venerdì 13 marzo 2015

INSIEME


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Lettera con risposta di Natalia Aspesi* pubblicata su Il Venerdì di Repubblica n.1406 del 27 febbraio 2015, pag.13


Io e il mio compagno formiamo una coppia felicemente stabile da 25 anni: l’unione d’argento la festeggeremo il prossimo 1° maggio, la nostra coppia non è riconosciuta né dallo Stato né dalla Chiesa, è tuttavia solida e solidale. Le cronache, e anche la sua rubrica, ci informano delle tante coppie regolarmente sposate regolarmente in crisi, con tradimenti, incomprensioni, mogli bastonate da mariti, genitori che si contendono i figli, mogli che trasformano la separazione in un investimento ai danni dell’ex marito. Ne provo un senso di vero disagio.
Noi due, omosessuali, privi di ogni tutela del nostro legame, assieme da 25 anni, siamo diventati il “mito” di tutti i nostri amici eterosessuali, tutti regolarmente sposati e separati. Molti ci chiedono la “ricetta” della solidità del nostro legame. Io rispondo sempre: amore, sopportazione dei difetti dell’altro, complicità, vicinanza dei momenti difficili, il tutto condito dal vecchio caro buonsenso. E non si pensi che il nostro legame non abbia conosciuto difficoltà economiche, di salute, scoraggiamento per l’ostracismo della gente, con sberleffi in pubblico, pur senza aver mai assunto atteggiamenti che potessero motivare le smodate offensive reazioni di quei retrivi.
Noi eravamo e siamo due uomini silenziosi, educati, vestiti in modo ordinario, la cui vita è fatta di lavoro, bollette, tasse da pagare, malanni di stagione, piante sul balcone, spesa al supermercato, piccole cene con amici e parenti, letture, qualche film al cinema, ascolto di musica classica e lirica, partite di calico e tv. Abbiamo adottato due cagnette abbandonate e due bimbi “ a distanza”, cosa quest’ultima che raccomandiamo a tutti.
Rimbor
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La risposta…
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Una coppia di miei amici, insieme da vent’anni, ho deciso di sposarsi. In Italia non si può, e allora hanno scelto New York. Dove oggi sono coniugi, mentre Italia no, anche se ci vivono. Un’altra coppia si è scritta sul registro delle coppie di fatto di Milano, che da qualche vantaggio anche se solo in questa città. Tuttavia io penso che si possa benissimo stare insieme senza sposarsi, come è successo felicemente a me e il mio compagno, insieme da 38 anni finché vissuto. Coppie omosessuali non più giovanissime ne conosco molte, e molte sono miei amici cari e generosi: nessuno assomiglia Platinette, tutti sono dei signori di aspetto consono alla loro professione, medici, editori, avvocati, scrittori, docente universitari. Circondati da grande rispetto e affetto. Chi si ostina a ritenerli “diversi” commette un grande errore, perché ciò che avviene in una camera da letto non riguarda che loro.
Mi sto chiedendo come mai capiti che una coppia di uomini o di donne sia spesso più durevole di tante eterosessuali. Io credo, ma certo saprebbe dirlo con più sapienza uno psicologo, proprio perché sono dello stesso sesso e quando, come capita a tutti, la passione si attenua, si capiscono di più perché sono simili. Auguri alla famigliola di adottati a distanza e cagnette.
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* La giornalista Natalia Aspesi conduce da anni, su Il Venerdì di Repubblica, la rubrica ‘Questioni di cuore”.

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