Testimonianza di Marco letta alla Veglia per le Vittime di Omofobia e Transfobia di Roma del 16 maggio 2014
Io non ho mai subito atti di omofobia, non direttamente. Sono stato fortunato. Finora. E quello che vorrei fare è di trasmettere un messaggio di speranza, ancora più importante in un momento, come l’attuale, in cui ci troviamo di fronte ad una recrudescenza di omofobia; ad un tentativo, organizzato, di riportarci indietro.
E lo vorrei fare raccontando la mia cinquantennale esperienza con l’insulto simbolo dell’omofobia. Ovvero ‘brutto frocio’. Per farlo parto da lontano.
Lo conoscete il detto: “rompere le uova nel paniere”. Il significato di questo detto lo sanno tutti, o quasi. Significa rovinare, all’origine, un piano o un progetto pazientemente preparato. Ma quanti sanno cos’è un paniere, e soprattutto che il "paniere" in questione era quello in cui le galline covavano le uova per una ventina di giorni?
Per un villico dei tempi andati, che aveva il pollaio come una delle principali fonti di reddito, le uova rotte nel paniere significavano: fine dell’allevamento, niente da vendere al mercato, fame per la famiglia, dover ricominciare da zero; sempre che gli fosse possibile.
Per il buon villico la frase ‘rompere le uova nel paniere’ era sinonimo di una catastrofe, che lo toccava direttamente e profondamente, una questione di vita o di morte da evitare come la peste. Per noi è soltanto un detto. E magari ci chiediamo anche perché si dice così. Dell’enorme sciagura che ci stava dietro abbiamo perso le tracce.
Nel corso della mia vita mi sono accorto che, in media, anche il fatidico insulto “brutto frocio” sembra stia subendo, gradualmente ma inesorabilmente, lo stesso destino.
Quando sono nato, se ti davano del frocio, significava che ti avevano identificato come gay e che, in quanto tale, non eri più degno di far parte della società; venivi reso un escluso; un paria.
Qualche lustro dopo, all’epoca in cui frequentavo il liceo, se ti davano del brutto frocio, non ti stavano identificando come gay ma ti stavano equiparando ad un gay, ovvero: non eri più degno di far parte della società, diventavi un escluso, un paria, esattamente come se fossi un gay.
Fine dell’università. Se ti davano del brutto frocio intendevano che ti stavi comportando da gay, tradotto che non seguivi il calcio, che non ruttavi, che non sbagliavi i congiuntivi … Insomma che non ti comportavi come il tipico maschio, e quindi non eri degno di far parte del gruppo.
Indipendentemente dalle tue effettive preferenze sessuali. Se poi si scopriva che eri veramente gay, va beh, allora si spiegava tutto.
Anni dopo, in ufficio, i “brutto frocio” si sprecano, è quasi un intercalare. E sono rivolti a persone, di solito esterne, che con il loro comportamento stanno mettendo in difficoltà la ditta. Persone che stanno fuori dal gruppo, non in linea, dei diversi, come un gay.
Ultimamente mi sono accorto che se danno del “brutto frocio” a qualcuno e il qualcuno è o potrebbe essere gay, subito dopo si fermano, e poi aggiungono: che poi nel caso particolare. E’ non la intendono come un aggravante. Lo dicono per mettere in chiaro che non c’è alcun riferimento alle preferenze sessuali e che il soggetto è ‘frocio’ e pure ‘brutto’ perché mette in difficoltà il gruppo. Che poi casualmente sia anche gay è ininfluente.
Insomma l’insulto si sta preparando a diventare sempre di più solo un modo di dire. Per questo io voglio pregare. Perché i ragazzi gay del prossimo futuro quando sentiranno dire “brutto frocio”, non si sentano chiamati in causa, in quanto gay; e che per sapere il significato originale di ‘frocio’, abbiano bisogno di andarselo a leggere, su wikipedia.
Per un villico dei tempi andati, che aveva il pollaio come una delle principali fonti di reddito, le uova rotte nel paniere significavano: fine dell’allevamento, niente da vendere al mercato, fame per la famiglia, dover ricominciare da zero; sempre che gli fosse possibile.
Per il buon villico la frase ‘rompere le uova nel paniere’ era sinonimo di una catastrofe, che lo toccava direttamente e profondamente, una questione di vita o di morte da evitare come la peste. Per noi è soltanto un detto. E magari ci chiediamo anche perché si dice così. Dell’enorme sciagura che ci stava dietro abbiamo perso le tracce.
Nel corso della mia vita mi sono accorto che, in media, anche il fatidico insulto “brutto frocio” sembra stia subendo, gradualmente ma inesorabilmente, lo stesso destino.
Quando sono nato, se ti davano del frocio, significava che ti avevano identificato come gay e che, in quanto tale, non eri più degno di far parte della società; venivi reso un escluso; un paria.
Qualche lustro dopo, all’epoca in cui frequentavo il liceo, se ti davano del brutto frocio, non ti stavano identificando come gay ma ti stavano equiparando ad un gay, ovvero: non eri più degno di far parte della società, diventavi un escluso, un paria, esattamente come se fossi un gay.
Fine dell’università. Se ti davano del brutto frocio intendevano che ti stavi comportando da gay, tradotto che non seguivi il calcio, che non ruttavi, che non sbagliavi i congiuntivi … Insomma che non ti comportavi come il tipico maschio, e quindi non eri degno di far parte del gruppo.
Indipendentemente dalle tue effettive preferenze sessuali. Se poi si scopriva che eri veramente gay, va beh, allora si spiegava tutto.
Anni dopo, in ufficio, i “brutto frocio” si sprecano, è quasi un intercalare. E sono rivolti a persone, di solito esterne, che con il loro comportamento stanno mettendo in difficoltà la ditta. Persone che stanno fuori dal gruppo, non in linea, dei diversi, come un gay.
Ultimamente mi sono accorto che se danno del “brutto frocio” a qualcuno e il qualcuno è o potrebbe essere gay, subito dopo si fermano, e poi aggiungono: che poi nel caso particolare. E’ non la intendono come un aggravante. Lo dicono per mettere in chiaro che non c’è alcun riferimento alle preferenze sessuali e che il soggetto è ‘frocio’ e pure ‘brutto’ perché mette in difficoltà il gruppo. Che poi casualmente sia anche gay è ininfluente.
Insomma l’insulto si sta preparando a diventare sempre di più solo un modo di dire. Per questo io voglio pregare. Perché i ragazzi gay del prossimo futuro quando sentiranno dire “brutto frocio”, non si sentano chiamati in causa, in quanto gay; e che per sapere il significato originale di ‘frocio’, abbiano bisogno di andarselo a leggere, su wikipedia.
Buongiorno a tutti, pallido sole pure oggi, aria umida, ma per fortuna venerdi.
RispondiEliminaPurtroppo di estrema attualità il post che oggi il Direttore ci ha proposto e al di là della riflessione e speranza di Marco, che condivido, pone l'attenzione sui risvolti razzisti ai quali ci siamo purtroppo abituati. Ovvio perchè purtroppo, mai bisognerebbe abituarsi ai soprusi, alla guerra, alla violenza. L'omofobia verso i gay, la violenza verso le donne, la pedofilia, l'emarginazione del disabile sono per me tante facce della stessa medaglia: ignoranza nel senso peggiore della parola. L'ignoranza è composta da molti fattori: inadeguatezza, disistima, paura, incapacità di scegliere da soli e con la propria testa, grettezza e cattiveria. E' difficile liberarsene perchè nasce in modo subdolo, tramandata da genitori ignoranti ai loro figli già quando sono piccoli. Già alle elementari senti bimbi che hanno ancora bisogno di farsi pulire il naso che usano parole come "frocio", "ritardato" "down" ovviamente con tono spregiativo ma non so fino a che punto consapevoli del loro significato e del potere che hanno in quel momento di ferire. Per questo sono triste e spero, veramente spero il tempo possa dar a Marco ragione cioè che queste parole cattive vengano considerate solo parole vuote. Dall'altra parte però, sostenendo io che le parole sono importanti, non posso che augurarmi che i genitori facciano il proprio dovere di genitori ed insegnino con severità ed amore, ad amare ed accettare. Lo dico da mamma che crede di esserci riuscita.
Buongiorno a tutti voi fatine e direttore...cosa dire ...Silva ha già perfettamente espresso anche il mio pensiero...
RispondiEliminaI miei bambini hanno già sentito la parola incriminata a scuola e io e mio marito abbiamo spiegato loro il significato...
Ricordo di aver già scritto in qualche post che ai nostri figli abbiamo insegnato che le persone omosessuali sono da rispettare e assolutamente mai, mai da denigrare e insultare, semplicemente amano....e anche se amano persone del loro stesso sesso sempre di amore si tratta.
Anche mio marito in ufficio e' abituato a sentire colleghi che con la massima tranquillità usano quella parola, ormai quasi per abitudine...
Lui non lo fa, perché la pensiamo allo stesso modo su questo argomento.
Io spero che in futuro, un futuro non troppo lontano, ognuno possa sentirsi libero di amare chi vuole, senza essere giudicato, insultato, umiliato ne' picchiato.
Buon giorno bimbe belle! Ieri sera son crollato. Il film era tanto bello, che mi sono addormentato. Stasera ci ritento.
RispondiEliminaBaci.
Ciao Eagle, mi raccomando stasera guarda il film con attenzione così poi mi fai la recensione per l'altro fan accanito di Tolkien, che ancora non l'ha visto.
EliminaBaci
Deve essere stato veramente coinvolgente se ti sei addormentato Eagle. Alice se le cose sono andate così che razza di recensione vuoi che faccia per l'appassionato che ora all'estero in altri giochi è affaccendato?
RispondiEliminaSilva vedo che le rime vengono spontanee anche a te oltre che a Romy ...brava!
EliminaInfatti speravo, soprattutto per Eagle che stasera riuscisse a vedere il film senza addormentarsi....
Comunque mio marito ha letto il libro dell'Hobbit ai bimbi qualche tempo fa...io per quel pochissimo che l'ho seguito l'ho trovato di una noia mortale, dai film che ho visto penso che la storia del signore degli anelli sia più coinvolgente rispetto a quella che la precede...
Spero di non prendermi gli improperi del proprietario del blog nonché fan di Tolkien....per aver denigrato uno dei suoi sacri libri...!
Per la verità il cofanetto contenete Lo Hobbit, La Compagnia dell'Anello e lo Silmarillion li ho letti pure io e mi sono piaciuti. Secondo me Tolkien ha percorso i tempi con un classico del fantasy. I film mi sono piaciuti meno ma a casa ho due accanitissimissimi fans del genere che li hanno tutti in DVD e ogni tanto li riguardano. Io continuo a preferire lo scritto al video.
RispondiEliminaIo li ho letti tutti e mi sono piaciuti, anche se un po' ostici ogni tanto. Soprattutto il Silmarillion. Ho letto anche i minori "Tom Bombadil" "Roverandon" "Albero e foglia" e gli altri. E' un grande classico che rimarrà nella storia per essere stato il precursore del genere Fantasy, anche se devo dire che Terry Brooks lo preferisco.
RispondiEliminaAnche mio marito ha trovato un po' ostico Il silmarillion.
EliminaIo non ho letto i libri, ho visto i film e se all'inizio l'ho fatto solo per far piacere al marito devo dire che poi la storia mi ha coinvolta e appassionata e pur non essendo proprio il mio genere non ho potuto fare a meno di guardarli tutti.
Anche i bimbi hanno visto i tre film del signore degli anelli e anche a loro sono molto piaciuti.
Naturalmente la storia di Gollum li ha molto colpiti!
Eccomi qua... pensavate "finalmente ci siamo liberati di lei...."
RispondiEliminaE invece... NO!!!
Grazie alla rete libera, gentilmente fornita da Mamma Provincia a cui mi sono appena iscritta, vi controllo:-)
Sono qui, su una"poltroncina" attrezzata, spaventosamente scomoda, a leggere le vostre fanfarate...
Evidentemente ieri abbiamo s scritto troppo, così oggi siete stanchi:-)
Ciao Glo, è che siamo cip e ciop qua e più di tanto non possiamo fare. Che vuoi non è che l'argomento proposto di oggi si presti, come ieri, a battute goliardiche. Facciamo quel che possiamo piccoletta Contribuisci!
EliminaBeate provincie autonome!
RispondiEliminaDipende dalla Provincia anche qui siamo autonomi ma no wifi, Siamo più poverelli
EliminaChe io sappia Free Luna è disseminato sul territorio nazionale.
EliminaPer mette di collegarsi dalle piazze e vie.
È la prima volta che riesco ad accedervi dall'interno dell'ospedale..
Visto che SIlva si lamenta GIUSTAMENTE per la tematica triste, vi faccio un regalino: Doppio Post, oggi.
RispondiElimina