venerdì 10 gennaio 2014

LOBBY GAY IN VATICANO: STORIA VECCHIA SEMPRE ATTUALE



Riflessioni di un volontario del progetto Gionata

Nel parlare di "lobby gay" non ci riferiamo tanto a fantomatiche "entità" che agiscono contro l'umanità nel segreto e che manipolano, per fini che solo loro sanno, le Agenzie internazionali: queste lobby esistono sono nella testa di chi vuole alimentare paura, diffidenza e a volte odio verso qualcuno che deve essere facilmente identificato come nemico e sono il frutto di una vecchia strategia che ha come obiettivo principale quello di distrarre l'attenzione dai problemi veri per garantirsi strumenti speciali di repressione contro un capro espiatorio per rifarsi una verginità di facciata dopo aver perso credibilità e consenso.
Ci riferiamo invece a certi personaggi che, anche in Vaticano, si presentano come rigidi moralisti e difensori della tradizione per nascondere la loro doppia vita, per allontanare da se qualunque dubbio  e per esorcizzare, con un'adesione rigida e formale alle indicazioni del magistero, ciò che loro vivono con i sensi di colpa che nascono sempre da una vita disordinata.
Qualche anno fa, durante una manifestazione omosessuale, un ragazzo andava in giro con un cartello in cui campeggiava la scritta: «Arrendetevi! Siamo dappertutto!» Ci sono gay in ogni struttura in cui ci sono degli esseri umani. Non deve destare quindi meraviglia il fatto che ci siano degli omosessuali anche al vertice della Chiesa.
Come gli eterosessuali, alcuni di loro vivono con fedeltà la loro promessa di celibato, altri ancora vivono il rapporto con la propria sessualità all'interno di un processo, con dubbi, slanci, momenti di caduta e momenti di ricerca. In genere sia i primi che i secondi affrontano con amore e con onestà il proprio cammino verso la consapevolezza del loro orientamento sessuale.
Ci sono poi altri ancora che, probabilmente a causa di problemi narcisistici, superano il senso di indegnità e di svalutazione inseguendo immagini di forza, di bellezza e di potere. Queste persone fanno fatica a gestire il proprio senso di identità , la propria immagine e, soprattutto, il proprio potere personale: non potendo essere autorevoli, fanno di tutto per sembrarlo e, presi da questo tentativo, assumono atteggiamenti sempre più autoritari.
Queste persone hanno difficoltà nell'instaurare delle relazioni affettive o amicali e spesso rifiutano e rimuovono i temi collegati alla loro sessualità, ripiegando sulla ricerca spasmodica di un’affermazione personale che fa della carriera l'unico scopo della vita. 
Alcune di queste persone vivono la loro sessualità in maniera compulsiva e disordinata, che si nutre di conquiste di cui non è mai sazia e che non si lascia mai coinvolgere affettivamente.

In una situazione di questo tipo è automatico costruire sull'ipocrisia un sostegno alla propria struttura personale che, insicura di sè, cerca consenso, sostegno, alleanze, complicità in tutti i modi: blandendo, ricattando, colludendo.
Secondo noi sono queste le persone che costituiscono il nocciolo di quella che è ormai diventata la "lobby gay" che opera in Vaticano, anche se, a onor del vero, la loro, dovrebbe essere chiamata "lobby dell'ipocrisia".
E parlando di ipocrisia non si può non ricordare il Vangelo, quando Gesù si scaglia contro Scribi e Farisei: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità» (Mt 23,27).
E quante sono le volte in cui la cronaca ha portato a galla le contraddizioni di questi novelli Scribi e di questi novelli Farisei?
Quanti giudici severi che avevano fatto proprie le condanne più severe dell'omosessualità e che poi si ritrovavano coinvolti in vicende simili a quelle che avevano duramente condannato?
Quanti esponenti politici che si sono opposti a qualunque riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali dicendo che l'omosessualità è un abominio, sono stati poi scoperti con le "mani nella marmellata"?
Quanti rigidi pastori che tutte le settimane, inondavano l'etere con i loro sermoni pieni di ammonimenti e di minacce verso lesbiche e gay e che proponevano improbabili terapie per "guarire" dall'omosessualità, sono poi stati sbugiardati da qualche gay che, dopo averli avvicinati per essere definitivamente "guarito" si è ritrovato a dover respingere le loro avance?

Quanti, fra quelli che si presentano pubblicamente come censori dei vizi e difensori della famiglia "composta da un uomo e da una donna", lo fanno solo per contenere all'interno delle loro "belle mura imbiancate" le invincibili pulsioni di un comportamento sessuale che temono, disprezzano e rifiutano fino a quando non lo vivono di nascosto.
Come gli Scribi e i Farisei di cui parla Gesù: «Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente senza però muovere neppure un dito per fare quello che raccomandano» (Mt 23,4).

Come gli Scribi e i Farisei di cui parla Gesù: «Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze» (Mt 23,5-6).
Come gli Scribi e i Farisei sono «guide cieche che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello» (Mt 23,24).
Non ascoltano le persone con le loro storie di sofferenza e le loro contraddizioni, non vedono la realtà con le sue luci e con le sue ombre, ma la guardano dietro ai loro occhiali che la filtra attraverso un processo di cosmesi dove si nasconde tutto quello che viene vissuto come brutto, sporco, rivoltante anche se è parte della propria vita.
Questi personaggi sono presi dall'urgenza di creare un nemico per sentirsi virtuosi mentre lo combattono. Sentono l'esigenza di farsi paladini della "pubblica moralità" illudendosi di provare un po' di sollievo tutte le volte che combattono i vizi che odiano nella loro vita.
Per consolarsi creano un'immagine di se stessi fatta di pubbliche virtù. Ma anche se arrivano ad illudersi di essere quello che loro mostrano pubblicamente, la loro vita continua a razzolare in un mondo in cui ai vizi, al sesso disordinato e coatto, al disprezzo per se stessi e per gli altri, si aggiungono anche i ricatti, le manipolazioni e i giochi di potere. Perché alla fine è sempre il potere la cosa che loro desiderano di più.

Per fortuna, nel mondo, ci sono tantissimi omosessuali che camminano sul sentiero dell’accettazione, della liberazione, della conquista e della difesa dei propri diritti e di quelli di tutti gli altri esseri umani. Persone che cercano di vivere con dignità e senso di responsabilità l'amore, il sesso, la genitalità e l'amicizia.
Persone che desiderano, nei limiti delle loro possibilità di vivere alla luce del giorno la loro affettività omosessuale, senza più nasconderla ai familiari, agli amici, ai colleghi. 


Questi omosessuali, che vivono in maniera serena, responsabile e visibile la loro omosessualità, non hanno niente da spartire con i membri delle varie "lobby gay" che agiscono nell'ombra, e tanto meno, non hanno niente da spartire con i membri della "lobby gay" che opera in Vaticano.

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