venerdì 13 dicembre 2013

L'UOMO AL MIO FIANCO



Testimonianza di Michelangelo per lo speciale “le cose cambiano”, pubblicata sul sito di Riforma, settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi, il 26 novembre 2013

Entrare in una chiesa e sentirsi come un bambino affascinato tra navate maestose e affreschi immaginifici e rivelatori. Ma soprattutto avere la sensazione che quel bambino abbia qualcosa da nascondere o magari da espiare.
Quel bambino che ha dovuto sottostare allo studio del catechismo e magari anche all'ora di religione, poi rifiutata. Tutte cose molto belle ma che il bambino non sentiva come sue.

Quando poi nella solitudine della sua camera altri pensieri e altre figure prendevano forma. E vivere con una sensazione, quasi un sapore, di peccato.
Crescere con la paura e l'angoscia di essere diverso e aver paura di pronunciare, a se stesso, una semplice frase: io sono omosessuale. Tale da dover escludere completamente la sua famiglia.

E nel contempo eclissare il suo vero io. Trovare poi nell'ambiente accogliente di una comune valdese, il Lombardini, alle porte di Milano, un ambiente dove sentirsi finalmente a proprio agio.
E soprattutto amici, protestanti, ma anche cattolici. Dove partecipare a iniziative di solidarietà e di integrazione. Come una serie di incontri e conferenze sulla diversità.
I campi estivi dove finalmente si parla e si vive alla luce del sole di sé e della propria omosessualità.
Trovare anzi non trovare nella chiesa cattolica e nelle sue dichiarazione ufficiali quel senso di inclusività e di fratellanza, ma ancora quel senso di peccato e di stigma sociale.

Ora posso dire da adulto di aver trovato una mia integrità anche grazie all'uomo che mi ama al mio fianco.

Quando poi nella solitudine della sua camera altri pensieri e altre figure prendevano forma. E vivere con una sensazione, quasi un sapore, di peccato.
Crescere con la paura e l'angoscia di essere diverso e aver paura di pronunciare, a se stesso, una semplice frase: io sono omosessuale. Tale da dover escludere completamente la sua famiglia.

E nel contempo eclissare il suo vero io. Trovare poi nell'ambiente accogliente di una comune valdese, il Lombardini, alle porte di Milano, un ambiente dove sentirsi finalmente a proprio agio.
E soprattutto amici, protestanti, ma anche cattolici. Dove partecipare a iniziative di solidarietà e di integrazione. Come una serie di incontri e conferenze sulla diversità.
I campi estivi dove finalmente si parla e si vive alla luce del sole di sé e della propria omosessualità.
Trovare anzi non trovare nella chiesa cattolica e nelle sue dichiarazione ufficiali quel senso di inclusività e di fratellanza, ma ancora quel senso di peccato e di stigma sociale.

Ora posso dire da adulto di aver trovato una mia integrità anche grazie all'uomo che mi ama al mio fianco.

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