domenica 30 novembre 2014

VEGLIATE!



I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». (Mc. 13, 33-37)

L’anno B del ciclo triennale delle letture è l’anno di Marco. Eppure non si comincia dal paragrafo iniziale del suo Vangelo, che sarà oggetto di lettura nella settimana prossima: si parte dal punto in cui terminerà la penultima settimana dell’anno, con l’annuncio del ritorno di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”.
A prima vista, ciò può sembrare strano ed illogico. Invece, nella liturgia, c’è un’estrema sottigliezza nell’effettuare il cambiamento di tono: la nostra attenzione, che nelle ultime settimane era centrata sul giudizio e sulla fine del mondo, si sposta ora sul modo di accogliere Cristo: non con paura, ma con impazienza, proprio come un servo che attende il ritorno del padrone (Mc 13,35).
In quanto preparazione al Natale, l’Avvento deve essere un tempo di attesa nella gioia. San Paolo interpreta il nostro periodo d’attesa come un tempo in cui dobbiamo testimoniare Cristo: “Nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1Cor 1,7).

venerdì 28 novembre 2014

IL F-RUTTO DELL'INDAGINE DI RELIGIONE



Riflessioni di Marina Terragni pubblicate su iodonna.it il 17 novembre 2014

Dopo il caso della lettera della Diocesi di Milano che, nei fatti, sembrava invitare i prof di religione a collaborare alla “schedatura” delle scuole troppo liberal in tema di omosessualità, l’arcivescovo Angelo Scola corregge il tiro, ribadendo le scuse della Curia «per l’inappropriatezza del linguaggio» e sottolineando che l’intento era solo quello di conoscere la situazione: «Una posizione non omofoba, ma da cui non intendiamo recedere di un millimetro, come giusto in una società democratica.

Noi abbiamo qualcosa da dire circa le conseguenze sociali e la questione dei diritti connessi a questo orientamento sessuale“. Scola ha ammesso che «La Chiesa è stata lenta sulla questione omosessuale“, e che si tratta oggi di aiutare “i 6 mila professori di religione della Diocesi a proporre la nostra visione di problemi come quello dell’educazione sessuale” nel rispetto del Concordato.

Non sono affatto tra coloro che chiedono alla Chiesa di ritirarsi da questo territorio, dalla politica e dal mondo. Su svariati temi, come la fecondazione assistita, sono più grata ai dubbi della Chiesa che alle certezze del laicismo liberistico (laicismo, non laicità).

Mi piacerebbe semmai che si osasse di più. Perché è vero che la Chiesa ha molto da dire in tema di omosessualità, ed è vero anche per il fatto che nella Chiesa ci sono molti omosessuali.
Non si tratta, quindi, di guardare fuori da sé. Si tratta semmai di intraprendere una riflessione efficace proprio a partire da sé -come insegna il pensiero femminile della differenza-, assumendo la posizione autocosciente dell’osservatore che si osserva.

Non è provocazione, né gossip: dico solo che la percentuale di persone omosessuali all’interno della Chiesa è notevole, con ogni probabilità superiore a quella del “mondo fuori”. Sono molti i religiosi omosessuali, e chiunque frequenti la Chiesa ne ha esperienza.
Ci si potrebbe forse spingere a dire che la Chiesa è la più omosessuale tra le nostre istituzioni, verosimilmente seguita dall’esercito. La Chiesa, quindi, non dovrebbe “saltarsi”, nel suo processo di conoscenza. Non può tenersi fuori dal campo di osservazione. Semmai, dovrebbe porre se stessa al centro di ogni indagine e interrogazione, conferendo in questo modo il massimo di verità al proprio intento conoscitivo ed educativo.

Diversamente sarà buon gioco dei suoi critici e dei suoi nemici stigmatizzare come ipocrite e negazionistiche le sue iniziative a riguardo.

giovedì 27 novembre 2014

GNOCCHI COL BERRETTO

Eccoci qui, è passata un'altra settimana e siamo giunti puntuali al nostro ricettario di gnocchi. Questa settimana ho fatto una cernita di gnocchi con il berretto in testa. Per la maggior parte prevale il modello orsacchiotto, che allo zio Eagle piace tanto tanto. Si parte dal cantante country più sexy del pianeta, Mr. Tim McGraw. Sono una bella sfilata di manzetti tutti rigorosamente con il cappellino a riparare il cervellino dal sole. Altre parti del corpo rimangono magari più scoperte... per la delizia dei nostri palati sopraffini. Yum, Yum. Buon appetito:



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