Articolo di Ludovica Eugenio pubblicato su Adista Notizie n. 3 del 24 gennaio
Dublino. Ha ricevuto una standing ovation dai suoi parrocchiani p. Martin Dolan, un prete irlandese che, durante l’omelia della messa, lo scorso 10 gennaio, ha dichiarato di essere omosessuale. Parroco della chiesa di St. Nicholas of Myra, a Dublino, da 15 anni, p. Dolan stava incoraggiando i suoi fedeli a sostenere la causa della legalizzazione dei matrimoni omosessuali, quando ha affermato:«Io stesso sono gay».
La reazione è stata estremamente positiva: «Siamo tutti orgogliosi di p. Martin», ha commentato Liz O’Connor, animatrice della parrocchia, secondo quanto riporta il quotidiano Huffington Post (12/1). «Il fatto di avere ammesso di essere gay non cambia la persona che è stata fino ad ora». «L’ammissione di p. Dolan dal pulpito sul fatto di essere gay e di appoggiare il matrimonio omosessuale è stata accolta in Irlanda in modo caloroso», ha aggiunto Andrew Hyland, direttore di Marriage Equality, organismo che promuove il matrimonio omosessuale. «I parrocchiani di Francis Street hanno espresso una profonda lealtà nei suoi confronti, dopo il suo annuncio».
Il gesto del prete irlandese rappresenta un fatto inedito per il clero del Paese: il suo coming out, oltre a essere il primo, rappresenta «soprattutto una meravigliosa storia personale», ha commentato Tieman Brady, della Gay and Lesbian Equality Network. «Ci vuole molto coraggio per fare ciò che p. Dolan ha fatto, e deve averlo vissuto con molta trepidazione. La reazione meravigliosa dei suoi fedeli, che gli hanno tributato una standing ovation, costituisce una approvazione potente della sua coraggiosa decisione». Nessun commento, invece, da parte dell’arcidiocesi di Dublino né da parte del diretto interessato.
L’episodio si colloca in un momento delicato per l’Irlanda, la cui popolazione (composta per l’82,4% da cattolici, secondo il censimento del 2011) il prossimo maggio è chiamata alle urne per votare il referendum sulla legalizzazione del matrimonio omosessuale, a fronte della costante e ovvia posizione contraria della Chiesa istituzionale. In un opuscolo di otto pagine diffuso ai primi di dicembre scorso, intitolato «Il significato del matrimonio», i vescovi irlandesi hanno infatti definito la legalizzazione del matrimonio omosessuale «una grave ingiustizia», laddove solo l’unione tra un uomo e una donna rappresenta «il pilastro della società che offre un contributo unico e insostituibile al bene comune e alla società». «È una grave ingiustizia se lo Stato ignora l’unicità del ruolo di mariti e mogli e di padri e madri nella nostra società», recita ancora l’opuscolo. «L’unione matrimoniale consente la continuazione della razza umana e lo sviluppo della società».
La posizione contraria della Chiesa, tuttavia, sembra incidere poco sull’orientamento della popolazione. Secondo un recente sondaggio condotto dal quotidiano Irish Times insieme all’Ipsos Mrbi, infatti, il 71% degli irlandesi ha affermato di essere intenzionato ad appoggiare il provvedimento.
In tale contesto, il coming out di Dolan «darà una spinta a un risultato positivo del referendum», ha detto Hyland: «È un segnale per la gente del fatto che, malgrado la posizione della Chiesa, i cattolici osservanti possono votare a favore e sanno che, nel farlo, sono in compagnia di migliaia di altre persone in buona coscienza».
Inoltre, il passo di p. Dolan «ricorda alla gente che molte persone lgbt hanno una fede profonda e sono parte della Chiesa, e come tali devono essere considerate».