mercoledì 20 agosto 2014

INCIPIT DEL NUOVO ROMANZO A QUATTRO MANI


Questo è il prologo del nuovo romanzo che sto scrivendo con la mia cuginetta. Vi vien voglia di leggerlo? Almeno un pochino????

Da alcune ore un leggero nevischio cadeva lentamente, ricoprendo come una calda coperta ogni superficie. Una figura immota sostava indifferente accanto ad una lapide, il capo leggermente chino. Il lungo cappotto scuro nascondeva quasi totalmente la massiccia corporatura. Le spalle, leggermente abbassate, rivelavano lo stato d'animo.Candidi fiocchi avevano osato appoggiarsi sulla capigliatura brizzolata, rendendola quasi canuta.Le grandi mani inguantate erano giunte, trattenendo un mazzo di agrifoglio il cui verde squillante e le rosse bacche  facevano da unico contrasto al biancore del luogo.

Finalmente la sua voce bassa, ma dal tono grave, risuonò nel silenzio del piccolo cimitero: "Non ti dimenticherò mai. Lo sai benissimo che sarai sempre nei miei ricordi, nei miei pensieri, nei miei progetti... ". Un'unica lacrima, tremolando, si staccò dall'occhio grigio-verde e lentamente percorse il volto dell'uomo, unica concessione al suo dolore.
"Ma è ora di girare pagina, di tornare a vivere... come tutti mi dicono continuamente di dover fare."

Lentamente s'accucciò e depose il fascio di rami verdi sulla tomba. Con entrambe le mani vi si appoggiò come a voler accarezzare un'ultima volta quell'amato viso. Abbassando ancor più il capo, quasi volendo sfiorare il terreno: "Ti amerò per sempre..." , mormorò. Si rialzò lentamente, con infinita stanchezza. Rimase fermo nella sua posizione, quasi da angelo protettore, per un lungo periodo.

Improvvisamente girò su se stesso, a rilento, quasi controvoglia. Percorse a ritroso il sentiero tra le lapidi, fino alla cancellata di ferro battuto che chiudeva l'accesso. Si concesse un ultimo sguardo d'insieme a quel luogo silente e tranquillo, che molte volte aveva assistito ai suoi sfoghi di dolore.

Infine riprese la sua strada, prendendo nuovamente nelle sue mani il proprio destino, il suo futuro.




A migliaia di chilometri di distanza, un altro uomo era totalmente impegnato nel suo compito: chino, nella penombra di una biblioteca, stava studiando i documenti medioevali di una trascrizione. Il silenzio nella sala di lettura dell’Abbazia era quasi palpabile. All’esterno il vento fischiava forte ma le imposte a chiusura di sicurezza, sigillavano le pagine degli antichi libri all’interno della grande stanza, difendendoli dalle intemperie e dagli sbalzi delle temperature stagionali.

Philippe Lagrange, archeologo svizzero di fama internazionale, era chino sulla copia di una pergamena mentre cercava di decifrare la scrittura elegante che stava ampliando con una lente d’ingrandimento. L’inchiostro ingiallito era quasi illeggibile sulle pagine poco più chiare. Era un testo in latino volgare, probabilmente scritto tra il millecento e il millecentocinquanta. Il cronista Bernardo di Costanza raccontava le vicissitudini della prima Crociata Cristiana contro gli infedeli, guidata da Goffredo di Buglione. In quell’occasione, erano state poste le basi per la Guardia del Tempio, che più avanti avrebbe originato il movimento dei Templari.

Philippe controllò nuovamente il testo con gli appunti che aveva preso il giorno prima. Appoggiò delicatamente la copia della pergamena e allungò la schiena sullo schienale della sedia, raddrizzando le spalle. Una fitta di dolore gli percorse il collo che era rimasto per troppo tempo piegato sul foglio di carta. Sospirò rumorosamente e sgranchì le spalle. Per essere uno studioso di fama internazionale era abbastanza giovane. Biondo, con penetranti occhi chiari, aveva da poco superato la quarantina. Aveva studiato alla prestigiosa Università medioevale di Cambridge dove ora aveva una cattedra a suo nome.

L’abbazia che lo stava ospitando aveva messo a sua disposizione le pergamene di Bernardo di Costanza dove venivano riportate le vicissitudini dei superstiti della Crociata dopo la liberazione di Gerusalemme. Nel testo che stava decifrando in quel momento, il cronista sosteneva che erano stati recuperati il calice dell’ultima cena di Gesù e il Pastorale di San Giovanni, che erano in mano ai musulmani. I preziosi manufatti erano in possesso di Goffredo di Buglione che intendeva portarli con sé in Europa. Da sempre il Santo Graal, il calice di Cristo, era andato perduto e ogni tanto qualcuno sosteneva di averne trovate le tracce per poi essere irrimediabilmente smentito. La cosa più strabiliante che invece Philippe aveva scoperto nel testo di Bernardo, era che il bastone Pastorale dell’apostolo amato da Gesù, aveva delle proprietà particolari. Probabilmente era una leggenda ma se fosse stato veramente come era descritto nel testo, la scoperta sarebbe stata sorprendente.

Sarebbe stata l'aurora di una nuova era.

14 commenti:

  1. Ah ah... a me viene voglia di andare avanti... Le dita fremono, vogliono giocare con la tastiera... Le idee si accavallano...
    Ma la precedenza va ai piccoli... presto inizierà la scuola e allora... preparati!

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    1. Sei troppo curioso... devi pazientare.... altrimenti che cerca è?

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  3. Caro Eagle perché non dovremmo aver voglia di leggere il vostro romanzo a quattro mani? Comunque ...bravissimi...l'incipit mi e' piaciuto moltissimo e sono già curiosa di leggere il seguito...sarà che tra l'altro i Templari mi hanno sempre affascinata...
    Complimenti allora, davvero bello quello che avete scritto...continuate così...
    La scena del cimitero e' molto commovente e ben descritta...

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  4. Grazie Alice. Avevo un quadro nella mente e l'ho descritto... mi fa piacere che lo apprezzi...
    Sappiate che il cuginetto è inflessibile, un maniaco della perfezione... mi fa riscrivere le stess frasi centinaia di volte.... uffa!!!

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  5. Che bugiarda impunita! Non è assolutamente vero. Le uniche dieci frasi che ho scritto io, me le ha miseramente distrutte perchè le avevo rovinato la trama che aveva in testa... Mica sono dentro la sua capoccia, io!

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  6. E meno male! La mia testolina è un intricato labirinto... ti ci perderesti!
    Non ti ho affatto stroncato la presentazione del Prof...

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  7. No non quella... quella del terzo capitolo.

    Stai facendo la squaw finta tonta? :-D

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  8. Ho capito che la vostra collaborazione e' parecchio stimolante per entrambi insomma...
    Meglio per noi che leggeremo il frutto delle vostre fatiche...!
    Però Gloria non strapazzare troppo il nostro amato scrittore....!

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    1. Non hai proprio capito Alice... è lui che mi strapazza!!!
      Si diverte a fare il Prof e, con la sua mattina rosso sangue, svolazza fra le righe.... e sghignazza... ci scommetto :-)

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    2. :-)))) questo è vero, deformazione professionale.

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  9. Ah, allora non sei tu la "vittima" Eagle...!
    Quindi...non tirare troppo le orecchie a Gloria...va bene così????
    Insomma non essere troppo severo...!

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