martedì 23 ottobre 2012

PRAYERS FOR BOBBY


Oggi vi racconto la trama di un bellissimo film che non vedrete mai in Italia. La nostra chiesa santa cattolica e apostolica non darà mai il permesso di far circolare in Italia questa pellicola che ha vinto un mucchio di premi all’estero, e che affronta una tematica molto importante: il suicidio tra gli adolescenti omosessuali e la presa di coscienza di una mamma bigotta dopo la morte del suo amato figliolo.

Il film è intitolato “Prayers for Bobby” ed è del 2009, diretto da Russell Mulcahy e interpretato da Sigurney Weaver.

Mary Griffith è una devota cristiana che alleva i suoi figli con gli insegnamenti conservatori della Chiesa presbiteriana. Tuttavia, quando suo figlio Bobby confida al fratello maggiore che sospetta di essere gay, la vita cambia per tutta la famiglia dopo che il fratello confida il segreto ai suoi preoccupato per l'incolumità di Bobby dopo un tentativo di suicidio. Purtroppo, se il padre di Bobby ed i fratelli non sembrano preoccupati per la sua omosessualità, Mary crede che Dio possa "curare" Bobby. Lei lo porta da uno psichiatra e convince Bobby a pregare di più e cercare conforto nelle attività della Chiesa nella speranza di riportarlo sulla retta via. Disperato per riottenere l'approvazione della madre, Bobby fa quello che gli viene richiesto, ma la disapprovazione della Chiesa per l'omosessualità e i tentativi della madre di sopprimere i suoi comportamenti in pubblico lo portano ad crescere sempre più complessato e depresso.
Colpito dal senso di colpa, Bobby si allontana con sua cugina, sperando che un giorno sua madre lo accetterà. Si trasferisce in Oregon, capendo di dover convivere con la propria omosessualità. Qui trova un fidanzato, David, conosciuto in un bar per gay. Tuttavia, Mary non condivide il comportamento del figlio. Nonostante conosca i genitori di David, che lo rassicurano che le cose cambieranno, Bobby è ossessionato dalle parole di sua madre, e vede anche David con un altro uomo. La depressione cresce e Bobby è disgustato di sé, intensificandosi in lui stesso la colpa per non essere il figlio "perfetto": una notte si lascia cadere giù da un viadotto autostradale e viene schiacciato da un camion che passava in quel momento, che lo uccide all'istante. La famiglia riceve la notizia orribile il giorno seguente, ed è devastata.
Di fronte alla loro tragedia, Mary comincia a mettere in discussione se stessa e la sua interpretazione della Scrittura. Attraverso il suo lungo viaggio emozionale, Mary raggiunge lentamente la comunità gay e scopre il sostegno inatteso da una fonte che ancora considera improbabile. Cominicia a frequentare incontri della comunictà gay presso una parrocchia che anche Bobby aveva frequentato ed il reverendo la convince a partecipare ad una riunione di genitori, famiglie e amici di gay e lesbiche (PFLAG). E' lì che si rende conto che sapeva di Bobby fin dal concepimento e che il suo vero valore era nel suo cuore gentile e puro.
Diventa sostenitore dei diritti gay e improvvisa un emozionante discorso in una riunione del consiglio comunale a sostegno di una giornata della Libertà Gay. Mary invita la gente a pensare prima di parlare, perché "un bambino potrebbe essere in ascolto". La misura viene respinta, ma non desiste e porta la famiglia a San Francisco con i membri PFLAG a manifestare in una parata del gay pride, durante il quale vede un giovane come Bobby osservare la sfilata. Lei si avvicina e lo abbraccia, finalmente comprendendo di convivere con la morte del figlio e di impegnarsi a lavorare per i diritti degli omosessuali.
Se mai vi capitasse tra le mani vi consiglio di vederlo. E’ un film molto commovente e molto bello.

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