venerdì 22 maggio 2015

LA VERITA' VA PROCLAMATA NELL'AMORE




Articolo di Francis DeBernardo pubblicato sul blog di New Ways Ministry l’8 marzo 2015, liberamente tradotto da un volontario di Progetto Gionata.



L’imminente referendum irlandese sul “riconoscimento legale del matrimonio fra persone dello stesso sesso” (Marriage Equality) ha suscitato l’opposizione attesa dalla gerarchia Cattolica della nazione, a volte con toni un po’ estremi, come è la dichiarazione del portavoce dei vescovi secondo la quale i sacerdoti cattolici non potrebbero più convalidare gli aspetti civili del matrimonio eterosessuale, se esso venisse esteso dall’elettorato a coppie dello stesso sesso. Tuttavia, di recente, l’archivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha cercato di essere più conciliante: nonostante la sua opposizione alla legge sull’eguaglianza dei matrimoni, egli invoca una “etica dell’uguaglianza” che preveda tutele legali per le coppie gay e lesbiche impegnate.

Il London’s Tablet, settimanale cattolico internazionale, riporta il commento dell’arcivescovo fatto al “All Hallows’ College” di Dublino, durante un discorso ai funzionari diocesani addetti alle comunicazioni. Riporto in questo articolo alcuni dei punti principali di tale discorso.

Il punto principale del discorso dell’arcivescovo Martin è difendere il concetto di complementarietà come fulcro essenziale per il matrimonio e la stabilità umana e sociale. Per la maggior parte del suo discorso ha posto le sue argomentazioni a sostegno della sua affermazione, denotando inoltre l’importanza delle motivazioni teologiche nei dibattiti sociali e politici. Se uno leggesse solo questa parte del discorso, potrebbe concludere che questo è l’unico punto della questione, ma verso la fine del suo intervento egli pone considerazioni sulla situazione delle persone gay e lesbiche.

“Un’etica dell’eguaglianza non richiede uniformità. Ci può essere un’etica dell’eguaglianza che sia in grado di riconoscere e rispettare le differenze. Una società pluralista può trovare in modo creativo strade, dove, le persone con orientamento omosessuale, abbiano i loro diritti ed il benevolo riconoscimento dei loro rapporti di amore e di cura in una cultura della diversità, rispettando l’unicità delle relazioni uomo-donna.”

L’arcivescovo ha inoltre criticato coloro che citano Papa Francesco discutendo dell’eguaglianza dei matrimoni per la Chiesa Cattolica sostenendo che il pontefice abbia chiaramente espresso la sua difesa per il matrimonio eterosessuale e per la complementarietà. A questi cattolici Martin ha detto:

“Trovo interessante che molti di coloro che sostengono questa campagna la facciano con un linguaggio religioso, essi sono molto disinibiti nel citare papa Francesco a sostegno delle loro argomentazioni , anche se ritengo che la loro conoscenza del pensiero del pontefice sia un po’ limitata.”

Ha poi presentato il punto di vista del papa sul matrimonio fra persone dello stesso sesso e sulle unioni LGBT in genere, rilevando che né i conservatori né i progressisti sono completamente soddisfatti di una presa di posizione morbida:

“Nel dibattito sul matrimonio omosessuale in Argentina, papa Francesco è stato inequivocabile nell’affermarne l’inammissibilità, tuttavia egli dice costantemente alle persone di non giudicare nessun individuo. Molti ritengono che una posizione del genere sia insostenibile: certe elementi, dicono, sono semplicemente sbagliati e da condannare, e non c’è modo di poter tollerare alcuna alternativa ad eccezione del pentimento e del cambiamento del proprio stile di vita. Altri sostengono che l’unico modo in cui la Chiesa può mostrare misericordia è proprio cambiando il suo insegnamento. Papa Francesco sposa nessuna delle due posizioni.”

Più che i contenuti relativi alle relazioni omoaffettive, tuttavia, la discussione dell’arcivescovo verte sul tradizionale dibattito gerarchico sull’eguaglianza del matrimonio.

Nella stessa settimana l’arcivescovo Eamon Martin, di Armagh, primate della Chiesa Cattolica irlandese, avverte che la libertà religiosa potrebbe essere in serio in pericolo se venisse approvata l’uguaglianza del matrimonio. L’arcivescovo Martin ha scelto un approccio più morbido, lui, che in passato ha riconosciuto che le autorità clericali avevano parlato troppo negativamente delle persone LGBT, ha ammesso di non poter essere più credibile per alcuni: “So che la durezza con la quale la Chiesa Cattolica irlandese ha trattato i gay e le lesbiche in passato, e in alcuni casi ancora oggi, può rendere difficile per le persone LGBT credere nella mia sincerità in quello che sto proponendo”

Osservando che il linguaggio dei responsabili è stato sovente “insensibile ed eccessivamente sentenzioso” l’arcivescovo Martin ha detto che: “La Chiesa deve imparare a dar voce alle proprie criticità in modo chiaro e senza paura, ma deve sempre farlo con un linguaggio che rispetti il suo Capo”.

Egli ha riconosciuto che il linguaggio duro è stata uno delle cause più grandi fallimenti dei vescovi nel predicare la loro visione del matrimonio: “Il problema per molti versi è che la Chiesa in passato ha spesso presentato male il suo messaggio. Quello che era un messaggio d’amore è stato presentato in un linguaggio rigido. Ciò che è un argomento razionale è stato presentato come un dogma che tutti dovrebbero accettare. La verità su Gesù Cristo può essere proclamata solo nell’amore.”

Martin ha evidenziato la necessità di un dibattito civile per persone LGBT e ha invitato i rappresentanti della Chiesa ad essere più cortesi e rispettosi nelle loro discussioni. Il referendum irlandese (sul matrimonio gay) si terrà il 22 maggio 2015.

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Testo originale: Dublin Archbishop Calls for an “Ethics of Equality” in Marriage Debate

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