venerdì 11 ottobre 2013

IPOCRISIA RELIGIOSA



Testimonianza invita a Gionata

Salve, ho 30 anni e vorrei raccontare la mia storia di gay testimone di Geova. Fin da piccolo, sono stato educato in una famiglia di testimoni di Geova. Da quando ho iniziato a capire che qualcosa in me, rispetto alla maggior parte dei miei coetanei, non andava ho sempre cercato di soffocare la mia tendenza.
Arrivato ai 20 anni la speranza di innamorarmi finalmente di una ragazza, o sorella testimone, era assolutamente scarsa pur avendo provato a frequentarne.
Mi sono chiuso in me stesso pur essendo relativamente di bell’aspetto ed avendo sempre sorelle molto carine che avrebbero voluto frequentarmi, ma io dopo un po’ mi sentivo oppresso da loro e dalle loro famiglie e scomparivo.

Verso i 24 anni ho iniziato finalmente ad arrendermi all’idea di essere inequivocabilmente gay e a contattare in chat altri ragazzi. A 25 anni ci fu finalmente il primo vero innamoramento, questa volta di un ragazzo! Che bella sensazione, tutto sembrava così giusto e mi sentivo bene! Tutto diverso dal senso di oppressione che mi davano le ragazze della congregazione dei testimoni di Geova.
C’era solo un problema: io ero ancora un testimone di Geova battezzato e attivo. Andavo spesso in predicazione di casa in casa e frequentavo regolarmente le adunanze due volte alla settimana. E durante le sere libere andavo dal mio ragazzo con la scusa di uscire con gli amici (testimoni).

Tutto questo è durato alcuni anni, finché non ho più retto da una parte alle pressione di Giovanni (il mio ragazzo) di vederci più spesso e senza nasconderci sempre e dall’altra al continuare a mentire a genitori, amici, ecc. che mi vedevano sempre meno e non capivano che affari avevo in ballo…
Pur di non dare un dispiacere ai miei genitori, e con la paura che avrei perso tutti i miei amici testimoni di Geova (e così è stato, così da farmi capire che genere di “fratelli” avevo), ho deciso di lasciare Giovanni per “fare il bravo” e non cadere più in tentazione.

Dopo un paio di mesi però, ho capito che la mia vita non era quella e non ero felice. Io ero gay, in una comunità dove l’omosessuale è considerato alla stessa stregua di uno che uccide una persona. Odiavo tutto quello che stavo facendo, e odiavo me stesso perché non avevo il coraggio di ribellarmi a questo.
Avevo perso Giovanni per questa mia codardia e non me ne davo pace. Accecato da tutto questo falso perbenismo, ero deciso a farla finita. Una sera in cui i miei genitori erano appunto andati ad una adunanza, io sono rimasto a casa con la scusa del mal di testa.

Non appena usciti, ho svuotato la scatola di tranquillanti che il medico di mia mamma le aveva appena prescritto per l’insonnia in un bicchiere e in un altro una bottiglia di vodka per fare un bel mix. Mi sono messo sul letto in attesa di andarmene tranquillamente senza troppa fatica.
Quello che ricordo dopo è di essermi svegliato in un letto di ospedale con i miei genitori in lacrime chiedendomi il motivo di quell’inspiegabile gesto. Mamma, papà, sono gay. Mi dispiace, vi ho delusi. Volevo davvero farla finita perché a me non piace più vivere in questo modo.

I giorni seguenti, di ritorno a casa, l’aria era veramente pesante. L’idea era quella di dissociarmi, uscire dall’organizzazione dei testimoni di Geova, ma magari in modo graduale, per non perdere di colpo tutti gli amici. Infatti, quando un ex testimone incontra un altro testimone, perde persino il saluto in quanto ha per così dire rinnegato l’insegnamento. Io non ero pronto a tutto questo, perché non avevo altra compagnia ed ero solo.

Il problema è stato in famiglia, in quanto mio cognato, il marito di mia sorella, anch’egli testimone di Geova ha iniziato a fare pressioni dicendo che avrei dovuto ritornare sulla retta via cercando di affogare la mia tendenza magari con l’aiuto di uno psichiatra!
In pratica ero un malato di mente che doveva guarire! A questo punto non ho più retto e mi sono difeso a parole dicendo che era molto probabile che io, seppur malato di mente come diceva lui, ero forse anche più uomo di lui non mancandomi assolutamente niente in questo senso.
Per tutta risposta, lui ha cominciato a menare le mani prima verso di me e in seguito verso mia mamma che, a modo suo, mi stava difendendo da quegli attacchi verbali. Per non creare un’altra situazione ancora più grave, abbiamo deciso di andarcene con i nostri lividi e non sporgere denuncia verso la polizia.

Dopo qualche giorno però, arriva la telefonata a casa di un “anziano” della congregazione che ci spiegava che mio cognato si era per così dire autodenunciato ai testimoni di Geova per quanto fatto, ma nello stesso tempo aveva denunciato anche me come gay.

Morale della favola: dopo una specie di interrogatorio davanti ad altri 4 anziani compreso mio padre, io sono stato invitato molto gentilmente a dissociarmi dall’organizzazione religiosa, e fino a qui tutto ok. Ma quello che mi ha fatto più male, è il fatto che mio padre sia stato costretto a sua volta a rinunciare all’incarico di anziano della congregazione (carica a cui teneva molto, dopo una vita di servizio fedele), in quanto gli altri anziani non gli hanno creduto e hanno pensato che lui per diversi anni mi aveva coperto durante le mie “malefatte”! Ora, chi legge non conosce né me, né mio padre.

Ma vi posso assicurare che mio padre è sempre stata una persona talmente ligia alle regole da non prendere mai nemmeno una multa per divieto di sosta! Se avesse anche solo immaginato di me, sono sicuro che mi avrebbe messo in condizione di venire allo scoperto e farmi cambiare idea. Se poi non ci fosse riuscito in nessun modo, mi avrebbe detto di lasciare i testimoni di Geova di mia iniziativa e fare la mia vita fuori casa.

Il bello arriva ora: pian piano, nel corso dei mesi e degli anni, mi sono ricreato una bella compagnia con la quale ho iniziato a frequentare anche i locali gay di Milano, prima di allora mai visti nemmeno in cartolina.
Alcune settimane dopo tutto quello che è successo, sono andato con alcuni amici in un locale gay dove non ero mai stato. Ma chi ti trovo? Il fratello tutto casa e chiesa di mio cognato! Appena divorziato dalla moglie, con un bel fusto accanto… e soprattutto testimone di Geova (tuttora)! Naturalmente, appena mi ha visto è sbiancato e si è volatilizzato!

Io non ho denunciato nessuno, per paura di mettere in difficoltà mia sorella… Ma sarebbe stato molto carino farlo anche perché, tuttora, lui frequenta gli incontri dei testimoni di Geova e gli altri “fratelli”, mettendo il piede in due scarpe e fingendo di essere “perfettino”.
Nei mesi seguenti, mi si è aperto un mondo nuovo! Ho “beccato” almeno 3-4 miei amici testimoni di Geova che fanno ancora parte della congregazione che tranquillamente se ne stavano a manina con altri ragazzi e che immancabilmente sbiancavano in viso quando mi vedevano… pregandomi di non dire niente a nessuno! L’ultimo beccato una settimana fa…

Io mi faccio i fatti miei: non voglio più avere nulla a che fare in generale con i testimoni di Geova, e soprattutto con chi prende la direttiva tra di loro. Scrivo la mia esperienza perché so, ne sono sicuro, che altri testimoni di Geova sono nella situazione in cui ero io. Lo so di per certo.
Si calcola che il 10 % della popolazione mondiale sia gay: volete che i testimoni di Geova, o la chiesa cattolica, non sia toccata da questa percentuale? Non credo proprio! So che, come facevo io, ci sarà sicuramente qualcuno che cerca consigli cercando “gay testimoni di Geova” in qualche motore di ricerca.

Il consiglio che posso dare io è questo: se sei un ragazzo o una ragazza gay, e hai i genitori testimoni di Geova o sei proprio tu un testimone battezzato, fatti coraggio e vieni allo scoperto, o perlomeno lascia questa organizzazione! Perché si sa, anche se non è sbagliato quello che i testimoni insegnano in generale, per i gay non c’è posto tra di loro! Quindi, o vivi male per molti anni, oppure farai soffrire qualcun altro magari facendo credere che sei etero. Ma prima o poi la verità verrà a galla, fidati. Anche nel peggiore dei modi.

Per quanto mi riguarda, ora sono felice con un ragazzo al mio fianco da un anno e mezzo. Era proprio quello che volevo! Spero possa durare il più a lungo possibile, ma nel frattempo non posso non pensare a quanto tempo ho perso per cercare di piacere ad altri e non a me!

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