sole finalmente!
    Che bello "quel sole" Eagle, Così lo immagini e così sarà. Un giorno di sicuro sarete voi, e noi vi aspetteremo con gioia in Chiesa.

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  2. Buongiorno a tutti voi! A costo di sembrare monotona il racconto di oggi mi e' piaciuto fin dal titolo, anche prima di sapere di che cosa si trattasse...
    Il matrimonio di due uomini celebrato in una chiesa, una famiglia affettuosa, un figlio sicuramente molto amato da entrambi i suoi papà...
    Un sogno per molti ...che magari hanno la fortuna di avere una famiglia accanto a sostenerli, ma che forse desidererebbero potersi sposare e poter adottare dei figli..
    Alcuni invece purtroppo non hanno nemmeno la gioia di avere la famiglia dalla loro parte...
    Speriamo che davvero un giorno tutto quello che qui hai immaginato e raccontato caro Eagle possa accadere...per tutti quelli che lo desiderano...

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  3. Naturalmente mi unisco all'augurio personale che Silva ha rivolto a te Eagle e al tuo prof...

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  4. Vedo che vi piace la fantascienza, ragazze!
    Hi hi hi...

    :-D

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    1. La saga di Guerre stellari e' bellissima infatti....!!!! E non solo quella....!!
      Io penso che un giorno, sicuramente non vicinissimo, si arriverà almeno al matrimonio civile ...come avviene in tanti altri paesi ...
      Certo per quello religioso ....un po' più difficile...ora proprio impossibile..
      E anche per quanto riguarda le adozioni...si, forse fantascienza per il momento...
      Ma un passo alla volta...
      Ho letto nell'articolo di venerdì qui sul blog che Papa Francesco a proposito degli omosessuali avrebbe detto..."chi sono io per giudicare..."
      Non lo sapevo e ne sono rimasta colpita...

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    2. Anche quella di Star Trek, tutte le stagioni!

      Coomunque i complimenti e gli auguri sono graditissimi. E vi ringrazio.

      Per noi è doppiamente difficile, visto che siamo anche divorziati. Ma va bene così, noi ci reputiamo sposati, anche davanti a Dio. Per la Chiesa, speriamo in tempi migliori.

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    3. L'importante e' quello infatti, come vi sentite voi...
      Sono sicura che siate più sposati voi davanti a Dio che tanti che lo sono davvero e che hanno dimenticato il sacramento ricevuto...
      E che soprattutto non si comportano come dovrebbero..

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  5. Non posso di certo esimermi dal lasciare traccia del mio passaggio su questo post... giusto?
    Dopo tanta dolcezza e zuccherosità.... ci vuole l'amaro Giuliani!
    Quindi via alla mia vena salace ed ironica....
    Nulla da eccepire sulla qualità del racconto... come sempre hai dato il tuo meglio.
    Purtroppo condivido con te l'amara previsione sull'ufficializzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso da parte della Chiesa di Roma.
    Noi non la vedremo... dubito anche i miei figli.
    Forse... e dico forse.... riusciremo a veder promulgare una legge che non sia il solito "pastroccio" e che regolamenti il matrimonio civile.
    Ve lo auguro, dato che lo desiderate così tanto.
    Sapete benissimo come la penso sui matrimoni, quindi non mi dilungo.
    Ci sono tante coppie che, nonostante siano sposate con i crismi, si comportano altrimenti.
    Quindi l'importante è credere di esserlo e viverlo di conseguenza.

    Come si dice? Evviva gli sposi!

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