mercoledì 29 maggio 2013

UN PUGNO NELL'OCCHIO

Le luci erano basse nel bar dell'hotel, in netto contrasto alla notte prima, quando le luci stroboscopiche e il suono martellante della musica techno, avevano spinto Chris a bere troppo. Ancora una volta. Sebbene sapesse che c'erano altri modi più sicuri per affrontare la noia, Chris non aveva mai avuto una visione della vita da persona oculata. Preferiva rischiare. Sembrava cercasse di perdersi nella continuità della vita “on the road”. Quando il club aveva chiuso la sera prima, si era trovato nel parcheggio con un gruppo chiassoso di altri uomini e, prima di accorgersene, il gioco era diventato un combattimento reale. Risultato: qualche livido sul corpo e un vistoso occhio nero.

Per tutto il giorno aveva cercato di nascondere l'occhio nero: durante la giornata si era abbassato la lunga frangia e infilato un paio di occhiali scuri, riuscendo a sfuggire agli sguardi indiscreti dei clienti. Alla fine della giornata finalmente riuscì a nascondersi nel bar. Sapeva che non avrebbe dovuto bere alcool, ma La sua vita ormai era impostata sull’avanti tutta e doveva mantenere il ritmo.

Era difficile starsene seduto al bar ignorando il dolore lancinante del suo occhio. Cercò di controllarlo, stringendo le mani sulla barra del bancone, appoggiandoci ogni tanto il bicchiere gelato del suo drink, pieno di cubetti di ghiaccio. Chris non avrebbe mai accettato la sconfitta e non avrebbe mai permesso a nessuno di vedere che aveva qualche debolezza. Soprattutto questo. Se le cose erano fuori controllo, non si aspettava che nessuno intervenisse a risolverle al posto suo.

Un profumo caldo solleticò il suo naso e gli evocò un ricordo di forza e sicurezza. Chris chiuse gli occhi per lo spazio di un battito di cuore e, quando li riaprì, trovò Sean seduto accanto a lui. Chris si sentì stordito alla vista del suo ex amante vestito con un immacolato abito blu marina.

"Da dove vieni?" mormorò Chris prendendo il bicchiere vuoto tra le mani e posandolo poi immediatamente. Ora doveva montare sul ring che aveva lasciato e combattere nuovamente. Era così estenuante!

Sean appoggiò una mano sulla barra, vicino a Chris, ma senza toccarlo.

"Grey Goose, tonico" disse Chris al barista e, quando questi si voltò per preparare le loro bevande, mormorò: "Non hai risposto alla mia domanda."

"Non era necessaria una risposta" rispose Sean tranquillo. "Non ha importanza da dove sono venuto dato che ora sono qui". Poi girò lo sguardo verso Chris e aggiunse "quando hai più bisogno di me."

Il barista appoggiò i cocktails di fronte a loro, Chris chinò il capo.

"Fa male?" chiese Sean.

Chris cercò di riprendere il suo solito atteggiamento arrogante ma crollò e si limitò ad annuire.

Sean prese il suo drink, si prese un momento per annusare il liquido profumato, poi fece un piccolo sorso. Posò quindi il bicchiere sul bancone, infilò la mano nella tasca anteriore della sua giacca elegante e, prendendo la tesserina magnetizzata con la chiave della camera, la fece scivolare sul bancone, spingendola contro la mano di Chris.

Con un movimento altrettanto fluido, Chris prese la chiave e spinse la bevanda fresca da una parte.

Abbassando la voce in modo che solo Chris potesse sentirlo, Sean disse: "Quattro-zero-otto. Ho lasciato un guanto di spugna in un secchio di ghiaccio nella stanza da bagno."

“Grazie” mormorò Chris. Spinse indietro il suo sgabello e lasciò il bar.

Nella stanza trovò le coperte tirate indietro e un grande vaso di margherite accanto al letto. Chris si spogliò dei vestiti, trovò il panno ghiacciato dove Sean l’aveva lasciato e si distese sul letto. Appena il fresco calmante del tessuto cominciò ad avere un effetto magicamente lenitivo, l’uomo scivolò in un ricordo di Sean e di margherite.

Le loro strade si erano incrociate molte volte all’inizio. Entrambi erano piazzisti e non si stabilivano mai in un posto troppo a lungo, così gli incontri avevano sempre un’aria casuale. Una notte erano finalmente andati a letto insieme e fu un'esperienza inebriante. Cominciarono così ad organizzare piani di viaggio in modo da incontrarsi sempre più spesso.

Una notte Sean si era presentato con un mazzo di margherite. Sean era un uomo fiero e aveva un atteggiamento molto virile, più forte di quello di Chris, quindi la vista di lui con un grande mazzo di margherite era qualcosa di incongruo. Ma quando si era seduto a gambe incrociate sul letto e aveva cominciato il canto familiare “m’ama, non m’ama...”, Chris venne praticamente ipnotizzato. In qualche modo sapeva che l'ultimo petalo avrebbe profetizzato che Sean lo amava.

Poco dopo Sean lo raggiunse, Chris era scivolato in un dormiveglia di sonno. Con un sorriso dolce, Sean prese il panno ormai non più freddo e lo mise da parte, poi si spogliò e scivolò dietro a Chris nel letto. Premette le morbide labbra contro la nuca di Chris e fece scivolare la mano sul suo fianco fino a raggiungere il sesso di Chris.

Intontito dal dormiveglia, Chris allungò la sua mano su quella di Sean e mormorò sottovoce "Che bello..."

Accarezzandolo pigramente, Sean gli sussurrò: "E' sempre bello, Chris, quando siamo io e te." Si tirò indietro abbastanza per permettere a Chris di girarsi verso di lui.

Con le loro fronti premute una contro l’altra, Chris spostò la mano sull'erezione di Sean. Mentre premeva le sue labbra su quelle del suo amante cominciò il movimento di stimolazione.

Con un gemito, Sean si avvicinò ulteriormente e avvolse la sua grande mano intorno a entrambi i loro membri. La sua bocca si chiuse sopra quella di Chris per un bacio profondo.

Chris alzò la gamba e si sistemò sopra la schiena di Sean, tirandolo più vicino a sé. "Questo è solo l'inizio, amore mio" mormorò.

Con un bacio gentile, Sean lasciò la presa e intrecciò le gambe a quelle del suo compagno, sotto le coperte.

La notte era tutt'altro che finita.

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