venerdì 18 ottobre 2013

IO, MIA MOGLIE E LUI




Email inviata a Progetto Gionata, risponde un volontario

Ciao, sono Antonio 44 anni, sposato, padre di una bambina di 10 anni.Ho sempre saputo di essere gay, ma per paura, e per il contesto familiare in cui sono nato, ho sempre nascosto la mia vera natura.
Per 17 anni sono stato chierichetto, iscritto all'associazione cattolica, ho frequentato ed animato i gruppi parrocchiali.Nel 2001 ho sposato Renata e nel 2003 è nata Bea.
Dal 2009 ho iniziato a frequentare locali gay, alla ricerca di un rapporto. Ho sempre lasciato tali locali, dopo la conclusione dell'atto, con un senso di colpa, quasi fuggendo dallo stesso. 
Ogni volta mi sono ripromesso di non farlo più, ma ogni volta sono ritornato.
Ad inizio di Settembre 2013 ho conosciuto in chat Andrea, ed a differenza delle altre volte non abbiamo sfogato i nostri istinti. Abbiamo parlato di filosofia, di religione.... Io ho mentito, dicendo che ero single, gay dichiarato ed in cerca di una relazione/amicizia.La vita ci ha fatti incontrare dopo qualche giorno, gli ho detto subito la verità. Mi ha capito, ed insieme stiamo vivendo qualcosa di speciale.Non ho più sensi di colpa, vivo in serenità, ed anche un Sacerdote che ho conosciuto per caso, mi sta aiutando.
Adesso devo vivere la fase più difficile, devo parlare con mia moglie. Devo distruggere tutto quello che ho creato insieme a lei negli ultimi 16 anni. Come posso affrontare questo? Ho bisogno di aiuto, sento che è qualcosa che devo fare il prima possibile ma tremo all'idea delle conseguenze.
Non ho dubbi sul sentimento che provo per Andrea e di quello che lui prova per me. Come posso aiutare mia moglie in questa fase così delicata? e mia figlia? E' giusto rovinarle la vita dicendo la verità?
Ho spesso voglia di farla finita, o di scappare per non dover dare spiegazioni. Poi ragiono e mi dico che devo affrontare la vita, devo amarla per quello che è, e ricordo che nelle scritture si dice che Dio manda "le disgrazie" solo a coloro che Lui sa possono affrontarle... Forse questa è una scusa che sto cercando per alleggerirmi la coscienza. Forse non avrò mai il perdono di mia moglie e di mia figlia...
Spero nel perdono Divino, non ho scelto io questa situazione, e per tantissimi anni ho vissuto una vita non mia. ho il diritto di vivere in serenità? e perché questa serenità deve essere pagata a caro prezzo da persone innocenti?
Ho bisogno di aiuto.
Avevo smesso di pregare e solo negli ultimi giorni sento Dio di nuovo accanto a me, sento che forse ha rivolto il suo sguardo alla mia esistenza e che Andrea è un suo regalo... perché tutto questo? perché?
Grazie a chi vorrà aiutarmi, anche solo con un messaggio o una preghiera.
Antonio


La risposta...Ciao Antonio, Nessuno di noi ha le risposte giuste per poter aiutare qualcun altro in una situazione così dolorosa come la tua, spero di poterti almeno donare un po’ di sollievo e pace interiore.  La frase che mi colpisce di più nel contesto della tua testimonianza, è quella nella quale ti chiedi se è giusto rovinare la vita di Roberta e Beatrice dicendo la verità.
Comprendo pienamente le problematiche che ti hanno spinto ad un matrimonio e ad una paternità di “facciata” ma, ribaltando la tua domanda, credo che ti dovresti invece chiedere se è stato giusto arrivare a questo punto, dopo 12 anni di menzogne.
Per tanti anni hai vissuto una vita non tua, lo dici tu stesso; per il tuo stesso bene è tempo di prendere le tue responsabilità e decidere se rimanere con la tua famiglia oppure con Andrea.
Dato che mi sembra di comprendere che hai preso una decisione e di vivere in serenità, è dunque necessario che tu ne parli con Renata prima e successivamente, una volta chiarito tra di voi, insieme con Bea.
Sono convinto che tu voglia bene ad entrambe, quindi il mio consiglio è quello di confessare il tuo amore per loro e che, proprio per questo motivo, non riesci più a vivere nel nascondimento.
Credo che il tuo padre spirituale, con il quale hai instaurato un buon rapporto, possa esserti di aiuto anche in questo. Chiedigli la disponibilità di avere un incontro con te e tua moglie, sono convinto che non ti negherà il suo appoggio.
Da parte nostra ti saremo vicini nella preghiera, possa il Signore concederti la pace interiore di cui hai tanto bisogno.
Ti abbraccio fraternamente.

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