mercoledì 11 dicembre 2013

AL FUOCO!



I suoi passi risuonarono pesantemente sulle vecchie scale mentre saliva verso il pianerottolo che portava alla porta di casa sua. Il corridoio era saturo dell'odore denso di cibo che stava bruciando. Si chiese per un momento se la signora Sanchez, in fondo al corridoio, stesse facendo qualcuno dei suoi intrugli maleodoranti, ma raramente alla donna capitava di lasciar rovinare il cibo sui fornelli. Con le spalle incurvate dalla stanchezza, arrancò verso la porta, le chiavi tintinnarono uscendo dalla sua tasca. La serratura scattò aprendosi. Spinse l’uscio per entrare nell’appartamento ma improvvisamente si bloccò. L'odore era molto più forte lì all’ingresso, l’odore di fumo gli pizzicò il naso con un retrogusto di pomodoro con troppo basilico. Si lanciò verso la cucina e notò immediatamente le volute di fumo provenienti da una pentola annerita su un fornello ricoperto di salsa.

“Luigi!”

Il compagno trasalì svegliandosi di soprassalto, scivolò dallo sgabello sopra il quale era accasciato sul bancone della colazione, urtò la sua tazza preferita rovesciando il caffè sul ripiano e sul giornale sul quale si era addormentato "Che? Oh, cazzo!".

"Apri la finestra!" gli urlò contro Damiano, prese le maniglie bollenti della pentola bruciata, imprecando quando il metallo incandescente gli ustionò il palmo delle mani.

Quasi gettò Luigi dalla finestra, spingendolo via mentre poneva la pentola fumante sul balconcino della cucina, a raffreddarsi.

"Che diavolo, Gigi! Stavi cercando di dar fuoco al palazzo?" Era troppo stanco e spaventato per riuscire ad addolcire lo sguardo.

"Oh Dio! Mi spiace, mi spiace ho chiuso gli occhi solo per un secondo!" una delle mani di Luigi era sepolta nei capelli, mentre l'altra cercava di scacciare gli ultimi riccioli di fumo rimasti dopo lo scampato disastro.

"Già." Brontolò Damiano con una smorfia mentre delle vesciche si stavano già formando sulla mano, "Dovresti sapere che un secondo è più che sufficiente".

"Amore, la tua mano…” Luigi la prese con gentilezza, "Mi spiace, lascia che te la fasci”.

Damiano ritirò la mano e si precipitò in bagno "Lascia perdere, faccio da solo." La porta del bagno sbatte più del dovuto, ci si appoggiò un momento per riprendere fiato, il lieve sentore di fumo che ancora pizzicava la gola. Fantastico. Con il suo lavoro di vigile del fuoco, l’odore di bruciato era l'ultima cosa che avrebbe mai voluto sentire dentro casa sua, e adesso serviva solo a ricordagli tutto quello che voleva dimenticare del suo peggior turno dell'anno. L’acqua era abbastanza fredda e la lasciò scorrere sulla mano ferita, sibilando per il dolore che si affievolì leggermente dopo un minuto sotto il getto. Nonostante il dolore stesse sparendo, un’altra morsa prese il suo posto, quella del senso di colpa; discutere era una brutta cosa in qualsiasi giorno, ma oggi… Brontolando un'imprecazione, entrò nella doccia e, sotto l’acqua calda meditò sull’accaduto, mentre si riprendeva dalla stanchezza del turno di lavoro. Quando uscì si fasciò con cura la mano prima di dirigersi verso la loro stanza, con il solo asciugamano intorno ai fianchi. I piatti tintinnavano in cucina dove Luigi si stava impegnando a pulire. Bene.

La confusione era l'ultima cosa con la quale voleva avere a che fare in quel momento. In quanto a disordine, Luigi era il campione mondiale dei casinisti. Si bloccò nell'ingresso. La camera da letto era immacolata. Nemmeno uno dei vestiti di Luigi era disseminato intorno. Il bucato era piegato, quello che rimaneva di sporco era stato riposto nella cesta. Il letto era fatto, e tutto intorno alla stanza c'erano candele profumate accese. Lo shock scemò, abbastanza a lungo da permettergli di vestirsi, e dopo un'ultima occhiata meravigliata alla stanza, tirò fuori una busta dal taschino interno della giacca, che era appesa alla stampella, invece che sul pavimento. Era cosi abituato al disordine di Billy, che vedere le cose in perfetto ordine lo trascinò fuori dal suo umore acido e agitò il crescente senso di colpa nel suo petto. Nel corridoio si fermò ancora una volta, faccia a faccia con una serie di altre candele sistemate sui ripiani che percorrevano la parete, altre nel loro piccolo soggiorno, sul tavolinetto da caffè, intorno al divano, sul tavolo laterale e a decorare tutto il percorso sino al bancone per la colazione. Luigi non solo aveva sistemato ma aveva anche pulito, l'aveva fatto per lui e aveva tirato fuori le candele nel tentativo di rendere romantica la cena la cui preparazione era quasi costata la vita al palazzo. Probabilmente, la totale assenza di doti culinarie del suo fidanzato, avrebbe prodotto sicuramente qualcosa dal sapore orribile, anche se non avesse bruciato tutto, ma quello che contava davvero era il pensiero. Eppure lui aveva rovinato tutto. Si strofinò una mano tra i capelli, mordendosi le labbra mentre andava con passi cauti ad appoggiarsi sullo stipite della porta della cucina, con le mani infilate nelle tasche, imbarazzato. Luigi si fermò per un momento al lavandino, lo notò con la coda dell'occhio ma non disse nulla, facendo ricadere lo sguardo sulla pentola che stava strofinando. Il libro di cucina della mamma di Damiano era appoggiato aperto sul bancone per la colazione: una ricetta per la pasta, con piccole note laterali su come far venire il sugo più buono. Nonostante il generale scompiglio nel resto della cucina, il libro era intatto e ben distante da qualsiasi cosa potesse danneggiarlo; sapeva che Damiano ci teneva a quel libro e se ne era assicurato. Il senso di pesantezza nel petto del pompiere si sviluppò, ruvido, frastagliato e dolorosamente tagliente. Il silenzio fece risuonare i suoi passi con troppa forza, lo scricchiolare delle piastrelle gli sembrò inquietante. Luigi non disse nulla, strofinava la pentola con una determinazione rigida come la sua schiena. Damiano accorciò la distanza tra di loro nella piccola cucina, premendosi su di lui mentre gli avvolgeva le braccia intorno all'esile vita, il mento appollaiato su una spalla tesa. Lo strofinare a scatti di Gigi si fermò. Nessuno dei due parlò per diversi imbarazzanti momenti, finché Damiano non strofinò la guancia contro quella del compagno: "Puoi dirlo, so che lo stai pensando, sono un San Valentino di merda".

Luigi sospirò, appoggiandosi con la schiena su di lui, lasciando le mani insaponate sul bordo del lavabo. "Si può ancora salvare... devo solo continuare a strofinare... " La pentola era una di quelle di sua madre, e sentirlo così preoccupato, affievolì un poco la tensione nel suo petto.

Damiano rafforzò il suo abbraccio: "Hai dormito un po’?"

Luigi si tese di nuovo, finché l’altro non lo baciò sul retro dell'orecchio, il pollice accarezzò il suo fianco in silente rassicurazione. "No, volevo… " le sue dita si curvarono e afferrarono il bordo del lavandino con più forza, "…volevo sorprenderti con la cena. Immagino che la parte del sorprenderti mi sia riuscita alla grande".

Schioccando la lingua, Damiano affondò il viso nell'incavo del collo di Luigi. Quando non si mosse per un bel po’, una mano umida si fece strada tra i suoi capelli accarezzandoli con leggerezza.

"Ho sentito dell’incendio di oggi" sospirò debolmente Gigi "Siete riusciti a salvare tutti. Siete stati grandi".

Diversi respiri lenti e tremolanti erano tutto quello che riuscì a dare come risposta mentre la mano di Luigi continuava con quelle rilassanti carezze nei capelli. Alla fine si ricompose, prendendo quella mano nella sua e baciandone le nocche nodose prima di intrecciare le loro dita.

"Voglio portarti in un posto" gli mormorò Damiano nell’orecchio.

"Noooo, amore… pensavo fossimo d'accordo di rimanere a casa stasera. Lo sai che ogni singolo posto sarà pieno di idioti sbaciucchianti stasera, so di aver rovinato la cena ma magari potremmo ordinare qualcosa dai cinesi".

"Non è un ristorante" sorrise contro la guancia di Luigi quando costui si girò con un broncio sospettoso.

"E allora cos’è?"

Damiano tirò fuori una busta spiegazzata dalla tasca posteriore, porgendola al fidanzato perplesso.

Luigi lacerò la busta ed estrasse dei tagli andini di carta: "Seriamente? Questi sembrano buoni pasto, mi stai facendo una specie di scherzo?" le parole gli morirono sulle labbra mentre guardava a bocca aperta cosa conteneva la busta. "Amore! Come hai...? Erano tutti esauriti dalla prima serata!"

"Lo so, infatti sono stato in fila quasi cinque ore per riuscire a prenderli". Il suo sorriso si allargò lentamente, tutto il senso di colpa e l'agitazione si sciolsero dal suo petto goccia dopo goccia allo sguardo attonito di Gigi, nella silenziosa reverenza con la quale reggeva i biglietti per la Scala. Una risata zampillò nella sua gola quando Luigi gli gettò le braccia intorno al collo.

"Oh mio dio! Sei matto! Ti amo!" esclamò baciandolo sonoramente, poi si staccò all'improvviso per vedere l'orologio: "Merda, a che ora è?"

"Abbiamo ancora un'altra ora per andarcene" si chinò con un sorriso provocante Damiano: "Pensi di poter rimanere sveglio?"

"Ma certo." Lo rassicurò Luigi facendogli una smorfia, poi la sua espressione offesa mutò in dubbio: "Magari fermiamoci a prendere un triplo espresso non si sa mai... “.

"Dio, ti amo" la risata si perse da qualche parte tra la pelle di Luigi e le proprie labbra.

16 commenti:

  1. Beh..già il fatto che uno dei due protagonisti è un vigile del fuoco,mi manda in estasi...una breve(purtroppo) storia molto molto romantica..ed essendo una romanticona non posso che metterlo (per ora)fra i miei preferiti

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  2. Da qualche parte nel blog ci dev'essere la ricetta degli gnocchi pompieri ;-)

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  3. Sicuramente la cerco XD..anche quì un bel romanzo ci starebbe bene..

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  4. Sono andato a vedere sullo storico dei post. Non c'è la ricetta dei gnocchi pompieri! Era sul vecchio blog che mi è stato cancellato da Splinder. Provvederò quanto prima a ripostarla perchè è decisamente gustosa. Slurp!
    :-P

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  5. Come osano cancellare i pompieri gnocchi...devi recuperare..assolutamente

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  6. purtroppo hanno cancellato tutto. Non sai che dispiacere! Sette anni di blog persi, con un mucchio di ricordi della mia vita! C'erano racconti della mia infanzia, della mia storia con i figli, tante storie bellissime che ora sono solo nella mia mente...una cosa molto triste perdere tutto questo cammino...

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  7. Che peccato che abbiano cancellato tutto quello che avevi condiviso, mi sarebbe piaciuto tanto poter leggere qualcosa della tua vita, anche perché quando hai cominciato i miei bambini erano talmente piccoli che non avevo nemmeno il tempo di respirare, così ora avrei potuto recuperare tutto quello che avevo perso di te. Peccato anche per gli gnocchi pompieri, da quando ho letto il meraviglioso Testa calda ogni volta che penso ai pompieri non posso che ricordarmi di Griffin e Dante, indimenticabili e super sexy.

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  8. Potrebbe essere che si riprenda anche la storia di Eagle... chissà mai... :)

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  9. Se tu avessi voglia un giorno di raccontarci qualcosa che ci siamo persi io sono qui ad ascoltarti, o meglio a leggerti...!

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  10. Condivido il pensiero di Alice, sia per quel che riguarda i tuoi ricordi (e Griff,non prendermi per matta ,Eagle)

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  11. Cara Romy e naturalmente caro Eagle, devo confessare che mi sono innamorata di Griffin Muir appena ho letto le prime righe di Testa calda, anche Dante l'ho adorato ma Griffin e' il mio preferito, con quel corpo così possente, eppure talmente timido da arrossire in continuazione. Ho costretto anche mio marito a leggere Testa calda perché volevo il parere di un uomo, a lui sono piaciute molto le parti più romantiche e non si è' assolutamente scomposto leggendo quelle più hot, gli ha dato solo fastidio (visto che ha cercato di immedesimarsi) la presenza di una certa telecamera, ha immaginato l'imbarazzo....

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  12. Ahahahahh...Alice sei mitica...Testa calda è stato il mio primo romanzo m/m..con Griffin è stato amore a prima vista..ho sofferto con lui ..Questo racconto e l'immagine e la storia di Filippo(vedi il Tiramisù)..mi hanno deliziata..mio compagno non legge neanche il quotidiano(ma come si fa a non avere questa passione)!!
    Eagle...Alice Silva e io(faccio anche le vs veci,bimbe,perdonatemi)ti sfidiamo..scrivi un bel ROMANZO sui pompieri ,sappiamo che lo sai fare ..facci felici e saremo tue fan a vita

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  13. Cara Romy anche per me Testa calda e' stato il primo MM e da allora e' stato un colpo di fulmine per questo tipo di romanzi, li adoro, ormai non posso più farne a meno, e mio marito si e' rassegnato a subire la concorrenza non di uno come nei tradizionali romance che pure adoro e leggo, ma di due meravigliosi esemplari pieni di testosterone ma anche di dolcezza e tenerezza, come il mio amatissimo Griffin, a proposito spero che Damon Suede si decida a pubblicare il seguito, non vedo l'ora. Nel frattempo però come suggerisci tu Eagle potrebbe deliziarci con un romanzo sui nostri amati pompieri, così saremmo davvero sue fans per sempre!!! Dai Eagle, facci un pensierino....contiamo su di te!

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  14. L'unico romanzo che, per ora, è arrivato al nono capitolo parla di un ragazzo siciliano che va a lavorare a Bolzano da un ingegnere viticoltore. Nord e sud che si incontrano e scatta la scintilla. Per ora è fermo sperando di avere un po' di tempo per andare avanti. Dovrei leggere di meno e scrivere di più.

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  15. Dovresti scrivere..te lo diciamo per ...PURO EGOISMO...a leggere ci pensiamo noi bimbe....

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  16. Un bel pompiere d'origini irlandesi..tutto rosso..con lentiggini..carnagione chiara(no va beh,che non sia Griffin ,ma simile)..che s'innamora di..mhm..un paramedico..si,no..fra turni e cose varie s'incontrerebbero di rado...no va beh..Eagle..fatti venire in mete qualcosa..PER FAVORE =(

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