venerdì 24 gennaio 2014

RACCONTO DI UNA MONACA



Articolo di Maria José Barco pubblicato sul sito cascaraamarga (Spagna) il 7 aprile 2012, liberamente tradotto da un volontario di Progetto Gionata

La fede a volte è in contraddizione con i dettami del nostro cuore. E' il caso di Maria José Rosillo Torralba, di Siviglia, psicologa, educatrice sociale e teologa femminista, alla quale è successo, come del resto a molte altre donne, che il suo orientamento sessuale fosse in contrasto con la sua fede cattolica.
Iscritta solo per tre anni in un collegio religioso, ebbe presto ben chiara un'idea: Santa Teresa sarebbe stata l'esempio da seguire. "Mi parlarono del potere di Teresa, che in nessun momento dubitò di seguire il suo cuore, nonostante le incomprensioni, le critiche o le minacce".
All'inizio degli anni '80, Maria Josè iniziò gli studi in un istituto misto, dove ebbe i suoi primi contatti con ragazzi, compresi i suoi primi "fidanzatini".
Ma queste relazioni suscitarono in lei molti dubbi, che la portarono a rompere con questo aspetto di "ragazza in cerca di marito" socialmente accettata.
In questi momenti difficili "mi sono sempre sentita protetta da Colui che mi ama, e che non ha mai smesso di indicarmi la direzione della mia strada" ricorda Maria José.
Alcune casualità del destino la portano a prendere nuovamente contatto con la congregazione religiosa delle Teresiane, per le quali Maria José nutre grande ammirazione.

L'anno e mezzo di formazione religiosa è ricordato dalla nostra protagonista con tanto affetto e nostalgia. Scoprire il valore della vita comunitaria, la guida delle maestre o la presenza spirituale di Colui che ella tanto amava, furono per lei esperienze vitali.
Ed è qui che si innamora per la prima volta di una donna. In questo momento riesce a dare un nome a quei sentimenti che in passato aveva provato per alcune compagne di classe o guide religiose, verso le quali nutriva una grande ammirazione.

Il suo desiderio di essere coerente con se stessa e con i propri valori la spingono a prendere una difficile decisione e così abbandona la congregazione delle Teresiane. Non può continuare con la vita che sta conducendo, ora che è innamorata di un'altra donna, sua compagna nell'attività religiosa.
Maria José lo ricorda, ancora con le lacrime agli occhi, come il suo grande conflitto, il dover cercare il suo nuovo percorso fuori dalla vita che tanto amava.
Gli anni seguenti, all'università, la portarono a conoscere persone, soprattutto donne, con cui poter parlare apertamente dei suoi sentimenti.
Ma la sua situazione non era compresa con facilità nemmeno dalle persone che le stavano accanto. Maria José si trovava ad affrontare domande come: "Come puoi essere lesbica e anche cattolica?".
Davanti a questa incomprensione la nostra sivigliana si sentì sola, emarginata, persa in un mondo caotico nel quale non riusciva ad inserirsi né in un posto né in un altro.

Arrabbiata con Lui, non era però capace di smettere di amarlo. Se aveva qualcosa di molto chiaro in questo mondo caotico che la ubriacava era il fatto che non avrebbe mai rinunciato alla sua fede.
E presto sarebbe tornata a vedere la luce, nello sguardo di una donna che le avrebbe rubato il cuore e con la quale avrebbe condiviso oltre 15 anni d'amore, comprensione e un felice legame matrimoniale.
E la sua fede continuò ad essere il suo veicolo, che la portò ad entrare in EFETA (Scuola Teologica Femminista di Andalusia), che punta a promuovere un'altra Chiesa, molto più avanzata rispetto alla percezione antropocentrica dell'uomo.

Nuova Magdala fu il suo nuovo destino. "Si tratta di un gruppo di donne omosessuali cristiane interessate all'integrazione della Donna e della donna lesbica, bisessuale e transessuale nella Chiesa cattolica e nelle altre Chiese cristiane".

Un paio di anni fa conobbe quella che oggi è la sua compagna, Mayte. Anni di lotta e di cooperazione in villaggi indigeni hanno fatto di Mayte una donna forte e combattiva e che poco a poco conquista il cuore di Maria Josè. Insieme dovettero affrontare un momento molto difficile.
A Mayte fu diagnosticato un cancro dell'endometrio in stadio 8. Ancora una volta la loro fede le rende forti e riescono a superare questa difficoltà che il destino mette loro davanti. La loro fede esce rinforzata di fronte a questo miracolo.

Oggi Maria José è una donna felice, il cui obiettivo principale è cercare di essere una guida, aprire le porte a donne che come lei si trovano ad affrontare una dicotomia personale. "Essere testimone della fede e contemporaneamente del proprio orientamento sessuale è complicato" riconosce Maria José, ma è cosciente della responsabilità che si è assunta.
"Chissà che io possa servire da testimonianza ad altre giovani cattoliche che si trovano in simili dilemmi e credono di essere diverse o malate, o di questo le convincono alcune posizioni politiche o istituzionali che sono contro il Vangelo".

Attraverso il suo blog o anche con social networks come Facebook, non sono poche le donne, giovani e meno giovani, che si sono messe in contatto con lei perché, proprio come la nostra protagonista, si sentono perse, intrappolate in un mondo dove fede e orientamento sessuale sembrano essere contrapposti.

"Sono certa che Gesù non pronuncerebbe nessuna di quelle barbarie di cui ogni giorno ci ricoprono i mezzi di comunicazione e i forum della famiglia" afferma con decisione, chiudendo l'intervista con una citazione biblica del Nuovo Testamento: "Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato suo Figlio, ma che lo ha dato per tutti noi, come non sarà disposto a darci tutto, insieme a suo Figlio?
Chi accuserà gli eletti di Dio? Se Dio stesso è colui che ci perdona, chi sarà che ci condanna? Forse Gesù Cristo, che è morto, è resuscitato e sta alla destra del Padre ad intercedere per noi? (Romani 8, 31-35)"


Testo originale: Rosillo, exmonja lesbiana: 'Es posible la integración de fe católica y homosexualidad'

Nessun commento:

Posta un commento