Leonardo era sempre stato un ammaliatore, un uomo che è capace di attirare tutti nella sua rete e tenerli stretti a sé. Anch’io ne ero rimasto catturato anni addietro, ma in qualità di migliore amico non ero mai stato preso in considerazione. Vedevo andare e venire tantissimi ragazzi e poi, con il crescere, anche uomini. Mentre restavo fermo a guardarlo, lui andava avanti con la sua vita. Anch’io ogni tanto avevo qualche storiella, ma niente di serio. Lui mi aveva già catturato nella sua rete anni addietro, e niente avrebbe potuto farmi desistere dall’amarlo con tutto me stesso.
Per un certo periodo, frequentai un uomo inglese, un certo Roger. Era molto maturo e autoritario, e con lui mi sentivo sempre uno scolaretto che aveva fatto una marachella e temeva di venire scoperto. A Leo non piaceva, diceva che mi dominava e che non mi lasciava la libertà che meritavo. Io, che morivo d’amore per lui, m’infuriavo a sentire questi discorsi provenire dalla sua bocca. Dentro il mio cuore gli davo la colpa per il fatto che fossi finito con Roger. Ovviamente, facemmo pace ma Roger rimase un fantasma tra di noi, per lunghissimo tempo. Era da un po’ che non lo vedevo girare con uomini, così una sera lo invitai a bere qualcosa per raccontarmi della sua vita. Stava bene, aveva chiuso da poco una storia e si era di nuovo innamorato, ma questa volta non era corrisposto. Io feci fatica a crederci, perché tutti cadevano nella rete di Leo, ma lui mi assicurò che non era così. Aveva uno sguardo così triste che mi affrettai a cambiare argomento, temendo di avergli fatto rivivere brutti ricordi. Provai a parlare della mia ultima vacanza, ma il solo nominare Roger lo intristì ancora di più, così lasciai perdere.
Sospirò rumorosamente e mi guardò con quei suoi grandi occhi grigi: “Ti va di bere qualcosa di forte?”
Sapevo che non era una buona idea ma decisi che quella sera l’alcol mi sarebbe stato d’aiuto. Assecondai la sua proposta e, nemmeno un’ora dopo, eravamo entrambi troppo brilli. Tornando a casa a piedi, c’eravamo messi a canticchiare vecchie canzoni per poi ridere come due idioti. Nonostante non avessimo più vent’anni da un bel po’, fu molto bello ritornare a essere ragazzi per una sera.
Quando arrivammo nel portico di casa sua, Leo mi prese per il colletto della camicia: “R-Roger non t-ti m-merita” disse con aria seria, impastando le sillabe delle parole a causa dell’alcool “T-Tu sei una persona sch-plend-dida e stai sp-p-precando la vita. Ti meriti q-qualcuno che ti a-ama veramente”.
Nonostante l’ebbrezza, provai a contraddirlo, anch’io faticavo ad articolare le parole: “Ma cosa ne sch-ai tu?” gli ribattei quasi arrabbiato, d’altronde era lui il mio sogno erotico e si era sempre divertito con i ragazzi e gli uomini che aveva frequentato. “Parli p-proprio tu che scopi a destra e sch-inistra senza ritegno. Ma dimmi seriamente, hai mai amato q-qualcuno?”.
Per tutta risposta Leonardo mi copri la bocca con le sue labbra e mi baciò con trasporto.
Leo mi stava baciando, come da tutta la vita avevo desiderato che facesse. Mi stava baciando con ardore, succhiandomi il labbro inferiore mentre le sue mani erano corse a circondare le mie guance. Erano dolcemente calde e piacevoli, mentre continuavamo a baciarci come due ragazzini. Improvvisamente si staccò da me, guardandomi con i suoi lucidi occhi grigi, prese le chiavi di casa dalla tasca e, ciondolando, mi fece cenno di seguirlo. Quando fummo nel suo appartamento, chiuse la porta e si gettò nuovamente su di me, sbattendomi contro l’ingresso di casa. Mi stava baciando ancora più forte di prima.
Senza troppa convinzione, cercai di protestare, perché dentro di me sapevo che stavo sbagliando: amavo Leonardo, ma non potevo tradire Roger, era contro i miei principi. “Leo, smettila” gli sussurrai cercando di allontanarlo da me. La mia voce però tradiva un tremito di passione e le mie spinte erano inconsistenti. Il cervello annebbiato dall’alcool non riusciva a generare frasi coerenti e tra un gemito ed un sospiro, probabilmente non riuscivo a dirgli di smetterla come avrei voluto. Da parte sua, Leonardo era talmente brillo che si divincolava senza che io riuscissi ad allontanarlo. In più la sua massa muscolare era maggiore della mia e se anche fossi stato sobrio, probabilmente non sarei riuscito a spingerlo lontano.
Leo, mi conosceva bene, capì cosa stavo pensando e usando la sua solita rete fece di tutto per catturarmi. Non potei resistere un minuto di più. Cedetti e lasciai che mi baciasse di nuovo, che mi slacciasse ad uno ad uno i bottoni della camicia, che mi sfilasse i pantaloni. Io ero immobile, troppo sconvolto per fare qualcosa. Lui, invece, voleva prendersi cura di me in tutti i modi possibili, vezzeggiandomi con le sue carezze e i suoi baci. Quando fui nudo, con baci e piccoli morsi percorse tutta la mia pelle, i capezzoli e scese sempre più in basso fino a mettersi in ginocchio davanti a me. Poi la sua bocca umida e calda accolse la mia erezione. Leo conosceva tutto di me, sapeva cosa mi sarebbe piaciuto e me lo stava donando con entusiasmo e amore. Per un attimo, il ridicolo pensiero che fosse stato Leonardo ad essere catturato dalla mia, di rete, mi attraversò la mente. Poi il piacere travolgente non mi permise più di pensare. Dopo essere venuto nella sua bocca, mi prese per mano, conducendomi nella sua stanza da letto, dove mi fece stendere e dove si spogliò il più in fretta possibile. Si stese al mio fianco e i nostri corpi si toccarono in tutti i punti che non si erano mai nemmeno sfiorati.
Facemmo l’amore diverse volte, quella notte. Dopo un po’ non eravamo nemmeno più ubriachi, ma non aveva importanza. Non m’importava più nemmeno di Roger, che era così autoritario e dittatoriale con me, che non voleva che frequentassi più i miei amici e pretendeva che io diventassi qualcun altro, per stare solo con lui. Leo, invece, mi aveva coccolato e vezzeggiato. Non sapevo se era stato l’alcol a farlo capitolare, oppure qualcos’altro, poco importava, perché quella era stata la notte più bella della mia vita e l’avrei conservata per sempre nel mio cuore.
La mattina dopo, quando mi svegliai, trovai Leonardo che mi guardava sorridente, tra le mani reggeva un vassoio carico di cornetti e il caffè. Mi stava portando la colazione a letto. Per la prima volta non vidi il solito Leo, quello ammaliatore, quello che con la sua rete poteva catturare chiunque. Vidi un uomo innamorato che mi versava il caffè e si sporgeva per un bacio sulle labbra al sapore di zucchero. Mi disse che sarebbe venuto con me a lasciare Roger, che era ora che quel terribile gallese sparisse dalla faccia della terra e che stessi con lui. Non sono mai stato così felice di essere stato catturato dalla rete di qualcuno.
Quando quella sera tornammo a casa, dopo aver sistemato la questione con Roger, Leo mi confidò di essersi accorto che mi amava, aveva iniziato a capire che mi amava da quando aveva intuito che Roger mi avrebbe tenuto lontano da lui, forse per sempre. All’inizio aveva pensato che io non potessi ricambiarlo perché amavo Roger e basta, ma la mia lontananza era una cosa straziante per lui e avrebbe lottato per avermi. Così, da quel giorno, dopo essere stato il mio migliore amico, Leo divenne anche la mia metà, l’uomo della mia vita; a volte mi sembra di vivere in una favola, e temo che sia tutto un sogno. A volte, invece, mi accorgo che finalmente ho trovato la felicità e che posso viverla pienamente con l’uomo che amo. Con l'uomo che da sempre ho amato.
Dite quello che vi pare ,ma leggere di due persone che da amici diventano uno la metà dell'altro..vado in visibilio!!ICome nel racconto di Natale..hai centrato in pieno nel mio cuoricino =)
RispondiEliminaNon è uno dei miei preferiti...
RispondiEliminaTse..cosa mi tocca leggere!!Ti consiglierei di rileggerlo..immedesimarti in entrambi i ragazzi..andare oltre le parole,ma entrare nei loro stati d'animi..e capisci ..
RispondiEliminaBeh, l'ho scritto, qualcosa mi sarà pure piaciuto, ma non è uno dei migliori. Cmq ce ne sono diversi su questo tipo di tematica. Anche quello che verrà pubblicato mercoledì prossimo, già in cantiere. ;)
RispondiEliminaQuesto racconto lo difendo a spada tratta..avrebbe meritato una storia più lunga..sicuramente leggerò anche gli altri =)
RispondiEliminaTi eleggo mia paladina!
RispondiEliminaVediamo se stasera (o prossimamente) scoprirai l'unico che racconta di un fatto che mi è accaduto realmente...
E' una sfida ardua da accettare..comunque ho letto anche gli altri 2 racconti..ma non erano 52?
RispondiEliminaqualcosina meno ma è corretto (ci sono alcuni filmati che non sono miei) allora, fai così: qui a destra c'è il link delle etichette Racconti. Clikka sopra e ti sceglie solo i link dei racconti. Quando arrivi in fondo c'è una scritta in arancione "post più vecchi" clikka sopra e ti porta a quelli più vecchi, e ancora dopo, e ancora dopo, pian piano li riuscirai a leggere tutti!
RispondiEliminaStasera mi sbizzarrisco XD..ho casa tutta per me..quindi leggo tranquilla ..yuppiiiiiii
RispondiEliminaDunque... comprendo che hai capito il meccanismo! Buona lettura. Ti preparo il caffè. :D
RispondiEliminaE cmq la sfida è aperta. Quale racconto sarà quello vero? O_o
RispondiEliminaNon è facile però =(((..Io pensavo che Un bacio a Babbo Natale e Orazio fossero quelle vere..uff..un aiutino?Il caffè è sempre gradito :P
RispondiEliminaCaffè pronto. Prego, Madame.
RispondiEliminaAcqua, acqua, fuochino, fuochino... Epifania... ;) Un aiutone.