martedì 18 novembre 2014

TIMIDO


TIMIDO - JOHN INMAN - Dreamspinner Press

Trovare l’uomo giusto è già abbastanza difficile. Gettate nel calderone anche un chihuahua incontinente, un amore non corrisposto, un caso piuttosto grave di ansia sociale, un padre in fin di vita, un cinghiale carnivoro, e diventa quasi impossibile. Tuttavia, le vie del Signore sono infinite, e quando Tom Morgan, un mite bancario affetto da una timidezza debilitante, incontra Frank Wells, appena arrivato dalla sua fattoria in Indiana e ancora più timido di lui, la scintilla scocca all’istante.

Ma proprio quando la storia tra i due sembra decollare alla grande, Frank è costretto a tornare a casa per assistere il padre malato di cancro e occuparsi della fattoria. Tom lo segue e tutt’a un tratto si ritrova a dar da mangiare ai maiali, a mungere le mucche e a chiedersi che fine abbia fatto la sua tranquilla vita cittadina. E tutti quei polli? Tom detesta i polli.

Tuttavia, con l’aiuto di Frank, Tom stringe i denti e va avanti. Incredibile quello che due ragazzi innamorati riescono a fare quando sono pazzi l’uno dell’altro! Neanche novecento polli possono qualcosa contro il vero amore.

Voto:

Romanzo piacevolissimo e scoppiettante, con battute esilaranti ed un finale scontato da vissero felici e contenti, che però ci sta proprio bene. Alla faccia del cattivo di turno che si merita un nobel alla cattiveria.  I due personaggi principali soffrono di timidezza psicologica, però, da come si comportano durante le vicissitudini del libro, sembra invece che siano molto sicuri di sè. Tutti i personaggi sono ben delineati e reali, persino il cihuahua Pedro e il cinghiale della fattoria. Libro divertente che chiede al lettore di essere divorato. Un romanzo che fa ridere, sorridere, sorprende e strappa anche una lacrimuccia. Bello.
Per il grande schermo scelgo: Ryan Eggold nei panni di Tom e Toby Keith in quelli del gigantesco Frank.



NB Il voto è del tutto soggettivo e viene strutturato ad un massimo di cinque stelle: scarso, sufficiente, discreto, ottimo, eccellente.


3 commenti:

  1. Mah... Per la verità, a parte la scena esilarante della raccolta delle uova con l'armatura, mi ha lasciato piuttosto indifferente.
    Pure la scelta di far mangiare il cattivo dall'animale infernale è sembrata una scappatoia, come se non sapesse come chiudere la questione.
    Lettura piacevole, nulla più.
    Di sicuro non lo rileggerò.

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  2. A me ha divertito, in più punti... ad esempio:

    Così, invece di sorseggiare elegantemente il mio vodka and tonic e muovermi con nonchalance in mezzo a un’orda di bellissimi uomini che mi sbavavano addosso, o almeno così mi piaceva immaginare, mi ridussi a scivolare in casa, infilarmi un paio di guanti di gomma e tracannare una birra light mentre grattavo via la cacca di chihuahua dalla mia poltrona migliore. Pedro aveva l’aria di essere particolarmente fiero della sua impresa e saltellava per la stanza come se avesse appena ricevuto dal Premio Cacca d’Oro una menzione speciale per la creazione più originale.

    Due lattine dopo la sedia era pulita e Pedro si era stancato, grazie a Dio. Così, mentre dormiva il sonno degli ingiusti nella sua cuccia davanti alla tv e russava come un taglialegna, io cambiai il fiocco alla bottiglia di Chianti per Jerry. Lo tolsi e lo rimisi tre volte, ogni volta usandone uno di un colore diverso, solo per decidere, alla fine, che non me ne piaceva nessuno. Nauseato, aprii la bottiglia e me la scolai fino all’ultima goccia guardando il notiziario. Dopodiché, andai a piedi fino al supermercato (con due birre e una bottiglia di vino in corpo giudicai più saggio non guidare) e comprai una bella scatola di cioccolatini da regalare a Jerry al posto del vino. Lungo la strada del ritorno la aprii, ne ingurgitai sei, feci dietrofront e tornai a comprare la stessa identica bottiglia di Chianti che avevo tracannato prima.

    E presi anche un altro biglietto d’auguri.

    Una volta a casa, rimisi il fiocco al vino, gettai il vecchio biglietto, scrissi quello nuovo, finii di spazzolare i cioccolatini e verso le undici strisciai a letto, accompagnato da Pedro. Mentre me ne stavo lì sdraiato, a pensare a Frank e se fosse veramente così carino come aveva implicato Jerry, rimuginai anche sul fatto che potevo aver appena manifestato i primi sintomi di un Disordine ossessivo compulsivo. Perfetto. Odiavo avere una sola stranezza. Fobia sociale, disordine ossessivo compulsivo e proprietario di un chihuahua incontinente. Mi mancavano solo un paio di brufoloni e un caso particolarmente grave di gonorrea per avere il repertorio completo.

    La scatola di cioccolatini mi avrebbe probabilmente dato una mano con i brufoli, ma per contrarre la gonorrea era necessario fare sesso, e l’eventualità che ciò accadesse in tempi brevi era decisamente remota.

    Pedro mi diede una leccata compassionevole su un orecchio, come se sapesse ciò a cui stavo pensando, e nel giro di due minuti eravamo entrambi profondamente addormentati.

    Sognai Jerry. Niente di nuovo.

    Dio solo sa cosa sognò Pedro. Forse di fare la cacca.

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  3. Che vuoi che ti dica... evidentemente sono più difficile da accontentare...
    O forse è il punto di vista maschile :-)

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